20 aprile 2009

Medvedev intervistato dalla "Novaja gazeta"

La dichiarazione di Medvedev. Anno 2009

Nell'intervista alla “Novaja gazeta” il presidente russo ha parlato di sazietà e di libertà, delle elezioni a Soči, del “caso JUKOS”, della propria non appartenenza a un partito, di censura a Internet e di “riabilitazione della democrazia”


Il presidente russo Dmitrij Medvedev ha risposto alle domande della “Novaja gazeta” il 13 aprile nella residenza di Gorki [1]. Questi ha fatto notare che “questa è la sua prima intervista ad un organo di stampa russo, ma la pratica proseguirà anche con altri giornali”.

Su Soči

“Novaja gazeta” (Muratov [2]): Vorrei cominciare con domande più generali, ma ce ne sono di urgenti. Forse sarebbe meglio cancellare le elezioni a Soči che farne un'imitazione? Un'imitazione è più cinica di una cancellazione. Il candidato Lebedev è stato di nuovo tolto di mezzo dal tribunale, al candidato Nemcov non permettono di portare avanti la campagna elettorale.

D. Medvedev: Finora non so chi e come sia stato tolto di mezzo, ma in ogni caso a Soči va avanti una valida battaglia politica. Ed è bene che ad essa partecipino diverse forze politiche. A mio modo di vedere, molte elezioni municipali peccano di uniformità, la gente non ha chi scegliere, non le interessa.

E' vero che i cittadini quasi sempre scelgono i politici che capiscono e non le famose star, ma più fatti netti del genere ci sono, tanto meglio per il sistema elettorale, per la democrazia nel paese.

Ma per quanto riguarda le circostanze concrete, alle elezioni ci saranno sempre candidati che perdono, candidati che vengono tolti di mezzo, è così in tutto il mondo.

Ma in generale penso: per la democrazia campagne così nette sono un bene.

Il patto sociale. Di nuovo a proposito di salame e di libertà

“Novaja gazeta”: Il 15 aprile lei terrà il Consiglio presidenziale per la società civile e i diritti umani. Sono stato contento quando ho visto nella lista di questo consiglio persone intelligenti e a modo. Auzan [3], Simonov [4], Svetlana Sorokina [5], Panfilova Elena [6], Jurgens [7], Irina Jasina [8] e non li ho detti ancora tutti. Ho capito bene che la società civile oggi è per Lei più importante della società della “gente in borghese”?

D. Medvedev: Sa, la società civile è per la Russia una categoria che non abbiamo ancora imparato fino in fondo a recepire correttamente. La società civile in tutto il mondo è l'altra faccia dello stato. Lo stato non è solo una macchina politica, è quella forma di organizzazione della vita che è fondata sul potere statale e basata sulla legge. Ma la società civile è la misura umana di qualsiasi stato. Essa opera sì in ambito legale, ma secondo leggi proprie, umane, che non sempre, fra l'altro, hanno forma giuridica. Ancora non molto tempo fa molti non capivano affatto, quando gli si diceva “società civile”. “Stato” è più o meno comprensibile. Ma cos'è la società civile? La società dei cittadini? Ma noi siamo comunque in qualche modo cittadini del nostro paese. Ma ora c'è già il concetto che la società civile è l'istituto sociale inalienabile di qualsiasi stato. L'istituto dell'altra faccia. Le organizzazioni di persone che si trovano fuori dai posti di comando, ma partecipano attivamente alla vita del paese. E gli incontri, il contatto tra il presidente di un paese e i rappresentanti della società civile sono assolutamente necessari. Faccio notare: questi contatti non sono mai facili per alcun potere. Perché la società civile, i rappresentanti delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno sempre un enorme quantità di rimostranze da fare allo stato e alla leadership. Hanno moltissime domande da fare. Ma alle domande non sempre si ha voglia di rispondere. Ma proprio per questo tali contatti devono avere un carattere sistematico. Fra l'altro anche nell'ambito del Consiglio da Lei ricordato. Io conto sul fatto che sarà una conversazione interessante. Dura, evidentemente. Ma proprio in questo sta il suo valore.

“Novaja gazeta”: Tra stato e società (più precisamente, la maggior parte di essa) per alcuni anni c'è stato un tacito accordo: lo stato garantisce un certo livello di sazietà e di comfort e la società in cambio della sazietà garantisce lealtà allo stato.

D. Medvedev: Lei intende lo schema “democrazia in cambio di sussistenza” o, diciamo, “salame in cambio di libertà”?

“Novaja gazeta”: Sì. Ma ora, in mancanza della sussistenza di un tempo, quale può essere il patto secondo Lei? La parola “disgelo” non la pronuncio neanche, ma uno “scongelamento”1 della società – sia pure. Con la crisi né la società, né lo stato possono farcela da soli, bisogna parlare in qualche modo.

D. Medvedev: Il contratto sociale, certamente, è una delle più luminose idee umane, che, senza dubbio, ha giocato un ruolo significativo nello stabilimento degli istituti democratici nel mondo. Le fonti dell'idea di Rousseau sono note, ma se si parla della lettura moderna del contratto sociale, allora direi che questa costruzione è alla base della nostra Costituzione. Anche la Costituzione è un accordo speciale tra lo stato da una parte e i cittadini di questo stato dall'altra.

“Novaja gazeta”: Un accordo su cosa?

D. Medvedev: Sul modo di esercitare il potere sul territorio del nostro stato, del nostro paese. In questo contesto il contratto sociale significa la trasmissione allo stato di una parte dei poteri che in forza del diritto naturale appartengono alla persona. Perché questo le garantisca sussistenza, vita e libertà. Ma mi pare che in nessun caso si possa contrapporre una vita stabile e buona all'insieme dei diritti e delle libertà politiche. Non si può contrapporre la democrazia alla sazietà. D'altra parte è certo chiaro che i diritti e le libertà inalienabili dell'uomo e del cittadino possono essere minacciati, se la società non è stabile. Se in essa non viene garantita la sussistenza elementare. Se le persone non si sentono difese, se non ricevono gli stipendi, se non possono comprare le provviste fondamentali, se la loro vita è minacciata.

Perciò nella Sua domanda per me non c'è contraddizione. Per me è evidente che le radici del contratto sociale non sono solo nelle note teorie del XVII-XVIII secolo, ma anche nella nostra Costituzione.

“Novaja gazeta”: Sostiene la coesistenza in Russia di libertà e sussistenza?

D. Medvedev: Sì.

Il funzionario. I suoi redditi, i suoi compiti, sua moglie, i suoi diritti

“Novaja gazeta”: La principale funzione della società al giorno d'oggi è certamente il controllo sulla burocrazia. Su quei compiti, quei servizi, che la burocrazia fornisce a questa società. Come si può, secondo Lei, esercitare questo controllo? Tutto il paese ha letto le dichiarazioni dei redditi e delle proprietà dei Suoi sottoposti e di quelli del primo ministro.

D. Medvedev: A tutti, probabilmente, è piaciuto leggere questo?

“Novaja gazeta”: Sì, è piaciuto. A dire il vero, non si capisce chi controllerà l'autenticità delle dichiarazioni. Nel nostro paese da qualche giorno è sorta una potente comunità di “miseri” mariti di mogli facoltose…

D. Medvedev: Sa, il compito di controllare la burocrazia, i funzionari è uno dei compiti fondamentali di qualsiasi stato. Lo stato deve controllare la classe dei propri funzionari, che, propriamente, serve questo stato. E certamente si tratta delle più diverse procedure di controllo.

Di questo abbiamo cominciato ad occuparci già abbastanza presto e non posso dire che abbiamo ottenuto grandi successi. Ma se si parla, diciamo, della situazione degli anni '90 e della situazione attuale, io ritengo comunque che questa sia migliore. Gli schemi di controllo come minimo hanno già le loro procedure giuridiche e come uomo con un pensiero giuridico posso dire che le procedure hanno un significato molto importante. E da quanto si applicano dipende l'ordine legale nella società nel suo complesso, dipende la conoscenza giuridica, dipende il livello dello stesso nichilismo giuridico di cui ho parlato più di una volta. Perciò ora da noi c'è una sufficiente quantità di procedure. Qualche tempo fa abbiamo cambiato la legislazione sul servizio statale. Io, fra l'altro, ho cominciato ad occuparmi di questo quando ancora lavoravo nell'amministrazione presidenziale. Abbiamo approvato una legge moderna assolutamente eccellente sui fondamenti del servizio statale, abbiamo approvato leggi su diversi tipi di servizio statale e questo lavoro continua, là ci sono molte novità. Non molto tempo fa abbiamo approvato un intero pacchetto di leggi anticorruzione e di emendamenti alla legislazione sul servizio statale, tra cui quelli che presuppongono la dichiarazione dei redditi e una serie di altre cose serie e utili. A mio modo di vedere, il problema principale ora consiste non nell'assenza di atti normativi sul controllo, ma nella loro inderogabile applicazione. Questo, certamente, è la cosa più difficile. Perché quando la burocrazia si propone di controllare se stessa, questo certamente non soddisfa, lo capisco. Ma bisogna fare in modo che queste procedure siano comunque osservate, anche se a nessuno piace controllare se stesso, a nessuno piace costringere se stesso entro margini ristretti. Ma una società civilizzata si distingue anche in questo da una poco civilizzata, per il fatto che comunque ha imparato a farlo. Per quel che riguarda le dichiarazioni, questo è solo uno degli istituti di controllo. E' importante, ma non è tutto, certamente. Non è affatto male, che per la prima volta in tutta la storia dello stato russo (questo non c'è mai stato – né sotto lo zar, né sotto il potere sovietico, né nella storia più recente) tutte le più alte cariche abbiano non semplicemente scritto per il fisco, per esempio – quali siano i loro redditi e quelli dei loro parenti più stretti, ma l'abbiano presentato al popolo.

Ecco un'abitudine che deve formarsi e che non deve dare allergia.

Certamente mi potrebbero chiedere: la pubblicazione delle dichiarazioni significa che abbiamo posto sotto controllo tutte le alte cariche e gli altri funzionari? Certamente no! Ma come minimo il primo passo nella direzione assolutamente giusta è stato fatto. E se una persona di anno in anno dichiara i redditi, e per le alte cariche questa non è semplicemente una dichiarazione, ma, ripeto, anche una pubblicazione di documenti – come minimo questa persona deve pensare qual è la natura della proprietà che acquisisce e con quali mezzi questo acquisto viene fatto. Fra l'altro noi, certamente, non dobbiamo permettere cose umilianti per la persona. Io ritengo che i nostri funzionari sono cittadini russi come tutti, che adempiono una missione molto utile.

“Novaja gazeta”: Cittadini russi come tutti?

D. Medvedev: Assolutamente come tutti gli altri.

“Novaja gazeta”: Solo che hanno le sirene.

D. Medvedev: Beh, non tutti davvero. Questa è comunque una certa, diffusa opinione erronea. Da noi ci sono milioni di persone che ricoprono cariche, di servitori dello stato, ma tra questi ha diritto a particolarità di spostamento di questo tipo solo un numero insignificante. Così sia la dichiarazione, sia altre forme di controllo creano una catena di avvenimenti, che alla fine deve formare la storia della persona.

“Novaja gazeta”: La storia creditizia del burocrate?

D. Medvedev: E perché no? E' assolutamente la stessa persona. Ecco, Lei ha parlato, per esempio, delle mogli. In primo luogo, ritengo che ogni persona possa determinare a modo proprio come organizzare la vita nella propria famiglia. E non c'è niente di particolare nel fatto che le mogli dei funzionari si occupino di affari, no. La questione è un'altra: quanto è trasparente questo? E certamente nel fatto se non ci sia qui un conflitto di interessi. Se, mettiamo, un'alta carica si occupa della regolamentazione dei processi di questo o quel settore e suo marito o sua moglie lavorano per una grande compagnia di quel settore, questo non è etico. Ma se si tratta di qualche altro business – non c'è niente di terribile. E' così in tutto il mondo. Non c'è alcun tabù sul fatto che i coniugi delle alte cariche si occupino di affari, non esiste. E' una questione di misura e di cultura interna. E le azioni per la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi delle principali alte cariche e dei loro parenti prossimi devono creare questa cultura.

Forse non di punto in bianco.

Ma ripeto ancora una volta, si crea già una certa storia. La storia della singola persona come leader e la storia della sua famiglia.

Questo, fra l'altro, potrebbe essere spiacevole, perché non sempre si vorrebbe, che qualcuno giudicasse i redditi di tuo marito o di tua moglie. Ma questo è parte dell'immagine pubblica del funzionario. Ma ogni persona ha una scelta! Si può restare nel mondo degli affari e in modo assolutamente legale, ma allo stesso tempo fare soldi alla chetichella senza pubblicare alcun resoconto. Il segreto bancario in Russia dev'essere garantito come in ogni altro paese.

Ma si può scegliere un altro percorso.

Si può entrare a far parte dei servitori dello stato, diventare funzionari, ma in questo caso una persona, che in particolare “pensa al futuro”, che struttura in modo corretto la propria carriera deve capire che in qualche momento tocca rivelare parte della propria vita privata. Questa è una scelta consapevole, ma chi la compie deve capire che è inevitabile. E questo può procurare fastidi alla sua famiglia.

“Novaja gazeta”: Ma Lei personalmente ha percepito una reazione negativa dei funzionari? O nei confronti della Sua decisione – pubblicare le dichiarazioni – sono stati comprensivi?

D. Medvedev: Beh, sa, il ruolo di presidente libera dal dover ascoltare la reazione negativa dei funzionari.

Ho preso una decisione e tutti devono eseguirla.

Sui tribunali e sull'“affare Chodorkovskij-Lebedev”

“Novaja gazeta”: Dmitrij Anatol'evič, dal “tribunale del popolo”, quando si pubblicano, si espongono le dichiarazioni e appare la “storia creditizia” dei funzionari, si vorrebbe passare al Suo tema preferito: ai tribunali e alla loro indipendenza. Vorrei fare domande sul “secondo caso JUKOS”. Prevediamo al Suo posto la conclusione di questo caso? La conclusione del primo caso per la maggior parte delle persone che se ne sono interessate è stata, ahimè, chiara. Ma prevediamo la conclusione adesso? Mi è giunta una lettera del genere: forse Medvedev per la prima volta telefonerà ai giudici, fra gli altri al giudice del “caso JUKOS” e dire: tu sei indipendente, tu sei indipendente, ti ricordo, tu sei indipendente, tu sei indipendente, tu sei indipendente! Ecco un comando manuale per il ristabilimento della cultura giuridica…

D. Medvedev: Posso dirLe che ogni comando manuale ha in se perdite molto grandi. Non parlo neanche del processo. Semplicemente è necessario aspirare al fatto che la macchina dello stato funzioni in regime di ragionevole automatismo. Adesso per quanto riguarda i tribunali e il processo concreto. Io qui rispondo abbastanza brevemente. Forse per qualcuno prevedo la conclusione di questo o quel caso. E' questa libertà la felicità della persona che non è investita di obblighi di stato, ma è, mettiamo, un analista libero e dice: io penso che andrà così! E poi dice: ecco che è andata così! Oppure – pardon, mi sono sbagliato.

Ma per un servitore dello stato, e tanto più per il presidente, non può esserci alcuna libertà del genere nel fare commenti.

La previsione di un verdetto, di una condanna da parte del presidente è contraria al diritto. E' il segno di un'infrazione della legge. Ma per tutti gli altri commentatori liberi è una faccenda personale. Per i servitori dello stato e per il presidente non dev'esserci alcuna previsione su alcun processo.

“Novaja gazeta”: Lei ora ha quasi ripetuto l'eccellente frase del XVIII secolo dell'imperatore Federico (cito una lezione di M. Mamardašvili [9]). Quando Federico volle togliere un mulino a un mugnaio, il mugnaio gli disse : “Signor Imperatore, oltre a Voi nel vostro paese ci sono anche i giudici…”. E Federico, dopo aver lasciato il mugnaio in pace, ordinò di scrivere sulla sua residenza: “Signor Imperatore, oltre a Voi nel vostro paese ci sono anche i giudici…”. Buon per il mugnaio. Oltre all'imperatore aveva i giudici.

D. Medvedev: Ci sono anche altre sentenze su questo tema. Per esempio: “Tutto il sistema politico esiste solo perché i giudici possano espletare la loro funzione in modo indipendente”. Così disse Hume.

“Novaja gazeta”: Ed è un pensiero splendido…

Una tessera di partito per il presidente

“Novaja gazeta”: Prima di passare a questioni di beneficenza, vorrei farle una domanda. Ci sono giunte voci. Lei non intende diventare membro di un partito? Forse anche di quelli al governo?

D. Medvedev: Ma io non molto tempo fa ho parlato su questo tema, quando mi sono incontrato con “Russia Unita” [10]. E ho detto che nel nostro paese ora esiste la tradizione del “presidente senza partito”. E in un determinato periodo storico, io ritenevo e ritengo così, questo è giusto. Se volete – per via dello scarso sviluppo del nostro sistema politico. Questo deve svilupparsi, deve diventare più maturo. Ciò non significa che si possa mettere la croce su un presidente di partito e dire che questo è impossibile per il nostro paese. In altri paesi diventano presidenti persone che sono sia membri di partiti, sia leader di movimenti politici. Da noi finora non è così. La domanda è: quando saremo pronti per questo? E' una questione di pratica politica. E' una questione di vita politica.

“Novaja gazeta”: Cioè bisognerà fare tra qualche tempo anche riforme del sistema elettorale perché sia garantita una reale concorrenza tra i partiti?

D. Medvedev: Io ritengo che sia la legislazione elettorale, sia la legislazione sul modo di svolgere le elezioni, sia la legislazione sui partiti, sia la legislazione sulle formazioni sociali siano abbastanza mobili. A mio parere si possono e si devono cambiare periodicamente. Come in altri paesi è avvenuto ed avviene. E nel nostro paese questo è un processo del tutto normale. Io sarei molto più prudente, diciamo, nel cambiare la legislazione civile, che determina la situazione patrimoniale dei nostri cittadini, il diritto di proprietà nel paese, gli istituti di arbitrato, gli istituti di successione, perché queste sono cose fondamentali. Il Codice di Napoleone è stato approvato 200 anni fa. E niente, funziona, nonostante che in esso vi siano molti anacronismi. Ma nessun cambiamento deve porre in dubbio le basi fondamentali dell'ordine costituzionale.

Sulla beneficenza e la misericordia

“Novaja gazeta”: Giorni fa (Lei probabilmente l'ha visto nei blog) si sono giustamente agitate le “Madri di Beslan”. Ai tutori e ai genitori rimasti vivi è stato richiesto il pagamento delle tasse per la vita e l'istruzione dei loro figli nel liceo “Koralovo”2. Lo stato non spende soldi per esso, ma esige il pagamento delle tasse.

E questo non è un caso particolare. Quando io come privato cittadino verso soldi per la cura di un bambino malato, so che ai genitori richiederanno un imposta del 13 per cento, come da un reddito!

Chi riceve questi soldi, appena li ha raggranellati per la cura del bambino (ci sono molti esempi in questo senso), deve piangere, ma andare e pagare.

Forse ha senso cambiare la legislazione sulla beneficenza?

D. Medvedev: La legislazione sull'attività benefica ha bisogno di perfezionamenti. Il problema, come al solito, è nei dettagli. Ci sono casi del tutto evidenti, quando si parla di attività benefica e si presta aiuto a bambini malati e agli anziani. E ci sono cose meno evidenti, quando sorge la tentazione di indirizzare per quel tipo di canale soldi per il raggiungimento di scopi commerciali.

Bisogna imparare (con l'aiuto della legge) a distinguere i soldi diretti alla beneficenza da quelli diretti al raggiungimento di scopi commerciali.

“Novaja gazeta”: E bisogna rendere più facile alla gente compiere buone azioni. Mettiamo: hai visto in un giornale la foto di un bambino malato, sotto di essa c'era il numero di un operatore di telefonia cellulare, l'hai chiamato e ti hanno detratto soldi dal tuo conto. L'accessibilità di una buona azione è assoluta. Ma le compagnie telefoniche prendono percentuali impensabili su questo servizio e tutto perde senso.

D. Medvedev: Buona idea. Tutto dev'essere fatto molto rapidamente e fra l'altro l'accessibilità alle buone azioni dovrà essere la stessa per i ricchi e per i poveri.

La beneficenza è importante su larga scala (per stimolarla abbiamo approvato una legge per la creazione di fondi a questo scopo) e nel piccolo. Questa, peraltro, non ha minor valore. Ho sempre fatto questo esempio: perché per qualche motivo ci vergogniamo a tirar fuori di tasca 100 rubli [11] e inviarli a un fondo per il sostegno ai bambini malati o per il sostegno alla propria università, in cui si è studiato. Perché? Perché abbiamo dei dubbi. Beh, cosa 100 rubli? Penseranno che li prendi in giro. Ma per qualche motivo in altri paesi non ci vergogniamo a mandare un dollaro, anche uno solo, alla propria università o alla municipalità della propria città, perché la gente pensa che agire così sia perfettamente normale… E bisogna aiutare in qualche modo importanti iniziative sociali. Mi sembra che questo sia molto giusto – far del bene indipendentemente dallo status, con qualsiasi somma.

E' opportuno dire che una pratica del genere c'è. La Sberbank [12] ha fatto un'azione interessante. Hanno cominciato ad emettere carte di credito particolari. Se prendi una carta del genere, sottoscrivi anticipatamente che di qualsiasi tua spesa qualcosa, una piccola percentuale dell'acquisto, andrà in beneficenza3.

“Novaja gazeta”: Le trovate in campo sociale sono cose importanti e spesso non richiedono spese serie. Noi insieme al Comitato delle madri dei soldati di Valentina Mel'nikova e ad alcuni distretti militari abbiamo condotto un esperimento – abbiamo dato telefoni cellulari alle reclute. Beh, perché in caso di necessità telefonassero alla procura, alla mamma o alla ragazza. I casi di nonnismo, come ci hanno comunicato, si sono decisamente ridotti. A questa tariffa, mettiamo: “da soldato”… E verso la fine del servizio – “da congedato”…

D. Medvedev: Buona idea. I crimini compiuti nell'esercito sono pericolosi prima di tutto per la loro latenza, perché al procuratore militare, all'inquirente militare ne giunge solo una percentuale molto insignificante, per non parlare della prospettiva di un processo. Ma i mezzi di comunicazione moderna certamente aiutano.

Le nonne salveranno la Russia

“Novaja gazeta”: Non molto tempo fa abbiamo pubblicato un articolo dalla città di Majskij. Forse Lei ha sentito questa storia, è legata a Lei. Nella città di Majskij in Kabardino-Balkarija [15] è corsa voce che presto sarebbe arrivato Medvedev, in quanto Medvedev ha una nonna che vive là da quelle parti. E che fanno le autorità, non potendo trovare la nonna? In ogni caso a Majskij hanno allungato le strade dappertutto. Hanno portato via tonnellate di spazzatura, hanno pavimentato la piazza cittadina, hanno messo una fontana. La gente è contenta. Penso che se spandessero voci sulle nonne di Medvedev, di Surkov [16], di membri del governo in varie città, forse le autorità locali si risveglierebbero per la paura.

D. Medvedev: Non è una cattiva tecnica… Capisco di cosa si parla. Un tempo in Kabardino-Balkarija e proprio nella provincia di Majskij, se ben ricordo, lavorava mio nonno come segretario del comitato provinciale del partito. A dire il vero, è stato molto tempo fa, è stato più di 60 anni fa, comunque. Forse da questo è venuta fuori la notizia…

Internet e televisione. Gradi di libertà

“Novaja gazeta”: Internet è uno dei pochi spazi pubblici di discussione. Lei pensa che i funzionari cerchino continuamente di mettere la Rete sotto controllo?

D. Medvedev: Penso che non sia così. Internet non è semplicemente uno dei pochi, ma, a mio modo di vedere, il migliore spazio di discussione e non solo nel nostro paese, ma anche in generale, perché non c'è niente che sia stato inventato di più socialmente rilevante, niente che entri più attivamente in ogni casa e che allo stesso tempo crei la possibilità di creare comunicazione diretta, di Internet.

Nei confronti di Internet ho espresso più di una volta la mia posizione e posso dire ancora una volta – dobbiamo creare da noi condizioni normali per lo sviluppo di Internet. Come persona abbastanza profondamente immersa in Internet e che la usa ogni giorno abbastanza intensamente, ritengo che dobbiamo avere una normale base giuridica per il suo sviluppo nel nostro paese – giuridica e organizzativa. Perché senza una base organizzativa, ne ho parlato poco tempo fa, Internet nel nostro paese non si svilupperà.

Non molto tempo fa ho presenziato al lancio della tecnologia WiMAX4 in Armenia e ho semplicemente invidiato i nostri amici armeni, perché sono una piccola repubblica e hanno subito coperto tutto – tutto, in generale. Si può andare per il loro territorio e guardare la televisione in macchina: con l'aiuto di Internet il segnale giunge a grande velocità.

Da noi c'è un'altra situazione, abbiamo un paese enorme e perfino per far comparire Internet nelle scuole servono molti soldi, grandi risorse organizzative, l'interesse dello stato. Mi sono occupato personalmente di questo. E' molto bene che comunque abbiamo portato Internet in tutte le scuole e che con questo ha cominciato a svilupparsi anche nei piccoli centri abitati, lontani dal centro del paese.

Quanto alla regolamentazione giuridica di Internet – questa deve essere ragionevole. Non dobbiamo correre avanti a tutto il pianeta, dobbiamo pensare in che modo creare l'involucro giuridico che da una parte permetta a Internet di svilupparsi, dall'altra blocchi i crimini che si possono compiere con l'uso di tecnologie Internet. Ma in nessun caso si può guardare a Internet come a un qualche potenziale ambiente criminale più pericoloso di altri. Internet non è il male assoluto.

“Novaja gazeta”: Nel nostro giornale abbiamo riportato le parole del grande analista e scrittore Dmitrij Oreškin – in URSS non si poteva creare un computer, in quanto persino le fotocopiatrice erano sotto il controllo del KGB. E di avere un proprio calcolatore elettronico non l'avrebbero permesso a nessuno. Ma per la modernizzazione c'è bisogno di uno spazio particolare, libero. E Lei oggi ha parlato di elezioni, di controllo sulla burocrazia, di Internet. Ciò significa che il presidente Medvedev intendeva riabilitare la democrazia in Russia?

D. Medvedev: Sa, io penso che la democrazia di per se non abbia bisogno di alcuna riabilitazione. La democrazia è una categoria storica e allo stesso tempo pienamente nazionale. Perciò da nessuna parte la democrazia richiede una riabilitazione. La questione è un'altra: per molti nostri cittadini i difficilissimi processi politici e soprattutto economici degli anni '90 in un qualche momento si sono fusi con l'avvento dei principali istituti democratici nel nostro paese e per loro questo è stato un tempo molto difficile. Che ha marchiato anche la recezione del termine stesso. Ma questo riguarda più l'esperienza personale che il rapporto con l'istituzione nel suo complesso. Perciò non penso che abbiamo bisogno di riabilitare la democrazia. La democrazia c'era, c'è e ci sarà.

“Novaja gazeta”: Giorni fa ho visto il film di Andrej Chržanovskij su Brodskij, lì c'era una frase notevole: “La disumanità nel nostro paese è sempre stata più facile da organizzare di qualsiasi altra cosa”. La disumanità, in effetti, è sempre più facile, ma la giustizia e la libertà sono sempre più difficili. Le auguro di aver successo per la strada difficile.

D. Medvedev: Grazie. Non posso non essere d'accordo, è davvero più difficile…

1 Termine usato da A. Auzan.

2 Il liceo è stato creato da M. Chodorkovskij per gli orfani e per i bambini , i cui genitori (o essi stessi) abbiano sofferto a causa di atti terroristici o per aver vissuto in punti caldi. Nel liceo lavorano i suoi genitori.

3 La Sberbank insieme al fondo di Čulpan Chamatova [13] “Podari Žizn'[14].

4WiMAX è una tecnologia di telecomunicazioni per molti apparecchi, dai computer ai telefoni cellulari. Accesso alla Rete ad alta velocità, standard IEEE 802.16.

Dmitrij Muratov

15.04.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/039/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Località nei pressi di Mosca.


[2] Dmitrij Andreevič Muratov, direttore della “Novaja gazeta”.


[3] Aleksandr Aleksandrovič Auzan, economista ed esponente della società civile.


[4] Aleksej Kirillovič Simonov, regista, scrittore e attivista per i diritti umani.


[5] Svetlana Innokent'evna Sorokina, giornalista non particolarmente allineata.


[6] Elena Anatol'evna Panfilova, giornalista, membro dell'associazione “Transparency International” per la libertà di informazione.


[7] Igor' Jur'evič Jurgens, imprenditore molto attivo sul fronte della libertà di informazione.


[8] Irina Evgen'evna Jasina, giornalista.


[9] Merab Konstantinovič Mamardašvili, filosofo georgiano (1930-1990).


[10] Il “partito del potere”, che porta semplicemente avanti la politica di Putin.


[11] Circa 3 euro.


[12] Abbreviazione di SBERegatel'nyj BANK (Cassa di Risparmio), la principale cassa di risparmio russa.


[13] Čulpan Nailevna Chamatova, attrice russa di etnia tatara.


[14] “Regala vita”.


[15] “Repubblica autonoma” caucasica.


[16] Vladislav Jur'evič Surkov, capo dell'amministrazione presidenziale.

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