04 giugno 2011

Ščekočichin, un caso ancora irrisolto...

Muratov: i mezzi attuali non permettono di portare a termine le indagini sulla morte di Jurij Ščekočichin

3 giugno 2011, 10.35

Le indagini sulla morte del giornalista Jurij Ščekočichin, che poco prima della propria morte, negli anni 2002-200, fu membro della commissione sociale per le indagini sulle circostanze delle esplosioni di condomini nelle città di Mosca e Volgodonsk [1] nel 1999, sono state riavviate cinque volte e in seguito sono state interrotte, ha comunicato il direttore della “Novaja gazeta” Dmitrij Muratov. A suo dire, il giornale continua indagini indipendenti sulla morte di Ščekočichin.

Ricordiamo che nella Casa Centrale del Giornalista [2] ieri, 2 giugno, si è svolta la proiezione del documentario di Evgenija Golovnja "Jurij Ščekočichin. Una volta sono stato…".

La “Novaja gazeta” conduce indagini indipendenti sulla morte di Jurij Ščekočichin

Come ha raccontato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" Dmitrij Muratov, direttore della “Novaja gazeta”, con cui collaborava Jurij Ščekočichin, le indagini sulla sua morte sono state riavviate cinque volte e in seguito sono state interrotte. “L'ultima volta, dopo le indicazioni del presidente e l'intervento del capo della Commissione Inquirente, il signor Bastyrkin, è stato condotto un esame complessivo di questa questione e tra l'altro è stata compiuta l'esumazione di Jura Ščekočichin”, – ha notato Muratov.

Finora, a suo dire, agli inquirenti non è giunta alcuna informazione ulteriore su come fu avvelenato Jurij Ščekočichin.

“I metodi attuali per ora non permettono di fare molto. Le indagini del giornale su questo caso continuano. Noi diciamo già ora che questa non è una morte casuale, ma un omicidio. In lui fu trovato un qualche “agente”, come lo chiamano i medici che hanno fatto l'autopsia e l'esame del corpo, che ha scatenato una sindrome allergica di forza mai vista. Tra l'altro Jura non aveva mai sofferto di allergie”, – dice il direttore della “Novaja gazeta”.

“Questa sindrome – la cosiddetta “sindrome di Lyell” – non c'era mai stata nel paese nei dieci anni precedenti la morte di Ščekočichin e neanche negli otto anni seguenti è stata riscontrata una sola volta. E' una malattia così strana, enigmatica. Ora il caso è stato fermato nella Commissione Inquirente per via del fatto che purtroppo non c'è possibilità di condurre analisi ulteriori”, – ha aggiunto Muratov.

Il regista, giornalista e attivista per i diritti umani Aleksej Simonov ha confermato al corrispondente di “Kavkazskij uzel” che per quanto riguarda la morte di Jurij di fatto non è cambiato niente. “Si è solo riusciti, a quanto capisco, a ottenere una qualche quantità di materiale da esaminare, che potrebbe conservarsi, se i metodi di esame si perfezionassero. Al livello che esiste oggi non possono fare niente”, – ha aggiunto Simonov.

Il giorno natale di Ščekočichin potrebbe aver luogo la prima del film su di lui

Dopo la proiezione del film alla Casa Centrale del Giornalista a Mosca il vice-direttore della “Rossijskaja gazeta” [3] ha proposto al regista del film di tenere la prima ufficiale del film nella redazione della “Rossijskaja gazeta” il 9 giugno.

“Per l'appunto sarà il giorno natale di Jurij Ščekočichin”, – ha notato il direttore della “Novaja gazeta” Dmitrij Muratov, presente in sala.

La possibilità di tale evento è in via di valutazione.

Il film su Ščekočichin dura 38 minuti, tra l'altro, secondo la regista, c'è ancora molto materiale. Il film è composto da alcune parti, i cui titoli cominciano con le parole “Una volta sono stato...”. La parte sull'inizio dell'attività giornalistica si intitola “Una volta sono stato nel Paese delle Meraviglie” e c'è la parte “Una volta sono stato deputato” – sul lavoro di Ščekočichin alla Duma di Stato.

Muratov: grazie all'attività di Ščekočichin sono stati liberati dalla prigionia in Cecenia oltre 170 soldati

Una delle parti è “Una volta sono stato in guerra”, in essa sono registrate immagini della Cecenia. Soldati che si definiscono “il battaglione “Džochar Dudaev” [4]”, commercio di armi per 150 dollari. Ščekočichin dice: “Non avevo mai pensato che mi sarei trovato in guerra...”.

La regista del film Evgenija Golovnja ha notato che il lavoro di Ščekočichin durante la guerra, il salvataggio dei prigionieri, è un tema per un film a se.

Parlando dell'attività di Jurij Ščekočichin, Dmitrij Muratov ha raccontato che durante la prima guerra cecena nel 1996, a Ščekočichin sorse l'idea di formare un gruppo per la liberazione dei prigionieri. “Servendosi della propria influenza, servendosi del fatto che era un deputato e che aveva molti buoni contatti, in primo luogo nella Procura Generale, voleva sforzarsi di liberare senza sborsare soldi soldati russi, ostaggi, civili. Sorse un gruppo, in cui entrarono l'attuale vice-procuratore generale Michail Katyšev, il maggiore Vjačeslav Izmajlov e Jurij Ščekočichin”, – ha comunicato Muratov.

“Jura cominciò questo lavoro. E in conseguenza dell'interazione furono liberati dalla prigionia oltre centosettanta persone. E nessuno dei prigionieri fu liberato in cambio di denaro”, – ha sottolineato il direttore della “Novaja gazeta”.

Nel film viene toccato anche il tema della morte di Ščekočichin, le cui circostanze non sono state chiarite.

Come ha comunicato "Kavkazskij uzel", Jurij Ščekočichin fu vice-presidente della commissione per la sicurezza della Duma di Stato della Federazione Russa, noto legislatore e pubblicista, fu membro della commissione esecutiva del Comitato organizzativo della società storico-culturale "Memorial", esperto dell'ONU in criminalità internazionale e collaborò con la “Novaja gazeta”. Nel marzo-aprile 1997 partecipò alla liberazione dei militari dell'esercito russo trattenuti con la forza sul territorio ceceno nel periodo delle azioni militari.

Poco prima della propria morte, negli anni 2002-2003 Jurij Ščekočichin fu membro della “Commissione sociale per le indagini sulle circostanze delle esplosioni di condomini nelle città di Mosca e Volgodonsk e sullo svolgimento di esercitazioni nella città di Rjazan' [5] nel settembre 1999”.

Jurij Ščekočichin morì nella notte del 3 giugno 2003 a Mosca. Secondo le conclusioni dell'esame medico giudiziario, la causa della morte fu una grave intossicazione generale, manifestatasi nella sindrome di Lyell. Nell'ottobre 2007, su insistenza della “Novaja gazeta”, la Commissione Inquirente presso la Procura della Federazione Russa (SKP [6]) riavviò le indagini sulle circostanze della morte di Ščekočichin. Il 4 aprile 2008 sulla morte di Ščekočichin fu avviato un procedimento penale per “Omicidio”. Nel settembre 2008 fu compiuta l'esumazione del corpo di Ščekočichin e ordinata un'esame per stabilire le cause della sua morte. Il 4 aprile 2009 il procedimento penale sulla morte di Ščekočichin fu bloccato per mancanza di elementi di reato.

Tuttavia il 16 settembre 2010 la SKP riavviò le indagini sul caso della morte di Jurij Ščekočichin “per via di nuovi dati messi a disposizione degli inquirenti, che richiedono la conduzione di ulteriori azioni investigative”. Durante le analisi in due laboratori sono stati trovati due farmaci (fenolo e lidocaina [7]), che non avrebbero dovuto trovarsi nell'organismo di questa persona.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "E' indispensabile un'indagine indipendernte sulle circostanze della morte di Jurij Ščekočichin", "Jurij Ščekočichin è morto, ma chi ne risponderà?", "Nel centro di Mosca è in corso una manifestazione contro gli omicidi politici", "A Mosca è in corso la manifestazione "Il giorno della sfiduci", dedicata all'anniversario delle esercitazioni dello FSB a Rjazan'".

Autore: Ekaterina Seleznëva; fonte: corrispondente del “Kavkazskij uzel”


Kavkazskij uzel”, http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/186606/


Note

[1] Città del sud della Russia.

[2] Istituzione giornalistica indipendente.

[3] “Giornale Russo”, sorta di Gazzetta Ufficiale.

[4] Džochar Musaevič Dudaev, primo leader dell'autoproclamata Cecenia indipendente.

[5] All'epoca degli attentati ai condomini di Mosca e Volgodonsk (ma si potrebbe anche citare il precedente di Bujnaksk, nel Daghestan) a Rjazan', nella Russia centrale, fu trovata e disinnescata un'autobomba presso un condominio. L'allora capo dello FSB (Federal'naja Služba Bezopasnosti“Servizio Federale di Sicurezza”, il principale servizio segreto russo) Nikolaj Platonovič Patrušev sostenne che si era trattato di un'esercitazione e che i sacchi nell'auto contenessero zucchero e non esplosivo. Il caso non fu mai chiarito e alimentò i sospetti di chi riteneva gli attentati un'operazione dei servizi segreti volta a motivare un nuovo attacco alla Cecenia.

[6] Dal russo Sledstvennaja Komissija pri Prokurature.

[7] Rispettivamente un antisettico usato anche come veleno e un anestetico.

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