20 giugno 2010

La storia infinita tra UE e Russia

Gli eurodeputati si sono stancati della Russia



Verso la fine del rapporto dell'Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la sicurezza lady Katherine Ashton sul summit UE-Russia di Rostov [1] nell'emiciclo dell'Europarlamento di Strasburgo persisteva un unico rumore di fondo


La fragile presidente italiana batteva disperatamente il martelletto sul tavolo per richiamare l'auditorio all'ordine. Ma i deputati chiacchieravano tra loro e ai cellulari. Si aveva l'impressione che ne avessero abbastanza delle stesse annose formule, per cui la Russia sarebbe un importante partner strategico, della constatazione dell'assenza di movimenti tanto sul piano dei valori democratici generali, quanto nel commercio e negli investimenti, dell'ideazione di nuove iniziative senza compiere le ambiziose precedenti.

Stavolta lady Ashton ha venduto ai deputati la Partnership per la modernizzazione, proposta a novembre dello scorso anno al summit UE-Russia a Stoccolma, accolta con viva soddisfazione da Dmitrij Medvedev e ribadita in una dichiarazione congiunta il 1 giugno a Rostov sul Don.

Ashton ha cominciato dai discorsi ufficiali, per cui il summit di Rostov fu molto buono, pragmatico e costruttivo e che il suo risultato più importante è la storica iniziativa della Partnership per la modernizzazione. Poi ha confermato la posizione dell'UE: l'Europa è pronta ad aiutare la Russia nella modernizzazione, ma a differenza del Cremlino la intende non solo come trasmissione di tecnologia, ma opera per un “ampio approccio”. Questo consiste nel fatto che la tecnologia e il know-how non sono la componente principale della modernizzazione. Questa non può esserci senza la modernizzazione della vita socio-politica. La Silicon Valley non può funzionare in una società non libera.

“Sì, siamo pronti a contribuire alle innovazioni tecniche in Russia, ma sottolineiamo anche l'importanza dei valori democratici e del potere della legge, – ha dichiarato il capo della diplomazia dell'UE. – Questo riguarda il sistema giudiziario e la lotta alla corruzione, il dialogo con la società civile. Questi sono gli ambiti prioritari della Partnership per la modernizzazione”.

Ella ha ricordato fenomeni della vita russa incompatibili con la modernizzazione: la persecuzione di attivisti per i diritti umani e giornalisti, la dispersione delle dimostrazioni dei “dissenzienti” del 31 maggio, manco a dirlo il giorno iniziale del summit di Rostov. Le basi della modernizzazione sono le libertà di parola e di riunione.

“Gli impegni politici per la libertà di commercio devono incarnarsi nei fatti, – ha dichiarato la baronessa Ashton. – La creazione di un'unione doganale Russia-Bielorussia-Kazakistan ha suscitato la preoccupazione dell'UE. Noi non siamo contro le unioni doganali. La stessa UE è anche un'unione doganale. Ma temiamo che questa unione frenerà il commercio, piuttosto che servire al suo sviluppo”.

I deputati si sono sottratti ai propri pensieri e alle proprie azioni alla parola “energia”. Si sono scossi e si sono messi ad ascoltare le parole pronunciate già da tempo sul fatto che l'UE debba includere nel nuovo accordo di base con la Russia degli impegni giuridici precisi nello spirito della Carta dell'energia (che la Russia ha rifiutato). Senza questo è difficile parlare di aiuti all'efficienza energetica e alle tecnologie “verdi”.

La questione ambita dal pubblico avanzato russo dell'ingresso senza visto in Europa ha suscitato sentimenti confusi nei rappresentanti europei dei popoli. Poiché i loro elettori non si riversano in Russia nelle vacanze estive, la conversazione è andata avanti in forma filosofica. Sono maturi i russi per l'ingresso senza visto nell'UE – non come popolo, ma come sistema in cui vivono?

Tra quelli che sono intervenuti nel dibattito, la maggior parte ha criticato la leadership dell'UE per l'insufficienza di iniziative e di durezza nei confronti del Cremlino. Il bilancio generale nei confronti dell'UE è piuttosto negativo, ma l'ordine di Bruxelles è deciso: con la Russia bisogna ampliare la collaborazione, quale che sia.

Tra i momenti positivi, notati sia dai sostenitori, sia dai critici di Mosca, ci sono stati solo la ratifica del 14° protocollo della Convenzione Europea sui diritti umani e la conferma della moratoria sulla pena di morte e anche le parole di Medvedev sulle intenzioni di modernizzare la Russia. Tutto il resto ha il segno meno.

Gli oratori hanno ricordato sia le dispersioni dei manifestanti del 31 maggio, tra cui quella di Rostov fuori dalle porte del summit, sia le uccisioni di giornalisti, sia Chodorkovskij e Magnitskij [2]. Hanno ricordati gli impegni non adempiuti dalla Russia per il ritiro delle truppe dalla Georgia (Ossezia del Sud e Abcasia).

Ce ne sono stati anche alcuni che hanno lodato maggiormente Mosca e hanno rimproverato Bruxelles: un euro-scettico inglese, qualche estremista di sinistra e il ben noto francese Jean-Marie Le Pen. Democrazia...

Aleksandr Mineev
nostro corrispondente, Bruxelles

18.06.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/064/05.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Rostov sul Don, città della Russia meridionale.

[2] Sergej Leonidovič Magnitskij, avvocato russo di un'impresa inglese, arrestato per frode fiscale e morto misteriosamente durante la detenzione preliminare.

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