06 febbraio 2011

La Georgia, la Russia e la strana morte di un attivista per la difesa delle minoranze etniche

In Daghestan è stato trovato morto l'abitante della cittadina di Šamchal [1], che aveva denunciato i problemi dei Dido

Feb. 05, 2011, 19:40

Oggi si è avuta notizia della morte dell'abitante della cittadina di Šamchal, di etnia Dido, Magomed Gamzatov, che all'inizio di gennaio di era rivolto al parlamento georgiano con la richiesta di fornire aiuto nella soluzione dei problemi dei Dido – lo sviluppo della lingua e della cultura e il riconoscimento come gruppo etnico a se stante.

Familiari e conoscenti ritengono che la morte di Gamzatov sia stata causata da avvelenamento. “Magomed non si era lamentato di nulla. Il giorno della morte nessuno l'ha visto, l'hanno trovato morto la sera nell'edificio dove lavorava, sulla camicia erano visibili tracce di masse vomiche. I familiari del morto ritengono che l'abbiano avvelenato determinate strutture, ma non si sono messi a concretizzare il tema. I materiali con masse vomiche sono stati mandati ad analizzare dai familiari” – ha comunicato il conterraneo del defunto Rizvan Šejchul'islamov.

All'ufficio stampa del ministero degli Interni del Daghestan hanno dichiarato di non sapere nulla del fatto.

Lo stesso Gamzatov qualche giorno prima della tragedia aveva raccontato a un corrispondente del “Kavkazskij uzel” di essere andato nel nativo distretto Cuntinskij per dare informazioni sugli scopi del proprio viaggio in Georgia. “Volevo visitare qualche paese, ma i capi dei centri abitati hanno dichiarato che non mi avrebbero fatto entrare nei paesi, perciò mi è toccato tornare a Šamchal” – aveva notato.

Gamzatov riteneva che sui conterranei facessero pressioni la leadership della repubblica e del distretto. “Così poi ci siamo abituati all'idea che dai tempi di Stalin i Dido vengano ritenuti Àvari [2]. A tale versione oggi si attiene anche la leadership del Daghestan e naturalmente va secondo la linea “generale” anche la leadership locale” – raccontava Gamzatov.

Ricordiamo che il 4 gennaio nella cittadina di Šamchal si tenne la riunione dei Dido, dove si discusse il viaggio del defunto in Georgia.

La parola fu data per primo allo stesso Gamzatov. “Due anni fa raccolsi più di 14 mila firme di Dido di 46 villaggi del distretto Cuntinskij. In ogni villaggio furono convocate assemblee rurali. La cosa è confermata dai protocolli, autenticati dai timbri delle amministrazioni delle cittadine. Nei protocolli è scritto che le assemblee delle cittadini mi affidano il compito di risolvere le proprie questioni sociali e politiche” – raccontò Magomed Gamzatov.

Con questi protocolli Gamzatov nell'agosto 2010 andò a Mosca per cercare di ottenere la soluzione delle due questioni principali: il riconoscimento dei Dido come popolo a se stante e il riconoscimento della sua deportazione. Si rivolse all'anticamera dell'Incaricato per i diritti umani presso il presidente russo. Qui, a quanto disse Magomed Gamzatov, accettarono i suoi documenti e dissero che avrebbe dovuto avere risposta al ministero per le questioni etniche del Daghestan, a cui sarebbe stata indirizzata una richiesta da Mosca.

Al ministero della repubblica si rifiutarono di darmi una risposta scritta. Sui risultati dell'esame dei documenti da me consegnati non ho notizie. Non vedendo alcuna prospettiva per la soluzione di questi problemi nel nostro paese, andai in Georgia. Là si trovano molti archivi della storia dei Dido. Al confine azero-georgiano mostrai i documenti e dichiarai di volermi incontrare con il presidente georgiano Mikhail Saakashvili. Mi portarono nell'edificio del fondo benefico “Kavkaz” [2], dove mi incontrai con il vice-presidente di questo fondo Gevoi Khmaladze. Poi il presidente della commissione parlamentare georgiana per le questioni delle diaspore e del Caucaso Nukzar Tsiklauri mi accolse due volte nel proprio ufficio. Durante il secondo incontro erano presenti 20 deputati e giornalisti dei mezzi di informazione di massa. Gli studiosi di linguistica georgiani promisero aiuto nello studio della lingua Dido e nell'elaborazione di una grammatica e di un vocabolario” – raccontò Gamzatov.

Poi seguirono altri interventi, in cui si manifestò un appoggio a Gamzatov. A seguito della riunione fu presa una risoluzione, in cui si dice che le azioni di Magomed Gamzatov erano riconosciute non contrarie alla Costituzione e alle leggi della Federazione Russa. Secondo il secondo punto della risoluzione, i Dido continueranno il lavoro per rivolgersi alle istanze repubblicane e federali russe per la soluzione dei problemi del proprio popolo.

Dossier. I Dido sono uno dei piccoli popoli del Daghestan, che vive storicamente nel distretto Cuntinskij al confine con la Georgia su uno dei valichi della principale catena montuosa del Caucaso. Ora i Dido vivono compatti anche nel Daghestan pianeggiante, nella cittadina di Šamchal alla periferia di Machačkala [3], nella cittadina di Komsomol'skoe nel distretto di Kiziljurt [4] e nel distretto di Kizljar [5]. A causa dell'auto-identificazione dei Dido le opinioni delle personalità sociali e degli storici si sono divise. I primi ritengono i Dido una sub-etnia degli Àvari. L'autodenominazione è “Cezi” e quella pan-àvara “Cuntal” (entrambe le denominazioni hanno una sola traduzione – “aquile” o “abitanti del territorio delle aquile”).

Alcuni rappresentanti sociali dei Dido ritengono “Cuntal” una denominazione estranea ai Dido e chiamano il luogo dove vivono “Didoėti”. Secondo una versione, il termine “Didojcy” [6] o “Didoby” è georgiano. C'è anche la versione contraria: i Cezy sono un sottogruppo dei Dido, un popolo autoctono scomparso, che non ha a che fare né con i Georgiani, né con gli Àvari. I Dido (Didi) sono ricordati nelle opere di Erodoto come popolo a se dell'unione tribale dell'antico stato dell'Albania Caucasica [7]. E la somiglianza dei termini “Didobi” e “Dido” vengono spiegati con definizioni comuni nelle fonti scritte, in quanto Armeni, Albanesi Caucasici e Iberiani [8] avevano una scrittura simile, creata dal sacerdote armeno Mesrop Mashtots.

Nota della redazione: vedi anche le notizie “In Daghestan si è aperta la conferenza pan-russa "Il folklore nel contesto della cultura"”, “In Daghestan l'intellighenzia chiede di difendere le lingue locali”, “La commissione governativa del Daghestan ha esaminato i problemi della popolazione russofona”.

Autore: Achmed Magomedov; fonte: corrispondente di “Kavkazskij uzel”


Kavkazskij uzel”, http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/180624/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


Note

[1] Etnia caucasica autoctona, maggioritaria nel Daghestan.

[2] “Caucaso”.

[3] Capitale del Daghestan.

[4] Città del Daghestan centrale.

[5] Città del Daghestan settentrionale.

[6] In realtà Didojcy è una russificazione, è il plurale di didoec, dove al termine dido si aggiunge il suffisso di nazionalità -ec. Altrove traduco con “Dido”.

[7] Stato corrispondente più o meno all'attuale Azerbaijan.

[8] Insieme di popoli che risiedevano nell'antica Iberia Caucasica, corrispondente all'attuale Georgia orientale e meridionale.

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