26 giugno 2009

Non hanno ucciso Evkurov, ma l'Inguscezia forse sì...

 

Si è fatto dei nemici



Cos'è riuscito a fare Junus-Bek Evkurov in otto mesi di presidenza


Il presidente dell'Inguscezia Junus-Bek Evkurov al momento della chiusura del numero si trova in rianimazione all'istituto di chirurgia Višnevskij [1], dove è stato portato lunedì sera da Nazran' [2]. Questi ha subito una serie di difficilissime operazioni e le sue condizioni, nonostante i primi ottimistici comunicati, sono gravi [3]. Evkurov ha pagato un prezzo troppo alto per meno di otto mesi di presidenza. I medici gli hanno asportato alcuni organi interni distrutti dall'esplosione, fra l'altro anche parte del fegato. Junus-Bek è rimasto gravemente ustionato, ha subito un barotrauma e un gravissimo ematoma cerebrale. E perfino questa sua attuale situazione si può considerare un miracolo: sopravvivere dopo un'esplosione del genere era di fatto impossibile. Della Mercedes presidenziale blindata è rimasto solo un relitto bruciato e contorto.

Pur sopravvissuto e perfino con chance di guarigione, in senso politico Junus-Bek Evkurov è già stato messo fuori gioco. La repubblica, in cui di fatto è in corso una guerra civile, non potrà restare per alcuni mesi (nel migliore dei casi) senza un leader reale.

Questi otto mesi, in cui Junus-Bek Evkurov è stato in carica come presidente, sono un periodo breve per trarre conclusioni sul suo operato. In Inguscezia gode di un'incredibile popolarità, dovuta per la maggior parte al carisma personale. Per la sua apertura, per la leggerezza con cui dà il proprio numero di cellulare, per le parole ingannevolmente semplici pronunciate davanti agli abitanti di quasi ogni villaggio inguscio, la gente gli ha concesso un colossale credito di fiducia e non ha chiesto niente in cambio. Quand'erano passati tre mesi dal momento della sua entrata in carica, molti in Inguscezia dicevano: il presidente dice tutto bene, ma ha ancora bisogno di tempo. Sei mesi dopo dicevano lo stesso: bisogna attendere un po' di tempo – passerà un anno e allora chiederemo. Come sarebbe diventata la repubblica dopo un anno di amministrazione di Evkurov, non lo sapremo mai. Peraltro possiamo vedere com'è diventata dopo otto mesi del suo operato.

Da gennaio a maggio in Inguscezia sono state uccise 107 persone, 9 sono state sequestrate. Per fare un paragone, secondo i dati del PC [4] di Memorial [5], da gennaio ad aprile 2008 nel territorio dell'Inguscezia erano state uccise 9 persone. Ma già allora la situazione della repubblica era considerata estremamente instabile.

Per quanto riguarda la corruzione del governo, alla logica conclusione è giunto un solo procedimento: contro il ministro dello Sport Issa Ozdoev, che aveva rubato sulla costruzione del principale Palazzo dello Sport della repubblica. La disoccupazione non è diminuita.

Quello che è veramente riuscito a Evkurov in questi otto mesi è stato farsi dei nemici. Fra l'altro, ora pochi dubitano: gli esecutori dell'attentato sono stati gli uomini della cosiddette organizzazioni clandestine banditesche [6] – dietro a questo crimine può esserci un'ampia cerchia di persone.

Nell'ambito della lotta contro la corruzione Evkurov si è trovato in forte disaccordo con molte importanti figure della repubblica. In parte i contrasti non avevano tanto il carattere di valutazione di un reato, quanto di lite sui concetti. Per gli uni erano da banditi, per altri da ufficiali. Fatto sta che in determinate situazioni si sarebbe potuto fornire al presidente ben più strumenti per far pressione sui corrotti.

Ai primi di febbraio, quando era passato ben poco tempo dalla nomina di Evkurov a presidente, questi mi disse:

– Tutto è portato a termine ora: prima di aprire un procedimento penale, è necessario fare una discussione. “Tu rimetti i soldi in cassa. Se li rimetti – ti viene perdonato tutto”.

Per capire le dimensioni delle rimostranze: per la costruzione di un solo zuccherificio sono spariti 55 milioni di rubli [7]. Come pure non è stata finita di costruire una fabbrica vetraria, una fabbrica di turbine e molto altro. Dove sono gli ottanta oggetti di cui era stata avviata la costruzione di cui l'ex presidente Zjazikov raccontò all'ex presidente Putin? Trovare il modo per togliere di mezzo Evkurov in questa situazione sembra qualcosa di molto attraente.

E comunque la versione ufficiale sugli organizzatori dell'attentato è questa: al presidente hanno attentato dei terroristi che vogliono destabilizzare la situazione del Caucaso del Nord.

Junus-Bek per le organizzazioni clandestine era veramente scomodo. E' riuscito a condurre nella repubblica una serie di grandi operazioni speciali – e pure senza il baccano con cui i federali accompagnano le proprie gesta. Forse questo è stato il risultato più notevole del suo operato. Questi ha detto apertamente: “Se ci sarà bisogno, condurrò trattative con i terroristi”.

Non molto tempo fa a Magas [8] ha avuto luogo una tavola rotonda sulle questioni della sicurezza. E là Evkurov ha detto:

– Quest'anno su 40 persone che intendevano darsi alla macchia, sono andati via 16 giovani. Il nostro compito principale è fermare chi vuol darsi alla macchia. Sono tutti ragazzi nostri: prodi, coraggiosi. Solo che la prodezza di chi si da alla macchia è utilizzata ai propri scopi da altre forze. Più di una volta ho dichiarato che sono pronto al dialogo e li invito a deporre le armi e a tornare alla vita pacifica. Sono pronto a parlare con i militanti fino all'ultimo…

Chiudendo l'incontro, il presidente dell'Inguscezia ha fatto notare in particolare che “i familiari dei banditi non devono soffrire per il fatto che i loro figli compiono crimini”.

Evkurov ha proposto una formula niente affatto male: voi uscite dalla clandestinità e noi vi giudichiamo in tribunali civili, legali.

Il problema è che alle parole del presidente ha impedito di credere chi in realtà lotta contro i militanti in Inguscezia. Si tratta degli uomini delle strutture armate federali. I loro metodi sono il principale argomento contro le rassicurazioni “pacifiste” di Evkurov.

L'attuale facente temporaneamente funzione di presidente Rašid Gajsanov, come dicono molti in Inguscezia, non resterà tale a lungo. Sotto Ruslan Aušev [9] questi era ministro dell'economia. Evkurov, che per lunghi anni non ha vissuto nella repubblica, non capiva bene le questioni dei quadri dirigenti, dei disonesti funzionari diceva: “E dove se ne possono prendere altri?”. Proprio il fatto che Gajsanov aveva lavorato con Aušev ha influito sulla scelta di Evkurov – e Gajsarov è diventato presidente del consiglio dei ministri.

Gajsanov, probabilmente, non è un cattivo economista. Ma se l'Inguscezia avesse avuto bisogno di un economista, il Cremlino a novembre dello scorso anno non avrebbe inviato là un uomo del servizio segreto militare.

E' un'altra storia che la nomina di Gajsanov sia una mossa eccellente a livello di quadri dirigenti. Gli spetteranno tutte le questioni cerimoniali e dal punto di vista formale in Inguscezia si conserverà la sovranità del potere. Ma di garantire la sicurezza si occuperà Kadyrov, esperto in queste faccende. Questi adesso ha il permesso del presidente della Federazione Russa di passare nel territorio della repubblica vicina e introdurre là il suo ordine. Nel caso che questi si dimostri efficace in questo lavoro, si deciderà da se la questione della possibile introduzione di una sua amministrazione esteriore della repubblica.

L'impressione che la repubblica, lentamente ma certamente, andrà sotto Kadyrov la si ha da molto tempo in Inguscezia. Ieri parlavo con uno dei consiglieri del presidente Evkurov. Questi mi ha detto:

– Gliel'ho sempre detto: Junus-Bek, abbi cura di te. Sii più prudente. Se ti succederà qualcosa, sappi: tu pagherai per il fatto che inghiottiranno l'Inguscezia.

Anche se Evkurov era evidentemente sconsiderato nel garantire la propria sicurezza, questi, evidentemente, sentiva che mirano all'Inguscezia. Alla seduta di febbraio del Consiglio del popolo inguscio questi, che gode di un indiscusso appoggio del popolo, ebbe un diverbio con questo stesso popolo. Il popolo esigeva di prendere alla vicina Ossezia del Nord il distretto Prigorodnyj [10]. In generale la questione della restituzione del Prigorodnyj negli ultimi tempi risuona sempre più spesso e più decisamente. Il presidente dapprima delicatamente, poi già in forma ultimativa ha detto: il Prigorodnyj non si tocca. Ha motivato la sua posizione brevemente, militarmente: voi non sapete tutto e io non posso dire tutto, ma credetemi, sarà meglio così.

Cosa sapeva il presidente? Sapeva, in parte, che la vicina Cecenia già in tre sedute aveva elaborato un disegno di legge sull'annessione dei distretti di Sunža e di Malgobek dell'Inguscezia. Si tratta di circa metà del territorio inguscio. C'è motivo di pensare che le terre inguscie divenissero un riscatto da pagare nelle discussioni sul distretto Prigorodnyj. Si dice che l'affare dell'annessione delle terre inguscie posso essere stato pensato a Mosca: fra l'altro per frenare le pretese territoriali dell'Inguscezia nei confronti dell'Ossezia ed evitare con questo un nuovo conflitto etnico. Il neo nominato presidente Evkurov era giunto nella repubblica nativa con una precisa comprensione di questa situazione.

Un altro presidente - Kadyrov – in questi anni è riuscito ad ammettere che l'unione delle due repubbliche non è già più un progetto così inimmaginabile come poteva sembrare in precedenza. E l'idea della creazione di un'unica repubblica, a cui si oppose perfino il flemmatico predecessore Zjazikov, negli ultimi anni è risuonata sempre più spesso anche a Mosca.

Ol'ga Bobrova

24.06.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/066/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni

[1] Clinica moscovita.


[2] Ex capitale dell'Inguscezia, dove hanno tentato di uccidere Evkurov.


[3] Attualmente le sue condizioni vanno realmente migliorando ed è considerato fuori pericolo.


[4] Pravozaščitnyj Centr (Centro per la Difesa dei Diritti Umani).


[5] “Memoriale”, associazione nata per difendere la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e tuttora attiva sul fronte della tutela dei diritti umani.


[6] Cioè di gruppi dediti tanto al banditismo quanto al terrorismo.


[7] Oltre 1.250.000 euro.


[8] Città costruita per diventare la nuova capitale dell'Inguscezia (una sorta di piccola Brasilia caucasica).


[9] Ruslan Sultanovič Aušev, presidente dell'Inguscezia dal 1993 al 2001.


[10] Il distretto Prigorodnyj (Periferico) apparteneva all'Inguscezia – o per meglio dire, alla repubblica di Cecenia e Inguscezia – prima che Stalin esiliasse nella Russia asiatica tutti i Ceceni e gli Ingusci, accusati falsamente di aver collaborato coi nazifascisti. Con la destalinizzazione Ceceni e Ingusci poterono tornare, ma i confini del Caucaso erano stati ridisegnati.

8 commenti:

Sempre sia lodato ha detto...

Scusami ma ho una emergenza O.T.

Stamattina mi ha suonato il campanello un giovine che mi voleva appioppare il giornale "Lotta Comunista". Figuriamoci! Ho detto che non condividevo l'ideologia credendo che bastasse a levarmelo di torno, invece siamo stati 5 minuti buoni a discutere al citofono... così l'ho fatto salire con la promessa che avrei comprato e letto il giornale. Sulla porta, abbiamo iniziato una discussione (abbastanza) civile sul comunismo, su quello che era successo in Russia, sulla caduta del muro di Berlino, sul potere operaio, sui sindacati ecc.
Miseria... ribatteva colpo su colpo con citazioni varie ed esperienze personali (from Albania) tanto che ad un certo punto mi son vista persa ed ho tirato fuori l'unico asso che avevo: Gesù Cristo. Eh eh... ne sapevo certamente più di lui eppure è riuscito a destreggiarsi anche lì!
Il giornale l'ho pagato tre volte di più del costo reale (volontà mia) ed ho ricevuto per questo un tagliandino per la "sottoscrizione per la stampa leninista - lotta comunista".
Gli ho voluto fare i complimenti perché a prescindere dalla ideologia, giusta o sbagliata che sia, quel ragazzo "ci crede" e questo mi ha infiammato il cuore.

La sua conclusione sostanziale è che (io) faccio casino tra Lenin, Stalin, Marx e Che Guevara... ho mai letto qualcosa dei loro scritti? No, salvo qualcosina quà e là. Non dico che possa avere ragione e che io, in qualche modo, possa cambiare idea (di sicuro una scappatoia la trovo) ma non voglio assolutamente parlare a vanvera, per sentito dire o semplicemente basandomi sui documentari storici della TV. Mi devo documentare a fondo e cercare di capire come si sono svolti i fatti. Comincerò da Hegel, ma ad essere sincera mi preoccupa un po' cominciare queste letture (impegnativamente pallosine?)

ps: la tua definizione sul mio essere tendenzialmente "anarchica individualista" gli ha "fatto un baffo". Grazie eh!

Matteo Mazzoni ha detto...

@Sempre sia lodato: che posso dirti? Credo anch'io che la fede di certe persone in certi ideali sia superiore a quella di buona parte dei praticanti delle religioni basate sulla trascendenza... Credo che tu faccia bene a documentarti (da quel punto di visto sono assai carente pure io), ma penso che tu abbia ragione a trovare Hegel palloso: lo è - ed è anche difficilissimo da comprendere... Per di più, il poco che ho capito (lo stato etico, il "tanto peggio per i fatti", ecc.) non mi piace neanche tanto...

Neottolemo ha detto...

"Credo anch'io che la fede di certe persone in certi ideali sia superiore a quella di buona parte dei praticanti delle religioni basate sulla trascendenza..."

Hahahahah.

Ci sono due soluzioni dignitose a lottacomunisti, rappresentanti e religiosi che possono bussare a casa: sperare che non bussino.
L'altra è aver studiato l'intero contenuto della sezione "filosofia" in vendita alla Feltrinelli.
Ma in tutti e due i casi vinceranno loro. Sempre.

3 euro? Potrebbero scrivere in rete, o stampare solo su richiesta, o mandare in giro dei bardi o quello che vogliono loro.
Potrebbero fare tante cose ed invece fanno proselitismo spacciandolo per informazione, il che non mi piace.

Matteo Mazzoni ha detto...

@Neottolemo: ridi di quel che vuoi, sei libero... Ma anch'essi sono liberi di fare informazione o proselitismo, se gli va... Se fanno queste cose che a tanti scocciano, è perché in qualche modo funzionano... O forse ritengono che debbano farle comunque vadano... Io ritengo che comunque è bene che si mantenga una situazione in cui questi sono liberi di parlare e gli altri di non ascoltarli...

Neottolemo ha detto...

Uh ridevo quello che ho citato, non ridevo per ridicolizzare, ovviamente.

Sebbene non approvi quasi niente di queste organizzazioni, che siano i lottacomunisti, o gli ordininuovi, i testimoni di geova,o chi altri, infondo i lottacomunisti gli ammiro, mandano gente preparata, convincente e soprattutto carismatica. Se non li caccio entro un minuto finisce che il giornale me lo ammoccano (come si dice dalle mie parti). Il problema è che questi hanno più o meno la mia età, ed il mio orgoglio davvero non sopporta di essere raggirato da coetanei.

Matteo Mazzoni ha detto...

@Neottolemo: in geovisti e "lottacomunisti" mi sembra di vedere in qualche modo un metodo comune... Quello cioè di convincere gli incerti (che sono la maggioranza e poi con chi ha solide convinzioni non sfondano in alcun modo) che in realtà la pensano come loro e non lo sanno...

Sempre sia lodato ha detto...

4 euro.
Ammetto che in genere mi entusiamo facilmente e con poco, ma ho trovato che Aldo fosse uno studente normalissimo e non particolarmente dotato di quello charme da venditore di aspirapolveri...
Il fatto che fosse ben preparato mi sembra ovvio visto la "missione" che si è volontariamente accollato.

Non ha cercato in nessun modo di convincermi che le sue idee fossero giuste e di conseguenza le mie sbagliate, mi ha solo chiesto se sapevo quello che era successo nel suo paese e se conoscevo bene quello che era il fondamento del pensiero proletario.
Io l'ho attaccato, lui si è difeso egregiamente.

Ora i fatti più interessanti sono che è riuscito ad entrare in una facoltà italiana vincendo un concorso perché nel suo paese avrebbe dovuto pagare (in nero) molti soldi per studiare, che nel frattempo lavora part time per mantenere sè, gli studi e mandare qualcosa a casa per aiutare la famiglia. Dopo tutto questo se ne va a spasso la domenica a cercare di raccimolare un euro per il partito (con il rischio di prendersi vari vaffanculo) perché ha un ideale.
Chapeau.

Nonostante continui a prendere come esempio di deficienza chi lavora gratis alla Festa dell'Unità, lo ammiro moltissimo, soprattutto perché io non ho idee o certezze così potenti da farmi fare quello che fa lui.

A parer mio la frase di Matteo: "O forse ritengono che debbano farle comunque vadano" è la chiave, è quello che dovremmo fare tutti: credere in qualcosa e diffondere, lasciando la libertà di pensare e decidere.
Può essere che con il passare del tempo si accorga che sta sbagliando e cambierà idea oppure continuerà a reputare giuste le sue convinzioni, ma di sicuro non avrà sprecato parte della sua giovinezza.

Non la vivo come una sconfitta, anzi, mi ha donato una grande opportunità, ovvero la possibilità di comprendere e studiare qualcosa per cui una parte dell'umanità ha lottato e (purtroppo) dato anche la vita.

Non trovo intelligente "ghettizzarsi" nelle proprie interpretazioni col presupposto che siano per forza giuste senza conoscere a fondo quella che io chiamo "l'altra parte della barricata".

Io dovrò prendere lezioni sul significato dell'imperialismo unitario e lui dovrà trovare la strada per far emergere la spiritualità che gli manca.

Potrei definire il nostro casuale incontro come un irrinunciabile possibilità per uno scambio culturale.

Ho capito via... comincio da Marx (casomai non capissi qualcosa mi date un aiutino?) e stasera vi dedico due Ave Maria a testa.
:)

Matteo Mazzoni ha detto...

@Sempre sia lodato: approvo quello che dici... Grazie per le "Ave Maria"...