01 aprile 2011

E' giunta la fine dell'"Emirato del Caucaso"?

Il tramonto dell'“Emirato”




Anche se Doku Umarov fosse vivo, il suo progetto è distrutto


Per qualche giorno è andata avanti in Inguscezia un'operazione speciale, nel corso della quale sono risultate esser state eliminate o arrestate circa 20 persone appartenenti alle organizzazioni clandestine banditesche. Dal cielo è stata distrutta la maggiore base dei terroristi a Verchnij Alkun [1]. (L'aviazione veniva utilizzata in primavera anche prima – i boschi in questo periodo sono trasparenti.) Forse fra le persone uccise c'era Doku Umarov – l'emiro supremo dell'“Emirato del Caucaso”. Finora non è stato riconosciuto, è imminente un esame genetico. Ma anche tra i banditi liquidati non ci fosse Umarov, noi probabilmente stiamo osservando una delle ultime pagine della storia dell'organizzazione terroristica da lui creata.

Lo scorso anno ha portato una grande quantità di perdite sensibile all'“Emirato”. L'organizzazione è stata privata di persone che facevano non solo politica, ma anche l'“immagine” del movimento – si tratta del predicatore Said Burjatskij e del “giudice supremo” Anzor Astemirov.

Ha fatto la sua parte anche la cattura del tutto ingloriosa, perfino umiliante di Magas – l'emiro militare dell'“Emirato”. L'hanno preso direttamente da casa, in pantofole.

Oltre a questo c'è stata la spaccatura con l'ala cecena dell'organizzazione terroristica – più probabilmente di tutto, su base mercantile; la storia degli interventi in Cabardino-Balcaria, dietro a cui si sente pure odore di interessi finanziari e spartizioni di proprietà.

Tutto ciò non fa aumentare la simpatia per il movimento da parte della popolazione caucasica. La gente vede uomini deboli, non particolarmente carismatici, non certo tra i più intelligenti che si divorano nei boschi per spartizioni di flussi di denaro e dubbie funzioni di potere. Il fatto che tutte queste cose siano motivate da considerazioni religioso aggiunge all'accaduto solo un sapore di falsità.

I crimini più clamorosi organizzati dal “terrorista n. 1” quest'anno sono stati compiuti da adolescenti.

Un certo effetto-PR, ottenuto dalla partecipazione dei “wahhabiti [2] russi” Razdobud'ko e Choroševa al movimento terroristico del Caucaso non è affatto merito degli uomini dell'“Emirato”, ma, al contrario, è un risultato dei loro avversari. Prima di tutto che nella zona di Stavropol' [3] gli interessi dei militanti sono rappresentati da persone di etnia slava, siamo venuti a saperlo non certo dai terroristi, ma dai servizi segreti. I banditi si sono semplicemente attaccati a questa notizia per gonfiare almeno nelle menti della popolazione caucasica le dimensioni della propria organizzazione. Ma i “wahhabiti russi” sono un fantasma che è scomparso presto, dopo che i presunti terroristi si sono presumibilmente fatti saltare in aria a Gudben, nel Daghestan.

Adesso Doku (se è vivo) è rimasto non solo senza il supporto ideologico, ma anche senza quello fisico. E' noto con certezza, che nel corso dell'ultima operazione speciale sono stati uccisi i suoi uomini più vicini, che servivano il leader gravemente malato.

E' strano, ma proprio ora, quando si pone la domanda se esista ancora Doku Umarov, gli organi inquirenti siano diventati capaci di tenere i propri rapporti con questa persona nell'alveo della legalità. Sullo sfondo del tragico anniversario delle esplosioni nel metrò di Mosca la Commissione Inquirente ha annunciato la chiamata in giudizio in contumacia di Doku Umarov e Aslan Bjutukaev (noto come “emiro Chamzat”) in qualità di imputati per il caso dell'esplosione di Domodedovo. Li si accusa di banditismo e creazione di una comunità criminale. E' evidente che da impulso per gli inquirenti sia servita una videoregistrazione fatta poco prima dell'atto terroristico: Umarov e Bjutukaev a mo' di duetto presentano agli spettatori il futuro kamikaze Magomed Evloev, che di suo aggiunge qualche replica stereotipata. Filmati simili, fra l'altro anche con la partecipazione di Umarov, erano apparsi anche dopo altri clamorosi atti terroristici, fra l'altro anche dopo le esplosioni nel metrò nel marzo dello scorso anno. Ma allora gli inquirenti tacquero. Forse pensavano che Doku si prendesse la colpa tanto per fare?

Ol'ga Bobrova

31.03.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/034/04.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Villaggio dell'Inguscezia meridionale.

[2] Leggi “terroristi islamici”.

[3] Città della Russia meridionale.

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