24 giugno 2008

Il Giorno della Russia nel Caucaso "pacificato"

La pace è andata via per le festività

Aggravamento della situazione nel Caucaso settentrionale

Nel Giorno della Russia [1] e nelle festività ad esso collegate nelle repubbliche del Caucaso settentrionale hanno avuto luogo atti terroristici.

Così, verso le 6.40 del mattino del 13 giugno proprio nel centro della capitale del Daghestan Machačkala ha avuto luogo un’esplosione. Alcune persone sono rimaste ferite in modo più o meno grave ed una è morta. Sono state colpite soprattutto persone uscite a fare una corsetta mattutina.

Ma già verso mezzogiorno nel villaggio daghestano di Bajramaul nella provincia di Chasavjurt [2] a seguito di un’operazione speciale condotta con mezzi bilndati e armi pesanti è stato ucciso Sajpudin Ibragimov – il più vicino collaboratore del capobanda Aschab Bidaev. Sono morte pure la moglie diciottenne di Bidaev e la sorella di Ibragimov Džamilja. Lo stesso Aschab Bidaev, ricercato da 3 anni, non è stato ritrovato nella casa distrutta.

Nella stessa mattina l’ennesima esplosione è risuonata in Inguscezia a Nazran’ [3]. Quattro persone sono morte, sei sono rimaste ferite. L’esplosione ha distrutto due negozi che si trovavano sotto un unico tetto – uno di vini e liquori e uno di generi alimentari. Inizialmente i poliziotti si sono affrettati a comunicare ai propri superiori che era esplosa una bombola di gas. Ma poi è venuta fuori una versione valida, secondo cui questo era un atto terroristico pianificato.

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno nel villaggio di Benoj-Vedeno nella provincia di Nožaj-Jurt in Cecenia ha fatto irruzione un gruppo armato di forse 60 persone sotto il comando di Usman Muncigov e Aslanbek Vadalov. Sono morti il padre e due figli della famiglia Esaev – parenti dell’ex vice ministro degli Interni della Cecenia. Oltre a questo i banditi hanno bruciato cinque case. Una casa appartiene al capo dell’amministrazione del villaggio, due a uomini della polizia. E’ stato sequestrato l’ex capo dell’amministrazione di Benoj-Vedeno, che guidava questo villaggio sotto Maschadov [4].

Il 16 giugno 30 guerriglieri hanno attaccato una colonna di quattro automobili delle truppe di confine dislocate in Cecenia. L’attacco ha avuto luogo alle 11.45 nella zona del centro abitato di Čiški nella provincia di Urus-Martan [5]. Tre uomini delle truppe di confine sono morti (due ufficiali e un sergente a contratto), altri cinque militari hanno subito ferite più o meno gravi.

Nella vicina provincia di Ačchoj-Martan, nel tristemente noto villaggio di Bamut [6], un BTR [7] russo è stato incendiato dai guerriglieri. L’equipaggio è riuscito a salvarsi.

Gli analisti fanno notare che l’attivazione dei guerriglieri nel Caucaso settentrionale è legata ai festeggiamenti del Giorno della Russia. Gli specialisti dei servizi segreti fanno notare che è presto per dichiarare la Cecenia in pace. Circa 200 persone negli ultimi tempi sono andati sulle montagne.

Vjačeslav Izmajlov
osservatore militare della “Novaja gazeta”

19.06.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/43/02.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Il 12 giugno, data in cui, nel 1990, il parlamento della Federazione Russa sancì la sovranità di questa sul proprio territorio e l’inizio della fine dell’URSS.

[2] Daghestan centro-occidentale, ai confini con la Cecenia. Chasavjurt è nota perché là fu firmato l’armistizio che nel 1996 pose fine alla “prima guerra cecena”.

[3] Città dell’Inguscezia centrale, fino al 2002 capitale della repubblica.

[4] Aslan Alievič Maschadov, primo presidente della Cecenia liberamente eletto, accusato poi di complicità con i terroristi e ucciso in un conflitto a fuoco nel 2005.

[5] Villaggio della Cecenia centrale.

[6] Luogo di terribili combattimenti nella “prima guerra cecena”.

[7] Mezzo blindato.

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