06 maggio 2012

L'amicizia tra russi e ceceni è proibita dalla legge?


Moskalenko: la chiusura dell'ORČD [1] contraddice le leggi russe e internazionali

04 maggio 2012, 22:41

La denuncia comunicata dalla Corte Europea per la chiusura della Società per l'Amicizia Russo-Cecena ha prospettive di una soluzione positiva della questione, ritengono i rappresentanti dell'organizzazione.

Come ha riferito "Kavkazskij uzel", la Società per l'Amicizia Russo-Cecena (ORČD) fu liquidata per effetto di una sentenza del tribunale regionale di Nižnij Novgorod [2] nell'ottobre 2006. La Corte Suprema Russa il 23 gennaio 2007 confermò la legalità di questa sentenza. Il 30 ottobre 2007 la Società per l'Amicizia Russo-Cecena fu registrata ufficialmente in Finlandia. Dopo il verdetto della Corte Suprema il direttore esecutivo dell'ORČD Stanislav Dmitrievskij indirizzò una denuncia alla Corte Europea. A quanto riferisce l'avvocato Oleg Aniščik, la denuncia dell'ORČD è stata comunicata il 13 aprile ed è già stata inviata al paese convenuto, cioè la Russia.

La comunicazione è la notizia di una denuncia data a uno stato convenuto. Inoltre insieme al comunicato allo stato convenuto a entrambe le parti in causa viene indirizzato un documento preparato dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, in cui si espone il parere della corte sui fatti del caso, basato sui materiali presentati dall'istante e alle parti si pongono anche domande che interessano la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. Le parti possono non concordare con l'esposizione dei fatti e presentare il proprio parere su di essi.

La società fu chiusa in violazione degli standard approvati a livello internazionali e della legislazione russa, ha dichiarato l'avvocato Karina Moskalenko. "E' un caso che ha prospettive. La situazione della chiusura dell'ORČD è assolutamente anormale. E' stata un'organizzazione molto utile, conosco molto bene i principali organizzatori, hanno fatto una cosa di enorme importanza nella misura delle loro possibilità. Si sono sforzati di compensare la mancanza di una corretta interpretazione degli avvenimenti nella regione del Caucaso. Purtroppo la Società in Russia non c'è più", – ha raccontato Moskalenko.

L'avvocato ha fatto notare che ora resta solo da aspettare la risposta della Russia alle domande poste dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo.

Karina Moskalenko ha chiarito al corrispondente di "Kavkazskij uzel" che non è ancora riuscita a vedere le domande. "La lettera con le domande è stata indirizzata all'ufficio di Strasburgo, per questo finora non l'ho vista", – ha raccontato.

"Non so se ammetteranno qualche violazione, se proveranno a ristabilire i diritti violati dell'ORČD prima che la Corte Europea emetta la sentenza. Finora mi sono ignoti perfino i termini dati alla Russia per rispondere", – ha tirato le somme Moskalenko.

"Il fatto che la Corte Europea abbia comunicato la nostra denuncia mi ispira grandi speranze. Di solito la Corte Europea comunica le denunce se suppone che ci sia qualche violazione e che sia indispensabile esaminare il caso. Ma quale sentenza emetterà la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo è difficile dire", – ha raccontato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" la collega di Moskalenko, l'avvocato Anna Stavickaja, che è rappresentante della Società per l'Amicizia Russo-Cecena.

Questa ha fatto notare che la corte ha comunicato la denuncia proprio sulla base degli articoli della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo per cui era stata fatta dagli istanti. "Avevamo chiesto alla corte di comunicare la denuncia sulla base degli articoli 10 e 11 della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo, cosa che è stata fatta. Ciò fa molto piacere. Mi occuperò ulteriormente di questo caso", – ha raccontato Stavickaja.

"Ora la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha indirizzato delle domande alla Federazione Russa, che è obbligata a rispondere. In seguito questo documento viene rinviato all'istante e ai suoi rappresentanti e noi scriviamo obiezioni, se ce ne sono. Dopo di che la corte emetterà una qualche sentenza", – ha detto l'avvocato.

A quanto ha detto Stavickaja, neanch'essa finora è riuscita ad esaminare le domande poste alla Russia dalla Corte Europea. Nel più breve tempo possibile l'avvocato ha in programma di prenderne conoscenza.

"Per quanto riguarda la pubblicazione degli articoli di Maschadov e Zakaev, non ritengo ciò un'attività estremista. In questo caso nessuno ha invitato a far qualcosa, è stata solo pubblicata l'opinione di altre persone", – ha dichiarato l'avvocato difensore.

Ricordiamo che all'inizio del 2005 nei confronti della società fu aperto un procedimento penale sulla base dell'articolo 15 della legge federale "Sul contrasto all'attività estremista". Motivo dell'apertura del procedimento penale fu la pubblicazione degli appelli del presidente dell'autoproclamata Repubblica Cecena di Ičkerija [3] Aslan Maschadov (ucciso nel marzo 2005) e del rappresentante della Repubblica Cecena di Ičkerija all'estero Achmed Zakaev sul giornale "Pravozaščita", appartenente all'ORČD, datati 2003. Negli articoli gli autori criticavano aspramente l'operato del governo russo nei confronti delle repubbliche del Caucaso del Nord e soprattutto della Cecenia.

Il 6 febbraio 2006 il capo dell'organizzazione Stanislav Dmitrievskij fu riconosciuto colpevole di aver violato l'articolo "Istigazione all'inimicizia interetnica" del Codice Penale Russo e fu condannato a due anni di prigione. In base alla legge "Sulle organizzazioni non governative" [5] l'ORČD fu chiusa, in quanto un cittadino riconosciuto colpevole di istigazione all'inimicizia interetnica non poteva essere capo di un'organizzazione non governativa.

La situazione di Stanislav Dmitrievskij e dell'ORČD ebbe ampia risonanza sociale: dopo la lettura della sentenza l'Europarlamento invitò la Russia a rimouovere tutte le accuse nei confronti dell'attivista per i diritti umani e l'organizzazione per la difesa dei diritti umani "Amnesty International" intervenne con una dichiarazione sull'intenzione di riconoscerlo prigioniero di coscienza. Con un appello speciale intervenne anche l'organizzazione per la difesa dei diritti umani "Human Rights Watch".

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Čelyševa: la Russia accusa la Corte Europea di incitamento all'"inimicizia"","A Mosca si tiene un picchetto in difesa della "Società per l'Amicizia Russo-Cecena"", "Oggi la Corte Suprema deciderà il destino della "Società per l'Amiciza Russo-Cecena"".

Autore: Oleg Krasnov; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"

"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/206074/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

Note
[1] Obščestvo Rossijsko-Čečenskoj Družby (Associazione per l'Amicizia Russo-Cecena).
[2] Città della Russia centrale, la Gor'kij del periodo sovietico.
[3] Nome ceceno della Cecenia.
[4] Le leggi russe sono indicate con il titolo e non con un numero.

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