30 novembre 2011

Haiku? (L)

Torna qui e rendimi
il cuore che non sai
di avere in tasca

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Il sasso che hai
buttato nello stagno
era un diamante

Kadyrov e i suoi cavalli...

Gli organizzatori delle corse ippiche degli stati di Kentucky e New York hanno tolto dalle competizioni il cavallo del capo della Cecenia

29 novembre 2011, 15.18

Negli USA gli organizzatori delle corse ippiche degli stati di Kentucky e New York hanno tolto dalle competizioni il cavallo Sweet Ducky, che appartiene al capo della Cecenia Ramzan Kadyrov.

Come ha riferito "Kavkazskij uzel", la commissione per la registrazione delle corse ippiche che si tengono nello stato del Kentucky (USA) ha comunicato la propria intenzione di riesaminare la licenza del capo della Cecenia Ramzan Kadyrov per prendere parte a queste competizioni. Questa decisione è stata presa dopo che la commissione ha ricevuto una lettera del Dipartimento di Stato degli USA in cui si parlava di violazioni dei diritti umani.

In seguito a ciò gli organizzatori delle corse ippiche hanno invitato il capo della Cecenia a un colloquio sulla questione dell'accesso del cavallo alle competizioni, ma Kadyrov ha lasciato l'invito senza risposta. Per via di questo il cavallo non ha partecipato alle corse ippiche, da notizia rinviando al "New York Times" la RIA "Novosti" [1].

Secondo le informazioni del giornale, in precedenza il cavallo da corsa di Kadyrov era stato tolto in modo analogo dalle competizioni nello stato di New York. Gli organizzatori della manifestazione, dopo essersi consultati con il Dipartimento di Stato, hanno rinviato l'esame della richiesta del presidente ceceno per la partecipazione alle corse ippiche a tempo indeterminato. Secondo uno degli organizzatori delle competizioni, "si può dire con precisione che Kadyrov non parteciperà alle corse ippiche nello stato di New York".

L'addetto stampa del capo della Cecenia Al'vi Karimov ha notato che la cosa più probabile sia che la questione della licenza sia solo un pretesto per escludere dalle corse ippiche un cavallo eccellente, da notizia la "ITAR-TASS".

"Sono profondamente convinto che non ci siano altri motivi", – ha dichiarato, aggiungendo che Sweet Ducky "ha tutte le qualità che sono necessarie per la vittoria".

I cavalli di Kadyrov partecipano e vincono in gare ippiche tanto in Russia, quanto all'estero. A marzo di quest'anno un suo cavallo è entrato nel novero dei premiati della Coppa del Mondo di Dubai e ha guadagnato 200 mila $, un'altra ha ottenuto il primo posto alle prestigiose gare ippiche di Singapore, con un montepremi di 3 milioni di $. Il cavallo di Kadyrov Bronze Cannon è stato secondo alle competizioni ippiche della Coppa Betfred, che si sono svolte nell'ippodromo di Kenton in Inghilterra il 3 settembre.

Nel 2008 i cavalli del capo della Cecenia furono vincitori alle corse ippiche del 4 maggio in onore dell'insediamento del presidente russo Dmitrij Medevedev e nel 2007 alle corse ippiche dedicate al presidente ceceno.

In precedenza "Kavkazskij uzel" riferì che nel settembre 2009 il leader del partito dei Verdi d'Australia, il senatore Bob Brown fece appello per vietare l'ingresso in quel paese al capo della Cecenia Ramzan Kadyrov, commentando i piani sulla partecipazione dei cavalli da corsa di Kadyrov alle corse ippiche della Coppa di Melbourne. Il senatore spiegò la propria posizione con il fatto di essere indignato per gli omicidi e le brutali violazioni dei diritti umani in Cecenia. Tuttavia, alla fine il cavallo di Kadyrov chiamato Mourilyan ha fatto bene a partecipare alle corse ippiche ed è giunto terzo, guadagnando più di 450 mila dollari.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Il festival dell'arte equestra a Groznyj si è svolto con misure di sicurezza rafforzate", "Gli abitanti della Cecenia accolgono in modo non univoco la costruzione di un nuovo ippodromo", "Swank versa l'onorario per il concerto a Groznyj a organizzazioni benefiche".

"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196662/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


Note

[1] Russkoe Informacionnoe Agentstvo (Agenzia di Informazioni Russa) "Notizie".

29 novembre 2011

Haiku? (XLIX)

Come un sasso
nello stagno mi sei
entrata in cuore

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Ti parlo tanto.
Ogni pavone fa
la ruota che ha

28 novembre 2011

La Russia, dove il padre di un attivista ucciso, vessato da chi dovrebbe indagare sul delitto, si rivolge a un presidente praticamente esautorato...

Il padre di Makšarip Aušev si è rivolto con una dichiarazione al presidente russo

27 novembre 2011, 15.30

Il padre dell'attivista per i diritti umani ucciso Makšarip Aušev Magomed-Chadži si è rivolto con una lettera aperta al presidente russo Dmitrij Medvedev. Il motivo dell'appello sono state le perquisizioni non autorizzate, che, secondo Magomed-Chadži Aušev, hanno cominciato ad essere condotte da settembre dello scorso anno.

"Negli ultimi due mesi (dal 25 settembre al 25 novembre) da noi con diversi pretesti e senza fornire i corrispondenti documenti da parte di qualcuno sono stati inviati gruppi speciali sconosciuti per condurre perquisizioni accanite", – si dice nell'appello.

Al corrispondente di "Kavkazskij uzel" è riuscito entrare in contatto con il padre di Makšarip Aušev.

"Il 25 del mese corrente da noi hanno fatto irruzione persone in tuta mimetica mascherate. Erano circa 50 persone. Senza presentare alcun documento hanno condotto una perquisizione non autorizzata", – ha detto Aušev.

Anche Magomed-Chadži Aušev ha supposto che uno degli Ural [1] militari su cui sono giunte le persone sconosciute sia lo stesso che fu usato nel tentativo di sequestro di Makšarip Aušev all'uscita da Magas [2] il 15 settembre 2009.

Secondo Aušev, questi si è rivolto a tutte le strutture armate per venire a sapere chi fossero le persone mascherate che hanno condotto le perquisizioni.

"Ci siamo rivolti dappertutto, al Consiglio di Sicurezza, al ministero degli Interni, allo FSB [3] per venire a sapere chi ha condotto le perquisizioni, ma ci rispondono che a loro niente è noto. Ed ecco che abbiamo deciso di rivolgersi alla prima personalità dello stato perché intervenga. Penso che il nostro presidente Dmitrij Medvedev non sappia cosa accade qui da noi. Spero che questo appello giunga a lui e che questi prenda le corrispondenti misure", – ha detto Aušev.

Al momento non ci sono commenti di personalità ufficiali e rappresentanti delle strutture armate riguardo all'appello di Aušev.

Ricordiamo che Makšarip Aušev morì il 25 ottobre 2009, quando sull'autostrada federale "Caucaso" ad alcuni chilometri da Nal'čik [4] sulla sua automobile spararono alcuni sconosciuti da un'auto che passava vicino. L'oppositore morì sul colpo.

Nell'ottobre 2010 le indagini furono bloccate "per via dell'impossibilità di determinare le persone da incriminare". Dopo l'appello di persone vicine agli Aušev al presidente russo e al procuratore generale della Federazione Russa, la direzione centrale del Comitato Inquirente russo nei circondari federali Meridionale e del Caucaso del Nord il 2 settembre 2011 furono riaperte le indagini sul caso dell'omicidio dell'attivista per i diritti umani inguscio.

Ricordiamo che Magomed-Chadži Aušev scrisse che gli era noto chi aveva ucciso suo figlio. Fra l'altro l'uomo fece direttamente i nomi di queste persone, tra cui anche quelli di gente che occupa posti in alto nelle forze dell'ordine, che, secondo le sue informazioni, erano stati complici dell'omicidio di suo figlio. Subito dopo questa dichiarazione le autorità ingusce cominciarono a condurre una verifica, come assicurò l'allora ancore addetto stampa del presidente inguscio Kaloj Achilgov, tuttavia dei risultati della verifica non si sa niente.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Mucol'gov [5]: il caso dell'omicidio di Makšarip Aušev, compiuto due anni fa, è stato frenato", "Per informazioni sugli assassini di Makšarip Aušev è stata offerta una ricompensa in denaro", "HRW: l'omicidio di Aušev mette in dubbio l'autorità di Evkurov in Inguscezia", "Gli Aušev chiamano gli abitanti dell'Inguscezia in casa dell'ucciso Makšarip Aušev", "Evkurov: dietro l'omicidio di Makšarip Aušev potrebbero esserci le strutture armate".

Autore: Vacha Belcharoev; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"

"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196542/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


Note

[1] Camion russo.

[2] Sorta di Brasilia caucasica, la nuova capitale dell'Inguscezia costruita di sana pianta.

[3] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.

[4] Capitale della Kabardino-Balkaria.

[5] Magomed Adamovič Mucol'gov, attivista per i diritti umani inguscio.

24 novembre 2011

Contrordine, circassi?

Il comitato esecutivo di "Adigė chasė" ha smentito la notizia della revoca della decisione sulla questione della dichiarazione del 2014 anno di lutto

23 novembre 2011, 16.15

[]Il comitato esecutivo del movimento sociale "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" ha smentito la notizia della revoca della decisione di inviare all'Associazione Circassa Internazionale (MČA [1]) la proposta di dichiarare il 2014 anno di lutto.

Ricordiamo che il 17 novembre a Majkop [2] il comitato esecutivo di "Adigė Chasė" dell'Adighezia intervenne con l'iniziativa di dichiarare il 2014 anno di lutto e di memoria in tutto il mondo circasso. La decisione fu presa per via del fatto che nell'anno di svolgimento delle Olimpiadi invernali a Soči si compiono esattamente 150 anni dal giorno della conclusione della Guerra Caucasica, nel corso della quale centinaia di migliaia di circassi furono cacciati dalla patria storica. Il 19 novembre nei mezzi di comunicazione di massa comparve un comunicato, secondo cui i membri di "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" avevano revocato la propria decisione.

"Le dichiarazioni del presidente del movimento sociale "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" Chapaj A.Ju. del 19 novembre 2011 sul portale informativo di "Yuga.ru" [3] e della IA "REGNUM" [4] sulla revoca della decisione presa di inviare alla MČA l'iniziativa di dichiarare il centocinquantenario della conclusione della Guerra Russo-Circassa anno "Di memoria e di lutto" del popolo circasso non corrispondono alla realtà, cioè ha avuto luogo un'infedele interpretazione delle affermazioni di Arambij Chapaj", – si dice nella dichiarazione del comitato esecutivo dell'organizzazione.

Nel documento si chiarisce che nella seduta del comitato esecutivo del 19 novembre "la delibera del Comitato Esecutivo sulla dichiarazione del 2014 Anno di Memoria e di Lutto del popolo circasso non è stata revocata, ma, al contrario, già da parte dell'intero organico del Comitato Esecutivo è stata confermata la legittimità della decisione presa in precedenza".

"Tutti i presenti hanno approvato la disposizione sull'inaccettabilità di una contrapposizione alle decisioni prese dalla maggioranza del Comitato Esecutivo e si sono obbligati a promuoverle indipendentemente dalle decisioni prese in precedenza", – si dice nella dichiarazione.

Secondo gli autori del documento, in effetti nella ricordata seduta fu presa la decisione di rimandare l'invio al Comitato Esecutivo della MČA della proposta di dichiarare il 2014 Anno di Memoria e di Lutto "allo scopo di completarla di un programma concretizzato di manifestazioni e di un piano per la loro efficace realizzazione".

"Detto programma sarà preparato e presentato alla prossima seduta dell'Associazione Circassa Internazionale", – si dice nella conclusione della dichiarazione, che è stata firmata dal presidente di "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" Arambij Chapaj, dai suoi vice Adam Bogus e Aslan Neguč e anche dai membri del comitato esecutivo di "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" Aslanbij Kuek, Aslan Nechaj e Ruslan Tljunjaev.

Come ha riferito "Kavkazskij uzel", l'idea dei membri del comitato esecutivo di "Adigė Chasė" è stata accolta in modo non univoco dagli abitanti della repubblica.

Notiamo che nel corso del sesto giorno della cultura circassa, svoltosi lo scorso 7 novembre all'Europarlamento è stata approvata la dichiarazione sui diritti nazionali dei circassi. Nel documento si da un'informazione storica sui fatti capitati ai circassi durante la Guerra Caucasica dei secoli XVIII-XIX. I circassi indicano anche che come popolo hanno diritto a non essere sottoposti a un'assimilazione forzata o a un'azione diretta a distruggere la loro cultura.

Esperti studiosi del Caucaso e uomini politici circassi hanno valutato in modo diverso questa dichiarazione. Alcuni hanno dichiarato che il documento non corrisponde alle norme di diritto internazionale e chiedono una rielaborazione sostanziale, altri lo appoggiano in pieno.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "A Mosca gli studiosi del Caucaso hanno discusso la "questione circassa", La "questione circassa" finora non minaccia lo svoglimento delle Olimpiadi a Soči, ritengono gli esperti", "Adal'bi Šchagošev [5]: senza studiosi i problemi del Caucaso del Nord non si risolvono".

Autore: Asja Kapaeva; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"

"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196304/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


Note

[1] Dal russo Meždunarodnaja Čerkesskaja Associacija.

[2] Capitale dell'Adighezia.

[3] Portale dedicato alla zona meridionale della Russia europea.

[4] IA sta per Informacionnoe Agentstvo (Agenzia di Informazioni).

[5] Adal'bi Ljulevič Šchagošev, deputato di "Russia Unita".

Già vent'anni

23 novembre 2011

Qualche ragione per cui il regime di Putin può solo durare a lungo o fare una brutta fine

Quando verrà la fine?

23.11.2011

[1] La rivolta popolare era avvenuta nel 2004.

[2] Città nei pressi di Mosca.

[3] Forse sarebbe meglio dire "dei" Rotenberg, i fratelli imprenditori Arkadij Romanovič e Boris Romanovič.

[4] La lista dei funzionari scoperti dall'avvocato Sergej Leonidovič Magnitskij, che lo fecero mettere in carcere, dove morì, ufficialmente per problemi di salute.

[5] Glavnoe Kontrol'noe Upravlenie (Direzione Centrale di Controllo), ente dell'amministrazione presidenziale.

[6] Compagnia petrolifera. Oil è ovviamente "petrolio", LUK sta per Langepas, Uraj e Kogalym, centri petroliferi siberiani.

[7] Così nell'originale.

[8] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.

[9] Otdel Milicii Osobogo Naznačenija (Sezione di Polizia con Compiti Speciali), i corpi speciali della polizia.

21 novembre 2011

Meglio non disturbare le Olimpiadi di Putin?

In Adighezia il comitato esecutivo di "Adigė Chasė" ha revocato la decisione di dichiarare il 2014 anno di lutto

20 novembre 2011, 13.32

I membri del comitato esecutivo di "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" nella seduta del 19 novembre ha revocato la proposta indirizzata all'Associazione Circassa Internazionale di dichiarare il 2014 anno di memoria e di dolore.

Ricordiamo che il 17 novembre a Majkop [1] il comitato esecutivo di "Adigė Chasė" dell'Adighezia intervenne con l'iniziativa di dichiarare il 2014 anno di lutto e di memoria in tutto il mondo circasso. La decisione fu presa per via del fatto che nell'anno di svolgimento delle Olimpiadi invernali a Soči si compiono esattamente 150 anni dal giorno della conclusione della Guerra Caucasica, nel corso della quale alcune centinaia di migliaia di circassi furono allontanati dalla patria storica.

L'idea dei membri del comitato esecutivo dell'"Adigė Chasė" fu accolta in modo non univoco dagli abitanti della repubblica.

Alla seduta dell'organizzazione del 19 novembre presiedeva il tchamada [2] (capo) del comitato esecutivo di "Adigė-Chasė – Parlamento Circasso" Arambij Chapaj.

I membri del comitato esecutivo ha votato per la revoca della proposta di "dichiarare il 2014 anno di lutto e di memoria del centocinquantenario della conclusione della guerra russo-caucasica nel mondo circasso", riferisce "Argumenty i Fakty-Adygeja" [3].

La decisione è stata presa all'unanimità, informa "Yuga.ru" [4].

Sui motivi della revoca della decisione del comitato esecutivo non è stato riferito nulla da parte del comitato esecutivo di "Adigė Chasė".

Come ha riferito "Kavkazskij uzel", il tema della "questione circassa" è stato sollevato spesso negli ultimi tempi per via dello svolgimento delle Olimpiadi invernali del 2014 a Soči. Così il 3 marzo nella sala per conferenza del Centro Carnegie di Mosca si tenne il seminario "La questione circassa e le Olimpiadi di Soči", organizzato nell'ambito del programma "Religione, società e sicurezza".

Inoltre il 1 luglio in una seduta straordinaria del parlamento georgiano con 80 voti è stata approvata la disposzione "Sulla perpetuazione della memoria delle vittime del genocidio del popolo circasso" e la creazione del "Centro di cultura circassa". Di inaugurare un monumento alla memoria il governo georgiano l'ha in programma per il maggio 2012.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "A Mosca gli studiosi del Caucaso hanno valutato la "questione circassa", La "questione circassa" finora non minaccia lo svolgimento delle Olimpiadi a Soči, ritengono gli esperti", "Adal'bi Šchagošev [5]: senza studiosi i problemi del Caucaso del Nord non si risolvono".

Kavkazskij uzel, http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196120/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


Note

[1] Capitale dell'Adighezia.

[2] Il corsivo è mio.

[3] "Argomenti e Fatti-Adighezia", versione adiga della rivista russa "Argumenty i Fakty".

[4] Portale della regione meridionale della Federazione Russa.

[5] Adal'bi Ljulevič Šchagošev, deputato di "Russia Unita".

Prima di tornare sul trono l'imperatore Putin aumenta i poteri dei suoi pretoriani...

Allo FSO [1] vengono assegnati poteri di polizia: "in caso di necessità" potrà multare e arrestare cittadini

19.11.2011

[1] Federal'naja Služba Ochrany (Servizio Federale di Protezione), ente deputato alla protezione delle alte cariche statali e del patrimonio dello stato.

[2] Associazione nata per protestare contro gli abusi delle auto con sirena annessa (l'equivalente delle nostre "auto blu"). I membri dell'associazione usano protestare sfilando in auto con secchielli blu sui tetti delle auto a mo' di sirena, ma hanno perfino sfilato mettendoseli in testa...

[3] Anatolij Borisovič Čubajs, discusso imprenditore che sotto El'cin ricoprì anche cariche statali.

[4] Aleksej Borisovič Miller, vice ministro dell'Energia e presidente della Gazprom.

[5] Equivalente russo di "Pinco Pallino".

[6] Da 12 a 24 euro circa.

[7] Da 24 a 72 euro circa.

[8] Da 240 a 1200 euro circa.

[9] Coordinatore della "Società dei Secchielli Blu".

18 novembre 2011

Storie caucasiche: la sparizione del padre di una terrorista kamikaze e altri fatti interessanti

In Daghestan è sparito il padre della kamikaze che si fece saltare in aria nel metrò di Mosca

18 novembre 2011, 14.57

In Daghestan è scomparso senza lasciare traccia l'abitante del villaggio di Balachani nel distretto di Uncukul' [1] Rasul Magomedov, questo ha dichiarato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" sua moglie Patimat Muršidova. Rasul Magomedov è il padre di Mar'jam Šaripova, che, secondo le notizie fornite dagli inquirenti, si fece saltare in aria nel metrò di Mosca nel marzo 2009 [2].

Secondo la donna, Rasul Magomadov, anno di nascita 1954, si trovava a Machačkala [3] ai corsi di riqualificazione per insegnanti.

"Ieri verso le 17.30 è uscito dall'Istituto di Riqualificazione per pedagoghi, ha preso il pulmino n. 69 ed è sparito. Il suo telefono è acceso, le chiamate arrivano, ma non risponde. Suppongo che lo abbiano sequestrato in quanto ha la barba [3]. Solo questa può esser stata la causa del suo sequestro in quanto è un semplice insegnante di campagna", – ha dichiarato la moglie dello scomparso al corrispondente di "Kavkazskij uzel".

Secondo Muršidova, in precedenza suo marito era stato preso da agenti della polizia del distretto daghestano di Uncukul'.

"I poliziotti lo presero e gli tolsero del sangue per stabilire se nostro figlio avesse preso parte o no a un crimine. Rasul si infuriò con loro e litigò con i poliziotti", – ha raccontato Muršidova.

I familiari dello scomparso hanno dichiarato la sua sparizione alla sezione di polizia del quartiere Kirovskij [5] di Machačkala e anche alla sezione di polizia del distretto di Uncukul'.

Che Rasul Magomadov è il padre di Mar'jam Šaripova è stato riferito a "Kavkazskij uzel" dai lettori con l'aiuto del servizio SMS. I suoi figli per tradizione familiare hanno ricevuto il cognome del nonno – Šaripov.

All'ufficio stampa del ministero degli Interni del Daghestan hanno dichiarato di non avere ancora notizie sulla scomparsa di Rasul Magomadov.

Ricordiamo che al mattino del 29 marzo 2010 ci furono due esplosioni alle stazioni "Lubjanka" e "Park kul'tury" della metropolitana di Mosca sulla linea di Sokol'niki [6]. Secondo le notizie fornite dagli inquirenti, gli atti terroristici furono compiuti da terroriste-kamikaze, la 28enne Mariam [7] Šaripova e la 17enne Džennet Abdurachmanova.

Il padre di Mariam Šaripova, l'insegnante della scuola media di Balachani Rasul Magomedov allora fu scioccato dall'accaduto e non riusciva a capire come sua figlia, sparita qualche giorno prima dell'atto terroristico, fosse capitata a Mosca.

Rasul Magomedov riferì allora al corrispondente di "Kavkazskij uzel" che aveva riconosciuto la figlia nelle fotografie di una terrorista su Internet. "E' mia figlia. Ne sono sicuro al 100%. L'ha riconosciuta anche mia moglie, ma per qualche motivo i funzionari per ora ignorano le nostre testimonianze", – riferì Magomedov.

Dopo le sue dichiarazioni a lui e a sua moglie Patimat Muršidova l'inquirente della sezione investigativa interdistrettuale di Bujnaksk [8] Džambulat Beletov prese del sangue per stabilire l'identità di una delle kamikaze.

Rasul Magomedov dichiarò più di una volta ai rappresentanti dei mezzi di informazione di massa locali e federali che gli agenti delle forze dell'ordine avevano cominciato ad avere un'attenzione costante per la sua famiglia dal 2006. "Allora per la prima volta compirono una perquisizione in casa di mio figlio Il'jas", – notò Magomedov.


Raccontò che la persecuzione si rinnovò due anni dopo. "Il 1 maggio 2008 i tutori dell'ordine arrestarono Il'jas nel quartiere preso in affitto dalla moglie nella città di Chasavjurt [9]. Sulla strada per lo ROVD [10] gli misero una granata in tasca, in seguito lo accusarono del sequestro e dell'omicidio di una qualche persona e anche di partecipazione a una NVF [11], ma nessuna accusa fu confermata in tribunale. Il caso fu condotto dallo stesso inquirente della sezione investigativa interdistrettuale di Bujnaksk, Džambulat Beletov. Il tribunale, per nascondere l'abuso da parte delle forze dell'ordine, riconobbe mio figlio colpevole di detenzione illegale di armi", – riferì Magomedov, secondo cui il figlio fu torturato presso la polizia.

Dall'apparato dell'incaricato per i diritti umani in Daghestan nel 2008 Rasul Magomadov ricevette la risposta che "suo figlio non aveva subito pestaggio e violenza fisica", anche se all'indirizzo dell'ombudsman della repubblica era stato indirizzato un estratto del resoconto dell'esame clinico delle persone detenute nell'IVS [12] presso l'UVD [13] di Machačkala, dove si notava la presenza di ematomi.

Nel 2010 l'inquirente Džambulat Beletov dichiarò che personalmente non aveva nessuna rimostranza nei confronti di Šaripov. "Non lo vedo da più di un anno e mezzo", – riferì l'inquirente. Notò anche che Il'jas Šaripov era stato condannato legalmente. "Per me era e resta un criminale, nessuno ha nascosto una granata addosso a Šaripov", – dichiarò Beletov.

Il'jas Šaripov si rivolse con una lettera aperta al presidente del Daghestan Magomedsalam Magomedov con la richiesta di essere difeso dalle persecuzioni degli agenti delle forze dell'ordine. Inviò appelli analoghi anche al ministro degli Interni del Daghestan Ali Magomedov, al procuratore del Daghestan Andrej Nazarov e all'incaricato per i diritti umani presso il presidente russo Vladimir Lukin.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Un'abitante del Daghestan ha riferito della scomparsa del proprio fratello", "Un abitante di una cittadine del Daghestan ha riferito di arresti di massa tra i fedeli di una moschea", "Un abitante del Daghestan ha riferito del sequestro del proprio figlio".

Fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"

"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196036/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


Note

[1] Villaggio del Daghestan centrale.

[2] In realtà era il 2010, come detto in seguito.

[3] Capitale del Daghestan.

[4] In molti posti del Caucaso la polizia da la caccia ai barbuti e li costringe a radersi pubblicamente.

[5] Quartiere della parte settentrionale della capitale del Daghestan.

[6] La linea di Sokol'niki va dalla zona sud-occidentale a quella nord-orientale di Mosca, dove si trova il parco di Sokol'niki. Le fermate degli attentati sono nella zona centrale: quella di "Park kul'tury" (Parco della cultura) presso il parco noto in Occidente come "Gorky Park" e quella di "Lubjanka" presso la nota sede dei servizi segreti.

[7] Sic.

[8] Città del Daghestan centrale.

[9] Città del Daghestan centro-orientale.

[10] Rajonnyj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Distrettuale degli Affari Interni), la sede distrettuale della Polizia.

[11] Nezakonnoe Vooružënnoe Formirovanie (Formazione Armata Illegale).

[12] Izoljator Vremennogo Soderžanija (Carcere di Detenzione Temporanea).

[13] Upravlenie Vnutrennich Del (Amministrazione degli Affari Interni), la sede centrale della polizia.

17 novembre 2011

Considerazioni dopo l'omicidio del poeta ceceno Achtachanov

In Cecenia si sono svolti i funerali del poeta Ruslan Achtachanov

17 novembre 2011, 18.50

I funerali del poeta Ruslan Achtachanov ucciso a Mosca si sono svolti nel paese di Znamenskoe nel distretto Nadterečenyj [1] della Cecenia, di cui era originario. Le opinioni dei rappresentanti della diaspora cecena sui motivi dell'omicidio si sono divise diametralmente: gli uni vedono in questo la vendetta dei nazionalisti per l'omicidio del colonnello Jurij Budanov, gli altri accusano di tutto i rappresentanti della diaspora stessa.

"Ad accompagnare l'ucciso nell'ultimo cammino sono giunte circa mille persone. Gente di tutti i distretti della repubblica è giunta presso la casa della famiglia del morto per esprimere condoglianze per la tragedia. Per tutta la strada verso il cimitero si è unita gente alla processione, cosicché si è allungata per più di un chilometro", – racconta uno dei partecipanti alla cerimonia.

Il prorettore dell'Accademia Umanistica Moderna, il noto esponente della cultura cecena, il membro dell'Unione degli Scrittori Russi e vincitore del premio "Artëm Borovik" [2], il poeta Ruslan Achtachanov è stato ucciso nella notte del 16 novembre a Mosca. L'omicida ha sparato cinque colpi, tra cui uno alla testa. In precedenza il presidente dell'amministrazione della sezione di Mosca dell'Unione degli Scrittori Vladimir Bojarinov ha espresso la supposizione che il motivo dell'omicidio di Ruslan Achtachanov possa esser stato la sua attività sociale e la sua posizione civica.

"Tra quelli che sono giunti ai funerali c'erano non solo gli abitanti della repubblica, ma anche gente di altre città del paese, che conoscevano Ruslan Achtachanov, avevano studiato con lui negli anni studenteschi, i suoi colleghi e amici", – la RIA "Novosti"
[3] cita un amico di famiglia dell'ucciso.

I rappresentanti della diaspora cecena dichiarano che l'omicidio di Achtachanov potrebbe essere stato compiuto dai nazionalisti russi

Il motivo per cui il poeta Ruslan Achtachanov avrebbe potuto esser stato ucciso dai nazionalisti russi, secondo i rappresentanti della diaspora, è la vendetta per l'omicidio del colonnello Jurij Budanov.

"Achtachanov era una personalità pubblica, uno dei più attivi rappresentanti della diaspora cecena a Mosca e per questo motivo avrebbe potuto diventare un bersaglio per i nazionalisti", – ritiene il membro del comitato esecutivo dell'Associazione delle Unioni Sociali e Culturali Cecene
Chamzat Gerichanov.

Anche Gerichanov ha indicato qualche somiglianza nell'esecuzione degli omicidi del colonnello Jurij Budanov e di Ruslan Achtachanov: in entrambi i casi sono state usate pistole a gas modificate e i killer hanno bruciato la macchina. Gerichanov non esclude che il poeta sia stata una vittima simbolica, sulla cui persona i nazionalisti si sarebbero vendicati di tutti i ceceni per la morte di Budanov, scrive il "Kommersant" [4].

Notiamo che anche gli inquirenti hanno trovato similitudini tra gli omicidi del colonnello Budanov e di Achtachanov, ma hanno tratto da ciò un'altra conclusione – non è escluso che a entrambi i crimini abbiano preso parte le stesse persone.

Ricordiamo che Jurij Budanov, che aveva combattuto in Cecenia ed era stato in carcere accusato dell'omicidio della ragazza cecena Ėl'za Kungaeva, fu ucciso in pieno giorno il 10 giugno con quattro colpi alla testa.

Lo scrittore Arslan Chasavov ritiene che dietro l'omicidio di Achtachanov ci siano i rappresentanti della diaspora

Il giovane scrittore ceceno, vincitore del premio "Debjut" [5] Arslan Chasavov suppone che dietro l'omicidio del poeta ci siano i rappresentanti della diaspora cecena e di certo non i nazionalisti russi.

Il prosatore ha fatto attenzione al fatto che non è la prima volta che un letterato ceceno subisce un attentato. Ha notato che oggi "non c'è niente che faccia sì che i ceceni non attacchino i ceceni". "I russi non rappresentano alcuna minaccia per noi", – ha dichiarato Chasavov. A suo dire, rappresenta una minaccia la gente del Caucaso del Nord con cui si hanno divergenze ideologiche.

Il giovane scrittore ha fatto attenzione al fatto che fino alla morte Achtachanov ha giocato un ruolo significativo esclusivamente nella comunità cecena e che alla maggior parte dei russi (tanto più ai nazionalisti) il suo nome non diceva niente.

Alcuni conoscenti di Chasavov hanno affermato che dietro l'omicidio del poeta potrebbero esserci i militanti, tuttavia lo scrittore non la pensa così: l'omicidio di Achtachanov non può avere sulla disposizione delle forze nella stessa Cecenia l'influenza che hanno i membri delle organizzazioni armate clandestine.

Anche il prosatore dubita che il caso dell'omicidio del poeta ed esponente sociale ceceno Ruslan Achtachanov sarà risolto, scrive RBK [6].

Ricordiamo che Chasavov stesso subì un duro pestaggio a Mosca. L'attacco fu compiuto da un rappresentante della famiglia Kagermanov,
che affermava che lo scrittore debuttante aveva offeso la memoria di un suo parente. Chasavov lega l'attacco all'istanza per la difesa dell'onore, della dignità e della reputazione professionale da lui presentata nei confronti del presidente dell'Unione dei Giornalisti Ceceni Chožbaudi Borchadžiev, che nega ogni coinvolgimento in questo crimine.

Le forze dell'ordine stanno esaminando alcune versioni sui motivi dell'omicidio di Achtachanov, tra cui la sua vita sociale, gli affari e anche l'insoddisfazione dei membri delle formazioni armate radicali [7].

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Ucciso in un'operazione speciale Rukman Ėdiev [8]", "A Mosca il tribunale ha prolungato il fermo del nativo della Cecenia [9] accusato dell'omicidio di Budanov", "Isa Jamadaev [10] è stato arrestato all'aeroporto di Parigi mentre si recava a Mosca".

Autore: Muslim Ibragimov; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"

"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/195978/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


Note

[1] "Dell'oltre Terek" (il Terek è il fiume principale della Cecenia), distretto della Cecenia nord-occidentale.

[2] Premio letterario intitolato alla memoria del giornalista Artëm Genrichovič Borovik.

[3] Russkoe Informacionnoe Agentstvo (Agenzia di Informazioni Russa) "Notizie".

[4] "Commerciante", giornale economico.

[5] Premio riservato agli scrittori under 35 di lingua russa.

[6] RosBiznesKonsalting (Consulting d'Affari Russo), giornale economico.

[7] Achtachanov riteneva che la Cecenia dovesse restare parte della Federazione Russa.

[8] Terrorista ricercato dalla polizia russa.

[9] Le autorità cecene negano che Magomed Sulejmanov sia di nazionalità cecena, per quanto nato in Cecenia.

[10] Isa Bekmirzaevič Jamadaev, membro del potente clan Jamadaev, da anni in lotta con il clan Kadyrov.

Cosa succede se un giornalista russo chiede asilo politico in Georgia?

Il giornalista russo Sergej Kuznecov è giunto in volo a Tbilisi per ottenere asilo

16 novembre 2011, 12.00

Il giornalista russo Sergej Kuznecov la sera del 15 novembre è stato nello studio di Tbilisi del canale televisivo georgiano in lingua russa PIK, dove ha raccontato perché cerca difesa in terra georgiana. Spera che le autorità della Georgia guardino alla sua richiesta con comprensione.

In precedenza era stato riferito che il giornalista e attivista per i diritti umani russo Sergej Kuznecov intendeva chiedere asilo politico in Georgia. Era stato riferito anche che, secondo informazioni non ufficiali, le autorità georgiane erano pronte a dare asilo al giornalista, ma più tardi la portavoce del presidente georgiano Manana Mandžgaladze ha dichiarato a un briefing che è prematuro commentare questa questione.

"I paesi europei che, in un modo o in un altro, hanno buoni rapporti con le autorità georgiane non aprono del tutto volentieri le proprie porte e i propri abbracci a persone che hanno problemi con le autorità russe. Su questo sfondo la Georgia si distingue molto favorevolmente e con prospettive, è molto amichevole e capisce molto bene la pericolosità dell'attuale regime in Russia. E perciò è del tutto logico che io sia capitato qui e spero che le autorità georgiane guardino attentamente a quell'informazione che forse sarà importante per loro e che troviamo comprensione reciproca, a differenza di quello che è accaduto in Israele", – ha dichiarato Kuznecov agli schermi del PIK.

Secondo Kuznecov, questi "esamina la questione dell'asilo politico, in quanto è molto pesante essere per lungo tempo in sospeso" e in Russia la sua "attività per i diritti umani è giunta a una contraddizione insanabile" con l'attività delle autorità russe. Adesso il giornalista spera che le autorità georgiane gli offrano la cittadinanza politica e possano "contrastare la pressione delle autorità russe o la pressione dei servizi segreti della Federazione Russa".

Il giornalista ha raccontato che è stato sottoposto a pressioni nella Federazione Russa per via della propria attività per i diritti umani, in particolare per la protesta riguardo all'arresto di attivisti dell'opposizione.

Alla fine di giugno 2011 Sergej Kuznecov con la moglie andò in vacanza in Turchia e di là in Israele, dove si rivolse alle autorità chiedendo asilo politico. A suo dire, nella Federazione Russa lo minacciava un pericolo da parte delle strutture armate russe. Non avendo ricevuto una risposta chiara e rapida, il 24 luglio il giornalista intese volare in Gran Bretagna, ma non lo fecero salire sull'aereo in mancanza di un visto britannico. Allora Kuznecov dichiarò che avrebbe iniziato lo sciopero della fame all'aeroporto Ben Gurion. Le autorità israeliane arrestarono il russo e nonostante fosse in possesso di un visto turistico valido lo misero in un carcere per immigrati clandestini.

In esso Kuznecov passò 107 giorni e fu rilasciato su cauzione per decisione del tribunale il 10 novembre. Al contempo il tribunale convalidò di nuovo il visto turistico del giornalista, annullato durante lo sciopero della fame all'aeroporto Ben Gurion, riferisce l'"Uralinformbjuro" [1].

Sergej Kuznecov nel 2008, in qualità di avvocato difensore d'ufficio del colonnello dello FSB [2] Michail Trepaškin, condannato per divulgazione di segreto di Stato, fece appello contro questa condanna alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo e vinse la causa. Inoltre, a suo dire, si incontrò con l'ex ufficiale dello FSB Aleksandr Litvinenko, che morì nel novembre 2006 dopo essere stato avvelenato con polonio radiattivo [3] e aiutò a far uscire nella Federazione Russa il suo libro "Lo FSB fa saltare in aria la Russia".

Notiamo che nel 2009 un giornalista russo, il capo del "Centro per il giornalismo in situazioni estreme" Oleg Panfilov fu costretto a trasferirsi a Tbilisi. "Il principale motivo del mio trasferimento in Georgia è la situazione creatasi negli ultimi tempi in Russia. Quando in un paese non c'è libertà di parola e un'informazione obbiettiva e il popolo ha paura di esprimere liberamente la propria opinione, sì, questo è legato alla politica", – dichiarò Panfilov, aggiungendo che nella Federazione Russa lo minacciavano spesso.

Anche la Russia a sua volta accoglie le richieste dei giornalisti georgiani di ottenere asilo politico. Così, nell'ottobre 2009 con la richiesta di asilo politico si rivolse alle autorità russe l'ex produttore della compagnia televisiva "Imedi" Badri Afanas'ev e a settembre dello stesso anno il fondatore dell'agenzia di stampa ITNexclusive Levan Gudadze.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Un sacerdote georgiano chiede asilo politico in Ossezia del Sud", "Un veterano delle forze armate georgiane chiede asilo in Russia", "Jakobašvili [4] considera una provocazione la richiesta di asilo politico nella Federazione Russa da parte di un ufficiale georgiano".

"Kavkazaskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/195894/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

Note

[1] URAL'skoe INFORMacionnoe BJURO (Ufficio Informazioni degli Urali), agenzia di stampa russa.

[2] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza).

[3] In reltà non esiste un polonio non radioattivo.

[4] Temur Jakobašvili, allora (la notizia è del 2009) vice-premier e ministro della Reintegrazione georgiano, oggi ambasciatore georgiano negli USA.

16 novembre 2011

La Russia di Putin esplora la nuova frontiera del broglio elettorale: il "voto postale"

Brogli per posta

Nelle commissioni elettorali di Piter [1] ci sono file di persone che desiderano votare per posta – più di cinquemila persone hanno già espresso tale volontà

14.11.2011

[1] Nome colloquiale di San Pietroburgo.

[2] Central'naja Izbiratel'naja Komissija (Commissione Elettorale Centrale).

[3] Obščerossijskij Narodnyj Front (Fronte Popolare Panrusso), la coalizione di Putin.

[4] "Di Petrograd" (nome "russo" di San Pietroburgo), il quartiere più antico di Pietroburgo.

[5] Circa 12 euro.

[6] Quartiere della zona sud-occidentale, chiamato così in onore del politico sovietico Sergej Mironovič Kirov (vero cognome: Kostrikov).

[7] "Della Guardia Rossa", quartiere della zona orientale.

[8] "Marittimo", quartiere della zona centro-occidentale.

[9] "Dell'Ammiragliato", quartiere centrale.

[10] "Di Vyborg" (città della Russia settentrionale), quartiere della zona nord-orientale.

[11] Città ai piedi del Caucaso.

[12] Formula sovietica usata ironicamente.