22 febbraio 2007

"Abbiamo già dato"?

Il nodo del Caucaso

SULLA CECENIA HANNO MESSO UNA CROCE ROSSA

L’organizzazione benefica internazionale sposta i programmi dal Caucaso settentrionale

“Notiamo una qualche stabilizzazione nelle regioni del Caucaso settentrionale – in Cecenia, Inguscezia, Daghestan – ha dichiarato il capo della sede russa del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) François Bellon durante la conferenza stampa dell’8 febbraio. – Nonostante il fatto che ogni giorno giungono notizie di sporadici atti di violenza, la situazione del Caucaso settentrionale è sensibilmente migliorata rispetto agli anni 2001-2005. Al posto degli aiuti umanitari giungono nel Caucaso progetti statali indirizzati alla ricostruzione della regione. Perciò abbiamo cambiato il programma di aiuti al Caucaso settentrionale”.

Per finanziare le attività della Croce Rossa in Russia quest’anno sono stati stanziati solo 23 milioni di $ (l’anno scorso ne furono stanziati 25), dei quali 18,5 saranno spesi per il Caucaso settentrionale. Fra l’altro, a quanto ha detto François Bellon, il tipo di aiuti cambierà: se prima aiutavano la gente a sopravvivere, ora la aiutano a rialzarsi in piedi. Così quest’anno la Croce Rossa limiterà la distribuzione di cibo e vestiario. In luogo di questa la Croce Rossa si sforzerà di aiutare lo sviluppo di una piccola imprenditoria familiare – quest’anno si prevede di appoggiare 1400 progetti. “In tal modo tentiamo di aiutare la gente a guadagnare autonomamente e a non dipendere dagli aiuti umanitari” – ha dichiarato François Bellon.

La Croce Rossa ridurrà gli aiuti al sistema sanitario della Repubblica Cecena. Continuerà a fornire aiuti a sette ospedali, al centro trasfusionale della Repubblica Cecena a Groznyj e alle imprese che si occupano di protesi ortopediche (si tratta di aiuti per la preparazione di specialisti).

Inoltre l’ICRC intende proseguire il lavoro tradizionalmente svolto nel Caucaso settentrionale – la “prevenzione del pericolo mine”. A detta degli uomini dell’ICRC, quelli che più spesso saltano in aria sulle mine sono i bambini, per la loro naturale curiosità. “Nell’ambito dell’azione contro le mine” verranno costruiti per i bambini alcuni parchi giochi sicuri e informazioni sulle zone pericolose saranno diffuse tra la popolazione.

François Bellon ha detto che “al giorno d’oggi le operazioni dell’ICRC nella Federazione Russa occupano il settimo posto per quantità di aiuti forniti, venendo dopo regioni come il Sudan, Israele, i territori palestinesi, l’Irak, l’Afghanistan, la Repubblica Democratica del Congo e la Colombia”.

Elena Kostjučenko e i nostri corrispondenti speciali

12.02.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/10/13.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


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