26 ottobre 2013

Chodorkovskij e Putin: la tua fine è il mio inizio?

"Novaja gazeta", 25-10-2013, 01.55.00
Prigioniero del tempo [1]

Esattamente dieci anni fa fu arrestato Michail Chodorkovskij – e con questo fu definitivamente formalizzato il regime di Vladimir Putin

Quando Vladimir Kvačkov, accusato di attentato alla vita di Anatolij Čubajs [2], fu trasferito in un'altra cella, salutò il suo vicino Michail Chodorkovskij: "Arrivederci sulle barricate!" In un'intervista del settembre 2005 l'oligarca rispose al "patriota": "Arrivederci alle elezioni libere e democratiche!" Se si designa Kvačkov precursore di Birjulëvo [3] e Chodorkovskij precursore di piazza Bolotnaja [4] entrambi hanno avuto ragione.

Peraltro in cella a quel tempo Michail Borisovič leggeva la "Neprikosnovennyj zapas" [5] con l'articolo della filosofa francese Monique Canto-Sperber. Il testo era dedicato al "socialismo liberale" e il colonnello del GRU [6] che si muoveva contro il complotto giudaico-massonico prese a leggere la rivista dal "probabile avversario", un oligarca ebreo. Difficilmente queste idee avranno lasciato un segno in Kvačkov come il romanzo "Che fare?" di Černyševskij [7] lasciò un segno in Lenin, ma forse il testo di Canto-Sperber è stata una delle fonti intellettuali del famoso articolo di Chodorkovskij "La svolta a sinistra", dove presagiva il passaggio a sinistra della politica.


Da allora le discussioni sulla svolta a sinistra o a destra, sul liberalismo di destra o sul liberalismo di sinistra sono diventati inattuali. Perché la principale svolta nel senso del "capitalismo degli amici" e statale Vladimir Putin l'ha già compiuta e consolidata.

La data di fondazione del nuovo regime politico è il 25 ottobre 2003, il giorno dell'arresto di Michail Chodorkovskij da parte delle forze del reparto con compiti speciali "Alfa" di Novosibirsk [8], sottoposto al capo dell'UFSB [9] della regione di Novosibirsk. Inizialmente la svolta è avvenuta nella testa del capo dello stato. La sua incarnazione visibile e notevole per l'osservatore esterno l'ha avuta la mattina dell'arresto.

Simmetria della storia – 10 anni prima dell'arresto di Chodorkovskij c'è la sparatoria sulla Casa Bianca [10], il compimento della rivoluzione borghese el'ciniana, la preparazione della nuova Costituzione. Passano altri 10 anni e i risultati di un'epoca, consolidati de facto (non de iure) nel 1993 nella Legge Fondamentale scritta, sono destituiti.

Il 22 giugno 2003 c'è la caduta della "cassa comune democratica" degli oligarchi, il canale TVS* (è un "užik" – unikal'nyj žurnalistskij kollektiv [12]).

Il 2 luglio viene arrestato Platon Lebedev [13].

Il 25 ottobre è il reale inizio della campagna elettorale della Duma con la dimostrazione di chi è il padrone di casa. Ai partiti liberali è come se fosse proposto di unirsi alla posizione di Putin o di distanziarsi da essa. E con questo perdere una parte consistente dei voti degli elettori.

Il 14 novembre 2003 c'è il XIII congresso della RSPP [14]: Putin è contro "le accuse generalizzate alle forze dell'ordine".

Il 7 dicembre 2003 ci sono le elezioni alla Duma di Stato e i partiti SPS [15] e "Jabloko" [16] non superano lo sbarramento del 5%. La configurazione partitica che si forma nel paese corrisponde al nuovo regime personalistico.

Dopo la notizia dell'arresto di Chodorkovskij il giorno 25 ottobre i rappresentanti di tutte le unioni di uomini d'affari, tra cui i maggiori imprenditori del paese, si riunirono all'hotel "Balčug" [17] per valutare la situazione che si è creata. Mentre discutevano, Čubajs batté sul notebook il testo della dichiarazione su cui l'assemblea si accordò e gli propose pure di divulgare il documento – già allora tutti avevano capito che intervenire pubblicamente era pericoloso per la vita:

"L'escalation di azioni del potere e delle strutture delle forze dell'ordine nei confronti del mondo degli affari russo ha nettamente peggiorato l'atmosfera nella società… Sotto le macine delle strutture delle forze dell'ordine finiscono proprio quegli uomini d'affari che sono andati a fare rivelazioni pubbliche di informazioni sulle proprie compagnie e un trasparente pagamento delle imposte… Le compagnie sono costrette a riesaminare le proprie strategie di investimento, rinunciando a progetti significativi per il paese".


La dichiarazione terminava con un appello al presidente a indicare la propria posizione. Ma questi l'aveva già indicata – con l'arresto. Che aveva un serio significato educativo. E non solo per gli uomini d'affari, ma anche per la classe politica. Essenzialmente per tutta la popolazione del paese, parte del quale, secondo i pronostici, sosteneva la repressione nei confronti dell'oligarca. Con l'arresto Putin acquistò punti, non li perse. Li prese in ostaggio.
Difficilmente Chodorkovskij oggi è pericoloso per Putin come politico – sono comparse nuove straordinarie minacce. Adesso i cittadini della Russia si educano con altre procedure – il "caso del pantano" [18], le "Pussy Riot", il caso (i casi) Naval'nyj. Ma finché Chodorkovskij è in ostaggio, il presidente è in forza. Tutti hanno già dimenticato com'è vivere con MBCh in libertà. Non sanno cosa sarà. Temono l'indeterminatezza quando uscirà nel 2014. E perciò, probabilmente, già ora cercano delle varianti – come lasciare Chodorkovskij in ostaggio del tempo, del tempo di Putin, prigioniero.

Inoltre l'opinione pubblica guarda già più lealmente ai principali detenuti del caso JUKOS [19], e nelle élites, tra cui anche quelle non senza adulazione fedeli a Putin (a parole), è maturato un consenso - beh, è già buono, è stato in prigione abbastanza, bisogna rilasciarlo.

Michail Borisovič – e questo lo sa chiunque abbia seguito gli avvenimenti di dieci anni fa – non volle ostentatamente lasciare il paese e, come nel '37 [20], aspettò l'arresto. Ma questo per ora lo rende ancora più pericoloso per il sistema. E' uno zėk [21] inflessibile. Dieci anni è già un periodo staliniano, che forgia il carattere, che là, in alto, nessuno neanche sogna.

L'arresto di MBCh non è un fenomeno isolato. Non è il motivo del "congelamento" del regime, ma un sintomo di irrigidimento del sistema.

Per esempio, l'odierna stagnazione dell'economia è dovuta non solo e non tanto ai problemi del momento. Nella crescita che segna il passa "sta" il clima bruttissimo per gli investimenti di un paese senza regole. E questi mutamenti climatici non sono neanche iniziati, ma si sono compiuti e sono diventati una costante il giorno dell'arresto di Michail Chodorkovskij.

Cioè con tutta la distanza esteriore degli uni dagli altri la stagnazione e l'arresto di Chodorkovskij, le elezioni disoneste e il saccheggio della JUKOS, Nadežda Tolokonnikova [22] come esempio educativo e Michail Chodorkovskij come didattica incarnata sono fenomeni di una sola natura.

Proprio a partire dal caso Chodorkovskij la prigione è diventata il metodo universale di soluzione dei problemi insolubili – da quelli politici ed economici a quelli relativi alla concezione del mondo. Le opinioni non coincidono – in prigione, fai resistenza durante la presa da raider della tua proprietà da parte di compagni vicini all'imperatore – in prigione, sei un oppositore – in prigione. L'istituzione penitenziaria è diventata il mezzo per l'eliminazione della concorrenza nella politica, nel mondo degli affari, nell'ideologia e uno strumento per la monopolizzazione di potere, asset, anime.

Cioè, rilasciare Chodorkovskij è togliere le fondamenta da sotto i piedi del sistema. Strappare l'emblema. Bruciare il salvacondotto.

Prevedere la liberazione di Chodorkovskij e Lebedev al momento indicato è lo stesso che pronosticare il prezzo del petrolio: piuttosto si avvererà il risultato del vaticinio sui fondi di caffè. Per sua formazione Putin è un leader molto sicuro di se. Perciò potrebbe anche rilasciare Chodorkovskij. Ma la logica delle cose suggerisce che nelle attuali circostanze debba sentirsi sempre meno sicuro – e allora la liberazione di MBCh è minacciata.

Ho una canottiera, regalata chissà quando tempo fa da Ira Jasina [23], con l'immagine di Michail Borisovič davanti ("e sul petto sinistro il profilo di Stalin…" [24]) e con la scritta sulla schiena "Libertà per MBCh". Sta lì da tanto tempo che il ritratto si è già un po' appannato. Però il vicino di scalinata per la frequente osservazione di questa canottiera si è trasformato in un cittadino responsabile della patria. E' stata la prima persona di mia conoscenza che io – con stupore – abbia incontrato in piazza Bolotnaja il giorno della manifestazione post-elettorale del dicembre 2011.

Parafrasando Boris Pasternak, si può dire: la libertà è questa – la cercano ovunque, ma è dentro la persona. Come disse nella sua brillante ultima parola dopo la fine del secondo processo Michail Chodorkovskij, diventato a quel tempo quasi l'unico intellettuale pubblico e l'unica autorità morale in tutta la Russia: "Mi vergogno di vedere come alcuni, in passato persone da me stimate, cercano di giustificare l'abuso burocratico e l'illegalità… Quelli che hanno iniziato questo caso vergognoso – Birjukov [25], Karimov [26] e altri – ci chiamavano con disprezzo "commercianti", ci chiamavano servi, pronti a tutto per difendere il proprio benessere ed evitare la prigione. Sono passati degli anni. Chi si è rivelato servo? Chi in nome del denaro e per vigliaccheria davanti ai capi ha mentito, torturato, preso ostaggi? E questo lo chiamano "caso di stato"! E' vergognoso. Mi vergogno del mio stato".

Che fortuna è la libertà interiore. La libertà dice la verità.

*Canale finanziato dal grande business, erede della "vecchia" NTV [11].


Autore: Andrej Kolesnikov


Indirizzo della pagine: http://www.novayagazeta.ru/politics/60635.html


[1] Verso della poesia "Notte" di Boris Leonidovič Pasternak.

[2] Anatolij Borisovič Čubajs, imprenditore e politico russo.
[3] Quartiere periferico di Mosca dove qualche giorno fa i nazionalisti hanno attaccato i commercianti immigrati.
[4] "Del Pantano" (che c'era un tempo), piazza del centro di Mosca teatro di manifestazioni dell'opposizione.
[5] "Riserva Intangibile", rivista letteraria.
[6] Glavnoe Razvedyvatel'noe Upravlenie (Direzione Centrale dell'Intelligence), il servizio segreto militare.
[7] Nikolaj Gavrilovič Černyševskij, scrittore rivoluzionario, che nel romanzo "Che fare?" indicò una strada ai rivoluzionari russi.
[8] Principale città della Siberia.
[9] Upravlenie Federal'noj Služby Bezopasnosti (Direzione del Servizio Federale di Sicurezza), cioè del principale servizio segreto russo.
[10] Nome popolare dell'allora sede del Soviet Supremo.
[11] Il canale NTV sorse come canale indipendente, poi finito sotto l'egida della Gazprom.
[12] "Collettivo giornalistico unico" (il corsivo è mio).
[13] Platon Leonidovič Lebedev, socio di Chodorkovskij.
[14] Rossijskij Sojuz Promyšlennikov i Predprinimatelej (Unione Russa degli Industriali e degli Imprenditori).
[15] Sojuz Pravych Sil (Unione delle Forze di Destra), schieramento moderato.
[16] "Mela", partito di orientamento liberale, il cui nome è formato dalle iniziali dei cognomi dei fondatori Grigorij Alekseevič Javlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e Vladimir Petrovič Lukin.
[17] Hotel nell'omonima isola artificiale nella Moscova a Mosca.
[18] La persecuzione dei partecipanti all'ultima grande manifestazione dell'opposizione in piazza Bolotnaja il 6 maggio 2012.
[19] Il colosso petrolifero di Chodorkovskij, nato dall'unione della Juganskneftegaz ("(Nefte)jugansk-petrolio-gaz" – Neftejugansk è un centro petrolifero della Siberia centro-occidentale) e della Kujbyšnefteorgsintez (Kujbyšev-petrolio-sintesi organica – Kujbyšev è il nome sovietico di Samara, città della Russia centro-meridionale).
[20] Anno di feroci purghe staliniane.
[21] Termine gergale per indicare i prigionieri dei gulag sovietici.
[22] Nadežda Andreevna Tolokonnikova, membro delle "Pussy Riot".
[23] Irina Evgen'evna Jasina, un tempo direttrice di una fondazione creata da Chodorkovskij e ora membro del consiglio presidenziale per lo sviluppo delle istituzioni della società civile e dei diritti umani.
[24] Verso della canzone Ban'ka po-belomu (Il piccolo bagno di vapore al calor bianco) del cantautore sovietico Vladimir Semënovič Vysockij).
[25] Jurij Stanislavovič Birjukov, a quel tempo procuratore generale russo, oggi membro del Consiglio della Federazione.

[26] Salavat Kunakbekovič Karimov, giudice istruttore del caso Chodorkovskij.

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