27 ottobre 2006

La verità di Beslan?

LA VERITA’ SULLE PRIME ESPLOSIONI
I lanciafiamme furono utilizzati mentre c’erano ostaggi in vita

Nel numero di oggi[1] pubblichiamo il rapporto di Jurij SAVEL’EV[2], membro della commissione parlamentare federale[3]. Il rapporto è in sei parti e da una parte si presenta come una perizia professionale (Jurij Savel’ev è dottore e professore in scienze tecniche, è uno scienziato che si è occupato, fra l’altro, dei problemi della fisica degli incendi e delle esplosioni), dall’altra è la “particolare opinione” di un membro della commissione parlamentare federale.
L’accento principale è posto sulle questioni più importanti, che si sono poste agli ostaggi sopravvissuti dopo il blitz nella scuola: le prime esplosioni, l’utilizzo da parte dei corpi speciali del CSN[4] dell’FSB[5] di armi non di precisione (RPO[6], RŠG[7], RPG[8], carri armati) e le conseguenze che queste armi hanno portato – l’incendio della palestra e la morte degli ostaggi nella scuola.
Le ricerche dell’unico esperto di esplosivi della commissione parlamentare non sono entrate nel rapporto di Toršin[9]. Per di più, le conclusione della commissione parlamentare contraddicono in pieno i risultati e le conclusioni del lavoro di Savel’ev.
Non c’è alcun dubbio, che sarà intrapreso un tentativo di screditare la “particolare opinione” del deputato Savel’ev. Anche se far questo sarà incredibilmente difficile: una spassionata analisi scientifica è impossibile da smentire con conclusioni basate su criteri di convenienza politica.

- Jurij Petrovič! Nel suo rapporto, in particolare nella prima parte, ci sono molte formule e calcoli. E’ un’analisi scientifica abbastanza difficile da recepire. Ci spieghi, per favore, la logica della sua analisi.
- Ho già detto che la fonte più importante per tutti quelli che si occupano dello studio dell’atto terroristico di Beslan sono i documenti del processo a Nurpaši Kulaev[10] e le deposizioni degli ex ostaggi e dei testimoni. Non ho mai condiviso l’opinione di chi sostiene che gli ex ostaggi e le persone direttamente colpite da questi fatti – siano persone inadeguate. Al contrario, ritengo che proprio questi abbiano tenuto a mente e ci abbiano riferito tutto quello che è successo in quei tre giorni nella scuola di Beslan. E se davvero si ha il desiderio di far luce sulle cause e sulle conseguenze di questo atto terroristico, se si vuol tentare di trarne una qualche lezione, bisogna volgersi molto seriamente alle deposizioni di queste persone. Per quel che riguarda le prime esplosioni, se studiate tutte le deposizioni degli ostaggi (e queste sono pubblicamente accessibili sul sito www.pravdabeslana.ru – nota del redattore), vedrete una seria divergenza dalle versioni dell’inchiesta. L’inchiesta afferma che le prime esplosioni sono avvenute nella parte occidentale della palestra in conseguenza della detonazione degli ordigni, postivi dai terroristi. Ma la maggior parte degli ostaggi descrive esplosioni, che sarebbero avvenute nella parte opposta (orientale) della palestra: si parla di vetri delle finestre e di porte dell’ingresso principale alla palestra dal lato del cortile della scuola rotti dall’esterno, di un foro nel tetto, di un incendio nel solaio della palestra, iniziato proprio nella parte orientale e così via. Questa è la prima discordanza. Ce n’è una seconda. Se si studiano attentamente le deposizioni, si comprende che dopo le prime esplosioni nella palestra gli ordigni posti dai terroristi non esplosero. (Detonarono molto tempo dopo, in conseguenza dell’incendio nella palestra.)
Ce n’è una terza, che mi è sembrata particolarmente importante – e sono le tracce materiali di un’esplosione: il foro sotto la finestra della palestra più vicina all’edificio principale della scuola dal lato del cortile. Qui – è il dettaglio più importante – sotto la finestra è stato perforato un muro dello spessore di due mattoni, ma nel frattempo la cornice della finestra è integra, e lo è anche la parte inferiore del suo telaio in legno, le misure di ogni sezione del quale sono 1 metro di lunghezza, 15 cm di larghezza e 3,5 cm di spessore. A parte questo, è stato distrutto un muro di mattoni dello spessore di più di mezzo metro, mentre il pavimento in legno vicino al muro distrutto praticamente non è stato deformato da un’esplosione così potente. Spiegare questo fenomeno è stato impossibile per le versioni ufficiali.
- Ma come, non ci sono alcune versioni ufficiali riguardo a questo foro?
- Il fatto è che durante la perizia degli esperti di esplosioni (condotta dall’istituto di criminologia dell’FSB – nota di E.M.) gli esperti giungono alla conclusione che il foro fu la conseguenza dell’esplosione di un SVU (samodel’noe vzryvnoe ustrojstva[11]) posto sotto il davanzale di quella finestra. Secondo la versione degli esperti, questa era una cosiddetta “bottiglia”, cioè una vera bottiglia di plastica, rimpinzata di una quantità di esplosivo e di corpi contundenti (sferette e cuscinetti metallici) equivalente a 1,2 kg di tritolo. Ma questa versione è inconsistente per alcuni motivi: per prima cosa, agli esperti non sono state mostrate le fotografie originali del luogo dell’esplosione. In queste fotografie, per esempio, non c’è la griglia della finestra, rimasta integra, il che è eccezionalmente importante. Seconda di poi, agli esperti sono state date misure sbagliate della finestra. Questi sono partiti da una misurazione di 2x3 metri, ma la misura reale delle finestre della palestra è 3
х3 metri. Anche la profondità della perforazione è stata calcolata in modo sbagliato. In generale, se si calcola tutto nel modo giusto, allora risulta che sul davanzale avrebbe dovuto esserci non una “bottiglia”, ma come minimo quattro SVU del genere, cosa che nessuna versione, comprese quelle ufficiali, conferma. E la cosa più importante: che ci fosse una “bottiglia” o quattro è la stessa cosa. Nell’uno e nell’altro caso avrebbero dovuto essere distrutti la cornice di legno e la parte inferiore del telaio della finestra, che si trovava a un metro di distanza dall’epicentro dell’esplosione. Ma è integra! Ma la forza d’urto conseguente all’esplosione di fosse anche una sola “bottiglia” sul davanzale della finestra sarebbe dell’ordine di decine di tonnellate. Quest’assicella sarebbe andata in pezzi!
Gli esperti di incendi che hanno condotto la perizia (specialisti del ministero della Giustizia della Federazione Russa – nota di
Е.М.) hanno capito che l’esplosione sul davanzale non c’è stata e non avrebbe potuto esserci. Perciò sono stati costretti a fare supposizioni tipo: 1) l’SVU si trovava sotto il davanzale ed era aderente al muro; 2) l’SVU si trovava su una sedia a mezzo metro dal muro. L’esplosione di un SVU sul davanzale non viene contemplata neanche ipoteticamente da questi esperti!
Gli esperi si sono fermati sulla seconda variante: avendo presente la cornice della finestra rimasta integra, sono giunti alla conclusione che sia esploso un SVU che si trovava su una sedia a mezzo metro dal muro e aveva una potenza equivalente a quella di 5,2 kg di tritolo.
Fra l’altro non è stato tenuto conto delle modalità di diffusione della pressione in eccesso, cioè del fatto che in conseguenza dell’esplosione avrebbe dovuto rimanere un foro nel pavimento (foro che non c’è) e che il telaio della finestra avrebbe comunque dovuto essere distrutto a causa dell’enorme pressione.
Di modo che nessuna delle versioni ufficiali è confermata dalla scienza. Queste semplicemente la contraddicono. Neanche le esplosioni nella parte occidentale della palestra
спортзала possono spiegare alcuno dei fenomeni verificatisi nella parte orientale della sala a 18-20 metri di distanza dall’epicentro delle esplosioni e descritti nell’inchiesta: le porte dell’ingresso principale della palestra sfondate verso l’esterno, il rinforzo di ferro del tettuccio sopra questa porta strappato via, la deformazione (curvatura) del supporto anteriore del tettuccio, fatto di due stanghe d’acciaio e infine il foro nel tetto, la deformazione e la distruzione della finestra del muro della palestra, contiguo alla sala per gli allenamenti.
Tutto questo è essenziale per comprendere il luogo e la natura delle prime esplosioni. Ma gli esperti ufficiali semplicemente non prendono nulla di tutto ciò in considerazione.
- Se lo facessero, allora a quali conclusioni dovrebbero giungere?
- Le conclusioni sono queste: 1) nel ritaglio di tempo in cui nella palestra si sono verificate le prime esplosioni - approssimativamente 22 secondi, - non è esploso un solo SVU, posto dai terroristi; 2) la prima esplosione si è verificata nel solaio della palestra nell’angolo nord-orientale tra la porta d’ingresso alla palestra e il muro orientale, che divide la palestra dalla sala per gli allenamenti. Il risultato della prima esplosione è stato: la perforazione del soffitto e un foro del diametro di circa un metro, la distruzione del tetto sopra il foro e il principio d’incendio del solaio della palestra; 3) la seconda esplosione è avvenuta sotto il davanzale della finestra della finestra settentrionale della palestra, contigua al muro occidentale della palestra stessa. Il risultato di questa esplosione è stata la perforazione del muro sotto la finestra.
- E quale arma allora poteva provocare tali danni?
- Ipotizzarlo è possibile, tanto più quando sei a conoscenza delle caratteristiche tattico-tecniche dell’armamentario, utilizzato durante il blitz e consistente, fra l’altro, in quello dei gruppi speciali del CSN[12] dell’FSB della Federazione Russa. A comprendere ciò aiutano anche decine di deposizioni di testimoni, che hanno descritto in parole loro le specifiche conseguenze delle esplosioni. Nella prima parte del mio rapporto è descritto dettagliatamente come giunga alla conclusione, che le distruzioni che hanno avuto luogo nella palestra in conseguenza delle prime esplosioni sono state causate da una granata a reazione, lanciata con l’aiuto del lanciagranate corrispondenze. Riporto anche una tabella TTCh[13] di tutti i lanciagranate e, partendo dalla descrizione delle conseguenze delle esplosioni sugli ostaggi, e anche dalle conseguenze materiali di queste, per esempio la perforazione del muro sotto il davanzale, determino le armi che hanno provocato le prime esplosioni. Secondo le conclusioni tratte da me, la prima esplosione è il risultato dell’utilizzo di un RPO-A[14] che ha sparato dal tetto di una casa (vicolo Škol’nyj[15], 37) verso il tetto della palestra nell’angolo nord-orientale. Per quanto l’FSB della Federazione Russa non abbia dato risposta alla domanda posta dalla commissione parlamentare – quali uomini dei corpi speciali del CSN dell’FSB della Federazione Russa, con quali armi, da dove e a che ora hanno sparato, - illustro anche quali sono gli altri tipi di armi che avrebbero potuto produrre quelle specifiche distruzioni. Nel caso della prima esplosione potrebbe anche trattarsi di una granata TBG[16]-7V (lanciata da un lanciagranate RPG-7V1), di una granata RŠG[17]-2 o di una granata
МПО[18]-А (anche se questo tipo di armi a quel tempo avrebbe potuto non far ancora parte dell’armamentario del CSN dell’FSB della Federazione Russa). La seconda esplosione è il risultato dello sparo di una granata a frammentazione di potenza equivalente a 6,1 kg di tritolo effettuato dal tetto di una casa (vicolo Škol’nyj, 41) con un RŠG-1. Non si può escludere che la formazione di un foro nel muro sia il risultato dell’utilizzo di una granata del tipo TBG-7V o RPG-27.
- Queste granate avrebbero potuto perforare il muro e lasciare intatto il telaio della finestra?
- Sì. Perché tutta l’onda d’urto è andata nel muro. Là perfino adesso si può vedere la caratteristica rottura dell’intelaiatura di mattoni, che è stata causata dalla compressione e dalla successiva decompressione dell’aria. La granata, nel caso più probabile, è finita nel muro sotto il davanzale esterno e sopra la griglia all’interno.
- Jurij Petrovič, nel mese di maggio Lei ha presentato la prima parte del suo rapporto ai membri della commissione parlamentare federale. Ma allora Lei parlò di tre esplosioni, verificatesi nella palestra nel corso dei primi venti-trenta secondi. Dov’è scomparsa la terza esplosione?
- A parte le deposizioni degli ostaggi, andando alla ricerca di prove materiali per determinare i punti in cui si sono verificate le esplosioni, ho osservato praticamente tutti i video e le foto dei fatti avvenuti nella SOŠ[19] n. 1[20] a partire dalle prime esplosioni. E ho fatto attenzione al filmato del canale NTV[21] del 03.09.04, in cui sono inquadrate tre grandi nubi sopra la scuola, formatesi, indubbiamente, in conseguenza di un’esplosione. Ho tratto la conclusione che questo filmato si riferisca proprio ai primi 22-23 secondi di esplosioni nella palestra. Sulla base di questo filmato ho tratto conclusioni che sono confermate dalle deposizioni degli ostaggi sui luoghi in cui si sono verificate le esplosioni. E questo episodio fa parte dell’apparato probatorio che determina il tempo e il luogo delle esplosioni. Tuttavia nella seconda variante del mio rapporto, dedicata alle esplosioni nella palestra, ho tolto quest’episodio. Ciò è avvenuto dopo il mio intervento alla seduta della commissione parlamentare su tale questione.
- E cos’è successo durante la seduta della commissione parlamentare federale? Cosa L’ha spinta a cambiare la prima parte, a togliervi l’analisi del nastro della NTV?
- Alla seduta della commissione è giunto il capo del CSN dell’FSB della Federazione Russa generale Tichonov, che ha guidato il blitz nella scuola il 3 settembre. Fra l’altro è giunto su mia richiesta. Perché è una delle poche persone che, senza bisogno di indagini e perizie, sappia cos’è accaduto in realtà nella palestra alle 13.02-13.03. Ed ecco che, mentre tutti ascoltavano il mio rapporto, egli solo ha fatto delle osservazioni: ha detto che il nastro in cui, come io ritenevo, era inquadrato il fumo causato dalle prime esplosioni, è stato girato in un altro momento e non alle 13.03-13.05. Cioè il filmato sarebbe stato girato più tardi, quando nella scuola era già in corso lo scontro coi terroristi. Dopo le osservazioni del generale Tichonov all’interno della commissione parlamentare è stato creato un gruppo speciale di lavoro per lo studio della prima parte del rapporto. Questa commissione non mi ha chiamato una sola volta, mentre ha convocato i corrispondenti della NTV Gusarov[22] e Fefilov[23], che hanno confermato le parole di Tichonov. Su questa base tutte le mie conclusioni sono state definite menzognere e mi hanno accusato di giochi politici. Ho deciso di non discutere e ho fatto come si è soliti fare nella commissione: ho tolto dal rapporto la parte discussa.
Ma il fatto è che, comunque, tutte le mie conclusioni sul fatto che le prime esplosioni siano state la conseguenza di colpi di lanciafiamme e di lanciagranate non si basano in alcun modo su questo nastro della NTV. Nella ricerca della causa di queste esplosioni, mi sono basato sulla scienza pura e su formule di tecnica delle esplosioni note a tutti. Il nastro della NTV, ripeto, è la prova audio e visiva del fatto che sono stati utilizzati lanciafiamme e lanciagranate. In questo nastro sono inquadrati perfino gli sbuffi di fumo, che compaiono sul tubo di lancio di un lanciagranate dopo il lancio di una granata. La questione del momento in cui è stato girato il filmato da un lato è essenziale, dall’altro non è affatto importante. Mi resta la certezza che questo sia proprio il filmato delle prime esplosioni. Semplicemente è stato mostrato come “in diretta”, cioè come quando insieme a immagini riprese in diretta dal luogo dei fatti vengono trasmesse immagini girate in precedenza.
D’altra parte esiste una, seppur molto piccola, probabilità che il generale Tichonov abbia ragione, perché teoricamente c’è la stessa coincidenza di linee tra il luogo in cui era posta la telecamera e la parte della scuola dove avrebbero potuto essersi verificate le esplosioni e, di conseguenza, avrebbero dovuto essere le nuvole di fumo. E’ l’annesso meridionale della scuola, parallelo alla palestra. Questo è stato colpito ovunque da lanciafiamme e lanciagranate. Ma allora, se il generale Tichonov ha ragione, c’è, essenzialmente, il riconoscimento da parte sua che i corpi speciali del CSN dell’FSB della Federazione Russa hanno sparato con armi non di precisione quando nella scuola si trovavano ostaggi in vita. Lo faccio presente. Dopo le prime esplosioni i militanti hanno spostato circa 300 persone dalla palestra e hanno sparpagliato gli ostaggi per la scuola: nella mensa, nell’aula magna, nelle classi dell’annesso meridionale. Secondo le descrizioni degli ostaggi là era un inferno, perché sparavano tutti contro tutti, senza badare se fossero dei loro o no.
- Jurij Petrovič, io, così come Lei, ho studiato attentamente le circostanze delle prime esplosioni nella palestra. Io non sono un tecnico delle esplosioni, ma la mia professione mi insegna a volgermi con attenzione alle dichiarazioni dei testimoni, tanto più quando forniscono dettagli e particolarità che non è possibile inventare. So anche sotto quale pressione di una rigidissima censura lavoravano i colleghi dei mass-media di Stato a Beslan. Perciò proprio la prima variante del Suo rapporto – quella sulle tre esplosioni – mi pare la più verosimile. A quanto mi è noto, condivide questa opinione anche la commissione dell’Ossezia Settentrionale[24], anche se non ha condotto una perizia sulle prime esplosioni. Mi pare anche nel suo rapporto sia indubbiamente importante la spiegazione dell’origine del foro nel tetto dal lato sud-orientale della palestra. Questo si è formato già dopo le prime esplosioni, ma prima dello sviluppo di un enorme incendio nella palestra, in conseguenza del quale non prima delle 14.20 è detonata una parte delle SVU poste dai terroristi. D’altra parte, dal tetto dei tre stabili a cinque piani del vicolo Škol’nyj non avrebbero potuto essere sparati colpi su questa parte della palestra (questa parte del tetto della palestra si trova semplicemente fuori dal campo visivo). Da dove hanno sparato e con cosa?
- Nella mia analisi delle distruzioni del tetto della scuola ci sono come minimo due punti su cui non sarebbe stato possibile sparare dalle posizioni in cui si trovavano i lanciagranate del CSN dell’FSB della Federazione Russa. Si tratta del foro meridionale nel tetto della palestra, del diametro di quasi un metro e della distruzione del tetto del corpo principale della scuola nella zona sopra il laboratorio di lingua osseta, dove si trovava una delle postazioni dei terroristi-cecchini (ancor prima dell’inizio della solenne linejka[25] la responsabile del corpo docente Ščerbinina notò che in quel punto la copertura del tetto era sollevata in un modo particolare). Suppongo che per queste distruzioni non ci sia altra spiegazione che lo sparo, con ogni probabilità, di una granata TBG-7V compiuto da uno degli elicotteri, che comparvero sopra la scuola già verso le 13.15.
- Se si analizzano attentamente i punti della palestra che sono stati colpiti per primi dai tiratori scelti del CSN dell’FSB della Federazione Russa e li si confronta con le deposizioni degli ostaggi, si può giungere alla conclusione, che i bersagli fossero i terroristi che stavano presso gli inneschi delle bombe presso i muri occidentale e orientale della palestra.
- Non ci sono tali conclusioni nel mio rapporto. Nel rapporto c’è principalmente una ricerca sugli aspetti tecnici dell’origine e della natura delle esplosioni. Ma per me stesso è stata una sorpresa molto grande, che mi ha colpito, che nei primi secondi e minuti delle esplosioni non sia esploso un solo SVU posto dai terroristi. Lo dico in modo diretto: sarei molto felice, se i miei calcoli risultassero sbagliati e la situazione fosse stata tale e quale quella sostenuta dall’inchiesta ufficiale. Spero che dopo la pubblicazione del contenuto delle mie proposte per il rapporto della commissione parlamentare federale tutto il mio materiale sia studiato accuratamente da esperti indipendenti e ne siano tratte le dovute conclusioni. Se le mie conclusioni venissero confermate, su questa base alla Procura generale verrebbe data una valutazione più obbiettiva dei fatti e delle conseguenze dell’atto terroristico nella prima scuola della città di Beslan.

Elena MILAŠINA
28.08.2006 (pubblicato sulla “Novaja Gazeta” – traduzione e note di Matteo M.)



[1] Della Novaja Gazeta (“Giornale Nuovo”), uno dei pochi organi di stampa russi realmente indipendenti, dalle pagine cui sito traggo questo articolo http://2006.novayagazeta.ru/nomer/2006/65n/n65n-s02.shtml.

[2] Rilievo grafico dell’autrice. Si tratta del deputato Jurij Petrovič Savel’ev del partito Rodina (“Patria”), formazione nazionalista moderata che appoggia Putin.

[3] S’intende la commissione che indaga sui fatti di Beslan. Si specifica che si tratta di quella federale perché su questi fatti ha lavorato anche una commissione del parlamento della repubblica dell’Ossezia Settentrionale, giungendo a tutt’altre conclusioni…

[4] Centr Special’nogo Naznačenija, “Centro per le Operazioni Speciali”.

[5] Federal’naja Služba Bezopasnosti, “Servizio di Sicurezza Federale”, l’erede del KGB.

[6] Reaktivnyj Pechotnyj Ognemët, “Lanciafiamme a Reazione da Fanteria”.

[7] Reaktivnyj Šturmovoj Granatomët, “Lanciagranate a Reazione da Assalto”.

[8] Reaktivnyj Pechotnyj Granatomët, “Lanciagranate a Reazione da Fanteria”.

[9] Aleksandr Porfir’evič Toršin, vice presidente del Consiglio della Federazione (la camera alta del parlamento russo) e presidente della commissione parlamentare di indagine sui fatti di Beslan.

[10] Ufficialmente l’unico terrorista sopravvissuto tra quelli che presero la scuola di Beslan. Kulaev è stato condannato all’ergastolo nel giugno 2006.

[11] “Meccanismo Esplosivo Artigianale”.

[12] Centr Special’nogo Naznačenija, “Centro per le Operazioni Speciali”.

[13] Taktiko-Techničeskie Charakteristiki, “Caratteristiche tattico-tecniche”.

[14] Reaktivnyj Pechotnyj Ognemët, “Lanciafiamme a Reazione da Fanteria”.

[15] “Della Scuola”.

[16] TermoBaričeskaja Granata, “Granata TermoBarica”.

[17] Reaktivnaja Šturmovaja Granata, “Granata a Reazione da Assalto”.

[18] MotoPechotnoe Otdelenie, “Divisione Fanteria Motorizzata”.

[19] Srednjaja Obščeobrazovatel’naja Škola, “Scuola Media a Indirizzo Generico”.

[20] Le scuole russe non hanno nomi, sono semplicemente numerate…

[21] Nacional’noe TeleVidenie, “TeleVisione Nazionale”, rete privata che fu ostile a Putin finché non fu “nazionalizzata” e posta in mano a uomini di sua fiducia.

[22] Ruslam Gusarov, direttore della sezione della NTV in Daghestan con un passato di servizio militare nell’allora DDR.

[23] Vadim Fefilov, corrispondente di guerra, se e quanto “embedded” non è dato di sapere...

[24] Cioè la commissione creata dal parlamento dell’Ossezia Settentrionale, il cui rapporto finale è analogo a quello di Savel’ev.

[25] Letteralmente “piccola linea”. Si tratta della festa d’inizio anno scolastico, che prevede lo schieramento in riga degli alunni e che era in corso quando la scuola n. 1 di Beslan fu presa dai terroristi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

caro matteo ho letto l'articolo che hai tradotto da Novaja Gazeta e l'ho trovato molto interessante, dato che attualmente sto scrivendo una tesi sulla Libertà dei media in Russia nel periodo Putin. Avresti altro materiale di qualsiasi tipo specie su Beslan o sulla Politkovskaja? la mia mail è lorenzo_stracquadanio@yahoo.it