30 gennaio 2009

Un artista televisivo che adesso si fa rimpiangere: Has Fidanken

Has Fidanken (al centro) tra Ezio Greggio (a sinistra) e Gianfranco D'Angelo (a destra)


Fiver Jeans

...forse invece no



Laura Pausini "Invece no"


Article Marketing Turbo

29 gennaio 2009

Il Caucaso nella morsa della geopolitica, tra commissioni e piattaforme...

Nel Consiglio della Federazione [1] della Federazione Russa è stata creata una commissione sul Caucaso

Ingushetia.org, 28.01.2009 17:10

Presso il Consiglio dei Legislatori all’interno del Consiglio della Federazione della Federazione Russa è stata creata una commissione sul Caucaso, ha comunicato il vicepresidente della camera alta Aleksandr Toršin.

“Abbiamo chiamato intenzionalmente la nostra commissione proprio “commissione per il Caucaso” e non solo per il Caucaso del Nord. Dopo gli avvenimenti in Ossezia del Sud la situazione in questa regione è cambiata e al Caucaso è indispensabile dedicare ben più attenzione”, – ha sottolineato A. Toršin.

“Nella commissione sono entrati i capi delle assemblee legislative di tutte le repubbliche del Caucaso del Nord – questa è la nostra base sul posto e anche 7 senatori, che rappresentano le repubbliche del Caucaso”, – ha fatto notare Toršin. A parte questo, a suo dire, nella commissione entreranno anche singoli deputati degli organi legislativi delle repubbliche, indipendentemente dalla loro appartenenza partitica.

Secondo il primo vicepresidente, presso la commissione sarà anche istituito un ufficio, che funzionerà su base continuativa e si occuperà di monitorare la situazione. “Il nostro compito principale è lavorare rivolti in avanti e abbiamo già proposte interessanti, tra cui quella di includere nella nostra commissione rappresentanti dei territori di Stavropol’ e Krasnodar [2]. A parte questo, coinvolgeremo nel lavoro della commissione rappresentanti del governo e della Corte dei Conti della Federazione Russa”, – ha fatto notare A. Toršin in un’intervista a “Interfax” il 27 gennaio.

La commissione è intenzionata a visitare l’Inguscezia e la Karačaevo-Circassia ai primi di febbraio. “Siamo intenzionati ad incontrarci sul posto con la leadership di queste repubbliche e con i deputati degli organi legislativi. Sulla base dei risultati del nostro viaggio sarà svolta un’analisi dettagliata e steso un resoconto”, – ha promesso il vicepresidente.

Toršin ha comunicato che la proposta di entrare a far parte della commissione sarà indirizzata anche ai parlamentari di Ossezia del Sud, Abcasia, Georgia, Armenia e Azerbaijan. “In prospettiva sarà possibile invitare anche i rappresentanti dei parlamenti di una serie di altri paesi che confinano con il Caucaso. Non ci allontaneremo mai dai nostri vicini e perciò ci è necessario lavorare attivamente, coinvolgendo la diplomazia parlamentare”. “E questa diplomazia sarà messa in azione nel modo più attivo. Noi capiamo quali difficoltà si pongono davanti alla nostra commissione, considerando la situazione, che non si riassorbirà da sola”, – ha fatto notare A. Toršin.

Toršin ha ricordato che il Consiglio dei Legislatori è composto dai capi delle assemblee legislative di tutti i soggetti della Federazione Russa.

La seduta del presidium del Consiglio dei Legislatori ha avuto luogo la sera del 27 gennaio a Mosca, comunica il giornale Internet “Centr delovoj informacii” [3].

Come ha comunicato in precedenza il “Kavkazskij uzel” [4], secondo il politologo Igor’ Muradjan “dopo la “grande” vittoria sulla Georgia la Russia ha mostrato che domina il Caucaso”.

Al momento viene pure attivamente portata avanti l’idea di una “piattaforma del Caucaso del Sud”, elaborata dalla diplomazia turca, che presuppone lo sviluppo di una collaborazione regionale tra la Russia, la Turchia e i tre paesi del Caucaso del Sud. L’idea di creare una “piattaforma del Caucaso del Sud” fa parte della politica turca nel Caucaso.

http://www.ingushetia.org/news/17876.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] La “Camera Alta” del parlamento russo, formata dai rappresentanti dei soggetti della Federazione Russa.

[2] Città e territori della Russia meridionale.

[3] “Centro di informazione finanziaria”, giornale finanziario russo online.

[4] “Nodo del Caucaso”, giornale online indipendente.

28 gennaio 2009

E pensare che divise il palco con i Beatles...


Mino Reitano. Amato, odiato, ignorato. A suo modo un rappresentante dell'Italia. Quell'Italia che cantò con enfasi fino alla comicità involontaria (sempre migliore degli orrori nazionalistici). Non era un genio, non pretendeva di esserlo e non mi sorprenderei se venisse presto rivalutato. Possa tu essere nella Pace, Mino.

Ad ovest qualcosa di nuovo?

Medvedev dice parole vuote?

I tedeschi sono scioccati dall’omicidio nel centro di Mosca

“Ci sono paesi, dove per la verità si rischia la morte” – con questo slogan centocinquanta persone mercoledì sera hanno svolto una manifestazione nella Unter den Linden di Berlino, a due passi dalla porta di Brandeburgo, davanti all’ambasciata russa in Germania…

Tenevano in mano cartelli con ritratti di Stanislav Markelov, Anastasija Baburova e Anna Politkovskaja. Lungo i bordi delle strade ardevano candele e le macchine che passavano per la Unter den Linden rallentavano.

Queste persone si sono riunite su appello di “Reporters sans frontières” e “Amnesty International” per esprimere dolore e inquietudine per lo sfrontato omicidio di Markelov e Baburova e per ricordare che esecutori e mandanti dell’omicidio di Politkovskaja non sono ancora sul banco degli imputati.

L’arrivo a Berlino del direttore della “Novaja gazeta” Dmitrij Muratov era pianificato da tempo e i suoi incontri e i suoi dibattiti con i deputati del Bundestag e con i rappresentanti della società, forse, non avrebbero neanche attirato tanta attenzione. Ma ciò che è accaduto sulla Prečistenka [1] ha avuto grande risonanza in Germania.

Al lungo tavolo del pranzo-dibattito alla fondazione Bertelsmann [2] si è riunito un numero di partecipanti doppio rispetto a quelli che si erano iscritti solo due giorni prima. Erano parlamentari, uomini d’affari, esperti, funzionari del ministero degli Esteri e degli uffici del cancelliere federale, giornalisti – tutti quelli che in un modo o in un altro hanno a che fare con le relazioni tedesco-russe.

Il vice-presidente del gruppo parlamentare CDU/CSU al Bundestag e coordinatore delle relazioni tedesco-russe in campo sociale presso il governo della RFT Andreas Schockenhoff ha letto una dichiarazioni del gruppo parlamentare riguardante l’omicidio di Markelov e Baburova. Nessuno ricorda un testo così duro a nome del partito del cancelliere.

La sala della fondazione Adenauer [3], che può contenere 350 persone, era piena. Là si è svolto il dibattito sul tema “Un presidente prigioniero? Quali chance di modernizzazione ha la Russia con il tandem Medvedev-Putin?”. Tra i partecipanti – Dmitrij Muratov, il corrispondente da Mosca della rivista “Focus” Boris Reitschuster, assai popolare in Germania, e il noto politologo e biografo di Putin Alexader Rahr.

Quest’ultimo ha fatto notare che l’emotività del momento non permette di esaminare costruttivamente i processi in atto in Russia e di valutare la situazione. A suo dire, un atteggiamento totalmente negativo è inutile, bisogna vedere i processi positivi e sviluppare relazioni economiche mutuamente vantaggiose con la Russia, rispettando il particolare cammino da essa scelto. In Germania c’è anche un tale, diffuso punto di vista.

Non di meno si è esaminato e valutato. Le emozioni non lo hanno impedito. Ma poi sulla scena sono stati dispiegati i ritratti di Markelov e Baburova e tutta la sala ha onorato la loro memoria con un minuto di silenzio…

“Questi omicidi in una strada piena di gente hanno aspetti da linciaggio”

Dalla dichiarazione del gruppo parlamentare CDU/CSU al Bundestag della RFT

Il gruppo parlamentare CDU/CSU al Bundestag della RFT condanna nel modo più deciso gli omicidi dell’avvocato e attivista per i diritti umani russo Stanislav Markelov e della giornalista della “Novaja gazeta” Anastasija Baburova. Questi omicidi mostrano per l’ennesima volta quanto sia pericoloso in Russia lavorare per le organizzazioni per la difesa dei diritti umani e per la stampa indipendente.

Questi omicidi in una strada piena di gente hanno aspetti da linciaggio e rivelano quello stesso “nichilismo nel campo del diritto” con cui in Russia vorrebbe lottare il presidente Dmitrij Medvedev. Purtroppo, proprio nell’ambito del diritto, che il presidente russo ha dichiarato propria priorità, si è notata tutta una serie di passi indietro già dopo il suo arrivo al potere. Contrariamente alle rassicurazioni del presidente finora non è seguito alcun miglioramento nella situazione dei diritti umani in Russia.

Un tale sviluppo degli avvenimenti semina dubbi sulla capacità dello stato russo di garantire la legge e l’ordine. Si rafforza l’impressione che l’insufficiente prosecuzione penale equivalga a una copertura politica di questo tipo di omicidi o perlomeno a un consenso ad essi.

Lo stato russo e in primo luogo il presidente Medvedev debbano preoccuparsi di dissipare immediatamente questi dubbi dandosi da fare senza posa per individuare e punire i colpevoli, compresi i mandanti, in un processo indipendente ed equo. Lo stato deve svolgere meglio la propria funzione: difendere i propri cittadini. Altrimenti le dichiarazioni del presidente sul fatto che ci sia bisogno di più potere alla legge e di più libertà e che ci sia bisogno di rafforzare i diritti dell’uomo, vanno considerate parole vuote.

P.S. Durante una riunione del gruppo parlamentare CDU/CSU al Bundestag 70 deputati hanno sostenuto l’iniziativa del vice-presidente del gruppo parlamentare Andreas Schockenhoff di proporre la candidatura dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani “Memorial” [4] al premio Nobel per la Pace.

Aleksandr Mineev
nostro corrispondente da Bruxelles

25.01.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/007/10.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] La via del centro di Mosca dove sono avvenuti gli omicidi di Markelov e Baburova.

[2] Istituto di studi politici e sociali legato all’omonimo colosso editoriale tedesco.

[3] Istituto di studi politici e sociali legato alla CDU.

[4] “Memoriale”, associazione nata per difendere la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e tuttora attiva per la difesa dei diritti umani in Russia.

27 gennaio 2009

Nel Giorno della Memoria ricordo anche i Giusti

Irena Sendler

Oskar Schindler

Giorgio Perlasca

Don Giulio Facibeni

Gino Bartali


I Giusti sono stati tanti e la mia scelta è stata arbitraria. A tre figure note, ho aggiunto due persone legate a Firenze, la mia città natale (mi si perdoni se ho dato a Ginettaccio la qualifica di Giusto, che credo meriti, ma non ha ancora ufficialmente). Perciò invito a fare segnalazioni motivate (e magari linkate) di Giusti che vanno ricordati. Perché non va dimenticato chi ha scelto il Bene davanti al Male.

26 gennaio 2009

Davanti alla morte

UN VENTENNE DI FRONTE ALLA MORTE E QUELLA COSA DELL'ALTRO MONDO CHE SONO I CRISTIANI

"Le scrivo perché anche oggi entrando a scuola abbiamo respirato un'aria di morte". Comincia così la lettera che mi ha scritto Marco, 19 anni, di Firenze. "Stanotte una ragazza che frequentava il terzo anno è morta dopo una notte di coma irreversibile. La sera prima stava andando in discoteca, era in macchina con altri ragazzi (.) la macchina si è schiantata contro un albero. La nostra scuola era già stata protagonista di grandi fatti di morte: tre anni fa, una ragazza che frequentava l'ultimo anno si è suicidata gettandosi da una finestra del terzo piano.

Può immaginare il clima che abbiamo respirato nei giorni e mesi seguenti... Oggi abbiamo rivissuto quel momento: le facce meste dei professori, i visi persi nel vuoto degli alunni, l'assenza fisica o psicologica dei suoi amici più cari e dei parenti". Marco è uno studente che frequenta l'ultimo anno di liceo. Fin qui la sua è solo una cronaca consueta, descrive ciò che accade quando la morte visita le nostre giornate e specialmente un luogo di giovinezza come una scuola. Capita che - dopo lo choc di qualche giorno - gli adulti si affrettino a richiudere quella finestra spalancata sull'immenso, sul mistero dell'esistenza, per fingere che la vita sia solo il consueto teatrino in cui ci trasciniamo tristemente a recitare una parte assegnata. Ma i giovani non distolgono facilmente lo sguardo dal Mistero.

Infatti è il seguito di questa lettera che più mi ha colpito e commosso. Marco è un avventuriero, assetato di verità e di una felicità che non svanisce in un istante, dunque continua: "Il Signore sta parlando alla mia generazione e lo sta facendo con forza. Ci sta parlando attraverso la sofferenza più estrema, attraverso la morte. Non molto tempo fa altri ragazzi sono morti o rimasti gravemente feriti a causa di incidenti stradali e la loro storia si è dovuta intrecciare obbligatoriamente con la nostra fede di Cristiani. Sto scoprendo sempre di più che questo mondo non può darci niente. Non può darci amicizie vere perché la parola d'ordine del mondo è 'essere' e se non sei nessuno o non appari, rimarrai sempre solo. Non può darti la felicità perché non dura più di 30 secondi. Non può darti la consolazione perché la sera quando arrivi a dormire ti ritrovi solo; solo coi tuoi problemi insormontabili, solo perché i tuoi genitori si stanno separando, solo perché nessuno ti ama. Non pensa anche lei che per noi Cristiani sia pronta una nuova missione, cioè quella di ricominciare una nuova evangelizzazione?".

Mi ha colpito leggere queste parole nella lettera di un diciannovenne, di un ragazzo normalissimo, ma che non si fa addomesticare dall'industria del rincoglionimento. Evidentemente Marco ha visto e sperimentato qualcosa di così bello e così grande che non si dissolve davanti al soffio di sorella morte. Questa parola, "evangelizzazione", indica infatti un volto e un nome, Gesù, che stupisce e commuove, che sui giovani specialmente esercita un fascino più potente perfino della desolazione della morte. E parla al loro cuore assetato di vita, di felicità, di amore.

Marco continua: "Tanti Santi hanno viaggiato in tutto il mondo per annunciare Cristo Risorto, ma forse per il nostro tempo è necessario partire, non dall'Africa o dall'Asia, ma da casa nostra, dalla nostra via, dalla nostra parrocchia. E' necessario far conoscere alla mia generazione che c'è un Dio che li ama, che è arrivato a morire per ognuno di noi, ma che è Risorto e ha distrutto la Morte. Posso assicurarle che queste persone stanno aspettando solo noi. Per grazia divina, i miei genitori sono entrati a far parte del Cammino-Neocatecumenale più di trent'anni fa e questo ha permesso che crescessimo nella fede. Personalmente questo Cammino mi ha permesso di scoprire un Dio che mi ama non per i miei meriti, ma per come sono, soprattutto per i miei peccati, e che vuole solamente curarmi, vuole mostrarmi il suo amore. Nella nostra parrocchia ci siamo ritrovati davanti a tante morti umanamente assurde, ma paradossalmente le famiglie implicate in queste morti hanno risposto con l'Amore. ".

E a questo punto Marco inizia un resoconto sconvolgente di vita quotidiana. In un mondo disperato, dove i media hanno attenzione solo alle misure delle ospiti del Grande Fratello esistono uomini e donne con una certezza e un amore più forti della morte.

"Più di otto anni fa il mio amico Niccolò è morto per un tumore al cervelletto. Ha potuto concludere solo le scuole elementari e non ha conosciuto l'età più bella della vita. Nonostante tutte queste assurdità, ciò che mi ha sempre colpito di lui era il sorriso che portava con sé arrivando al catechismo, anche dopo aver fatto la terapia. Dalla sua morte, il nostro gruppo di catechismo ha ricevuto la grazia di restare unito fino ad oggi ed è un vero miracolo, pensando a dove possono essere adesso tanti miei amici. Il suo funerale fu una festa indescrivibile; uno dei suoi fratellini era così eccitato che, quando abbiamo accompagnato il suo corpo al cimitero si è messo a gridare ingenuamente di volerlo raggiungere per poter giocare ancora con lui. Quel funerale colpì tutti i presenti, perché non si era detto Addio a nessuno, si era salutato un fratello che avremmo rivisto. Per la fede dei suoi genitori e per la bellezza e la gioia di quel funerale molte persone si sono interrogate profondamente e forse lo fanno ancora oggi. Quello che colpisce sempre le persone è che i funerali nella mia parrocchia sembrano matrimoni: i canti sono tutti gioiosi e la bara è posta sopra il fonte battesimale, che si trova a terra, perché simboleggia il passaggio dalle acque della morte alla vita nuova. Più recentemente, un ragazzo, Jonatan, è morto cadendo di motorino; una cosa che non posso dimenticare è il volto di sua madre che ci invitava a stare allegri, perché Jonatan era andato in Paradiso. Sul sagrato, un suo amico mi disse che non era meravigliato della risposta di questa madre alla morte del figlio. Mi disse: 'Loro sono religiosi'. Queste morti sono state per me una dura prova perché mi hanno diviso da tanti affetti, mi hanno messo davanti al fatto che non siamo eterni, che possiamo e dobbiamo morire. Ma ho scoperto che questa morte è stata vinta da Cristo. Egli ha vinto le mie morti. Io sono certo di questo, ma vorrei che questa buona notizia arrivasse a tutti i miei amici, a tutti i miei coetanei che forse non sanno dare un senso alla loro vita; io però sono uno solo e non posso raggiungerli tutti. Chiedo quindi aiuto alla Madre Chiesa, in cui confido perché ho sperimentato che è davvero madre, che mi dona il perdono e che davvero da essa passa la mia salvezza".

Marco mi scrive il suo accorato appello alle parrocchie della sua città (come rispondono sacerdoti e vescovi?), le invita ad aprirsi ai movimenti "perché so che è difficile vivere da Cristiani senza una piccola comunità che ti aiuta, che ti ascolta, che ti corregge, in cui sperimenti il perdono, in cui c'è Cristo. Esorto tutte le parrocchie fiorentine ad aprire le porte a Cristo in queste nuove forme, perché i giovani sono per strada a drogarsi, a bere, senza genitori, senza Amore. La loro vita non ha un senso e noi che siamo il sale del mondo abbiamo il dovere di annunciare loro che Cristo li ama e che possono cominciare a sorridere, possono smettere di fingere, possono piangere senza paura di essere giudicati 'deboli', possono scoprire amicizie vere fondate sull'Amore di Cristo. Questi ragazzi hanno il diritto di sapere che rivedranno i loro amici in Paradiso e che non c'è morte che possa dividerci, c'è solo Cristo che ci unisce all'altro".

Non è una cosa dell'altro mondo? Don Giussani diceva che il cristianesimo "è letteralmente una cosa dell'altro mondo in questo mondo". In effetti il Paradiso inizia già qui, come il sorriso che si apre nelle lacrime e alla fine prende il sopravvento. Come il sole quando spalanca le nuvole e illumina le ultime gocce di pioggia portando finalmente l'azzurro.


Antonio Socci

Da "Libero" 21 gennaio 2009

Il bogatyr' Medvedev

Il viaggio di Dmitrij Anatol’evič in veste di bogatyr’ [1]


Andrej Babickij [2], 25.01.2009 18:51






Qualcuno capisce cosa abbia dimenticato in Inguscezia Dmitrij Anatol’evič Medvedev? Beh, perché non aveva voglia di starsene seduto in casa? Perché questi, caparbio [3], ha imposto a questi suoi sudditi, non indifferenti e anzi gravati, il pesante fardello di sciogliere il mistero della propria visita a questo, sia concesso dirlo, assai turbolento soggetto della Federazione?

Forse quando Vladimir Vladimirovič [4] scese dal caccia cosmico d’oro con brillanti nel centro di Groznyj avvolta dalle fiamme tra i mujaheddin inferociti, questi trovò parole, che penetrarono il cuore di ogni russo. Perfino di coloro, che per tutta la vita hanno saputo solo far ronzare a tempo il telaio in un buio posto da lupi [5]. Agitando la spada magica [6], Vladimir Vladimirovič tagliò una dozzina di teste basurmane [7] e l’annunciò con un forte ululato all’intorno. I mujaheddin allora intuirono, che era giunta la loro fine, inevitabile come l’abbraccio di Iblis [8], scurirono in volto e se la squagliarono nei cessi [9]. Là era stabilito che trovassero il loro ultimo riposo.

Sapeva Vladimir Vladimirovič, dove corrono e si attorcono le vie e le strade dello spirito russo, come di nuovo abbeverarlo della sua inebriante, potente forza, farne un'arma insuperabile, che cancellasse dal volto dell’inimico lo sfrontato e sfacciato riso. Con i propri corpi speciali in Cecenia Vladimir Vladimirovič per lunghi anni agitò il sangue dei bogatyri, rinvigorì la loro piccola forza e consacrò le gesta della gloriosa armata.

Insomma, quanto a Vladimir Vladimirovič tutto è più o meno chiaro. Avrebbe superato il serpente basurmano dalle molte teste e l’avrebbe ricacciato nel suo fetido covo, avrebbe conferito coraggio e forza mai vista ai bravi russi, avrebbe liberato il popolo dal giogo [10]. Per la prima volta dopo lunghi anni presero a respirare liberamente le genti russe a pieni polmoni – nessuno più impediva loro di abbracciare teneramente le betulle e ballare in tondo [11] nelle steppe senza fine…

Ma Dmitrij Anatol’evič? Questi è giunto in volo inaspettatamente, come un vortice [11], desiderando fare il bogatyr’ sull’esempio del vecchio compagno. Anche in Inguscezia, come sappiamo, non è semplice, e a rigor di logica dopo Il’ja Muromec [13] dovrebbe comparire Dobrynja Nikitič [14] o nel peggiore dei casi Alëša Popovič [15]. Forse così era stato anche pensato, poiché di nuovo, come pure nei tempi più antichi, l’inimico solleva la sua testa di serpente, sibila, fende l’aria con un duplice pungiglione, minaccia la fine della Madre Russia.

E’ solo che a Dmitrij Anatol’evič non è riuscito saltar giù altrettanto elegantemente da un caccia cosmico d’oro e annunciare all’intorno con un ululato da bogatyr’. Dal suo stretto petto è uscito un prolungato gemito. Né “fare fuori nei cessi”, né altre magiche ricette ha portato questi agli ingusci, ma ha promesso oro a profusione, perché le piccole genti vivano onestamente e dimentichino di dar battaglia per le strade.

Ha detto, in verità, qualcosa su misure straordinarie e si fece minaccioso come un adulto, ma i furboni ingusci hanno fatto entrare le sue parole da un orecchio per farle uscire dall’altro [16]. Invece quando Vladimir Vladimirovič menzionò tali misure, tutti all’improvviso ebbero caldo e se la fecero sotto. Sapevano che questo non si sarebbe fermato davanti a nessuno, poiché era pronto per la Rus’ [17] ad abbattere l’inimico senza fine e senza tener conto di nulla. E non solo l’inimico, ma in generale chiunque capitasse a tiro. Ma ecco che con Dmitrij Anatol’evič è tutta un’altra storia. E’ come se si dolesse di questa piccola gente, pensa che ai suoi giochi da brigante abbiano acconsentito per la brutta vita che fa e che si dovrebbe lasciarle 29 miliardi [18]. Allora si rappacificherà definitivamente la terra inguscia.

E non con un minaccioso, sfrontato ululato si è compiuto la prodigiosa apparizione di Dmitrij Anatol’evič alle genti ingusce, ma con dolci discorsi e persuasioni. Fra l’altro, le parole sui 29 miliardi i furboni le hanno succhiate come latte materno. Ci sarà di che occuparsi in breve tempo. Ed ecco che le misure eccezionali sono rimaste a colare a goccioline dalla punta delle dita infantili di Dmitrij Anatol’evič. Il mattino dopo ne ha rimosso le tracce secche con uno straccio un’anziana sguattera.

Non ne è venuta fuori una fiaba, non è stata raccontata né così né cosà. Va Dmitrij Anatol’evič per gli stessi sentieri di Vladimir Vladimirovič, ma pone i piedi come un’anatra, prova attentamente con le mani la pista, come se lo potesse ingannare. Parla amorevolmente, anche se si da un aspetto severo. Ma con lui il popolo, pare, giace senza misura, finché non lo sostituirà il vecchio compagno. E solo questi sa come premere, gettare a terra e decapitare. E senza questa capacità non sanno andare per la terra caucasica e ancora a lungo non impareranno.

L’illustrazione è tratta dal sito Blog umnych myslej [19].

Ingushetia.org, http://www.ingushetia.org/news/17825.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Guerriero dotato di forza sovrumana (la radice del nome è bog, “dio”), eroe del folclore russo.

[2] Andrej Maratovič Babickij, giornalista russo spesso in contrasto con l’establishment.

[3] Il termine è arcaico, biblico (nella versione italiana è tradotto con “di dura cervice”). Da qui in poi Babickij usa ironicamente il linguaggio arcaico delle fiabe e delle leggende russe, assai difficile da tradurre.

[4] Putin, s’intende. Ma gli eroi delle fiabe e delle leggende russe in genere hanno solo nome e patronimico (vedi nota 3).

[5] Letteralmente “angolo da orsi”.

[6] Il kladenec (nome con molteplici tentativi di interpretazione) del bogatyr’ colpisce praticamente da solo.

[7] I nemici dei leggendari guerrieri russi sono detti basurmane, evidente corruzione di musul’mane (“musulmani”). Gli slavi orientali hanno iniziato a combattere con popoli islamici ancor prima della loro cristianizzazione. Il corsivo è mio.

[8] La principale figura negativa della demonologia islamica (confusa forse qui con l’Ade greco).

[9] Allusione all’affermazione di Putin, secondo cui i russi avrebbero stanato e “fatto secchi” i terroristi “anche nei cessi” (la frase è stata tradotta in vari modi, ma ciò che è certo è che usò termini gergali assai rozzi).

[10] Si allude al “giogo tataro”, ovvero alla sottomissione della Russia ai Tatari nei secoli XIII-XVI.

[11] I riti legati ai culti arborei e solari sono sempre stati praticati dal popolo russo anche dopo la cristianizzazione e anzi sono ritenuti da questo costitutivi della propria identità.

[12] Per vichr’ si può intendere anche un leggendario essere malefico che si manifesta come un piccolo turbine di vento. Al di là della leggenda, va detto che in Russia (come ho potuto constatare di persona) il fenomeno meteorologico delle “trombe d’aria microscopiche” è frequente.

[13] “Elia di Murom”, il più celebre bogatyr’ nella cui figura si mescolano tra gli altri i tratti del profeta Elia e della divinità tonante precristiana Perun (sorta di Giove slavo). Murom, nella Russia centrale, è una delle più antiche città russe.

[14] “Dobrynja, figlio di Aniceto”, altro celebre bogatyr’. Dobrynja deriva da dobryj, “buono”.

[15] “Alëša (diminutivo di Aleksej, “Alessio”), figlio di pope”, bogatyr’ forse meno popolare in cui la commistione tra paganesimo e cristianesimo appare più evidente.

[16] Letteralmente “hanno fatto passare le sue parole accanto alle orecchie”.

[17] Antico nome della Russia.

[18] 29 miliardi di rubli sono oltre 685 milioni di euro…

[19]”Blog dei pensieri intelligenti”, opera del giornalista Vladimir Rudol’fovič Solov’ëv. Indirizzo: http://vsoloviev.livejournal.com/