20 ottobre 2013

La Russia di Putin e la schiavitù

Paese di schiavi, paese di signori [1]

La Russia ha occupato il 6° posto al mondo per numero di persone che vivono in schiavitù

Circa 500 mila persone in Russia vivono in condizioni di schiavitù, asservimento per debiti e lavoro forzato. Ciò consegue dal rating della schiavitù contemporanea "The Global Slavery Index 2013", che è stato composto dall'organizzazione per la difesa dei diritti umani australiana "Walk Free Foundation". Per numero assoluto di schiavi il nostro paese occupa il sesto posto al mondo, risultando inferiore solo a India, Cina, Pakistan, Nigeria ed Etiopia.

Secondo gli autori del rapporto, nel mondo attuale la schiavitù ha vari aspetti – dal lavoro forzato alla costrizione violenta al matrimonio fino al commercio di persone. Ma tutte le forme sono unite dall'atteggiamento verso la persona come una proprietà, che si può vendere, comprare, scambiare e perfino distruggere.

In cifre relative – al numero di schiavi rispetto alla popolazione – le posizioni della Russia non sembrano così brutte: 49° posto nel rating su 162 stati. All'incirca la stessa concentrazione di cittadini non liberi che da noi si osserva in Uzbekistan (47° posto), Georgia (50°) e Azerbaigian (51°). Tra le ex repubbliche dell'URSS più in alto di tutte è salita la Moldavia – ha occupato la sesta riga (35 mila schiavi su una popolazione del paese di 3,6 milioni di persone).

In tutto al mondo, secondo i dati del "Global Slavery Index", ci sono circa 30 milioni di schiavi. La prima riga del rating è occupata dalla Mauritania, dove con una popolazione di 3,8 milioni si trovano in schiavitù 150 mila persone, la seconda da Haiti e il terzetto è chiuso dal Pakistan. In cifre assolute la "leadership" della schiavitù contemporanea è tenuta dall'India – là le vittime del mercato di persone sono oltre 13 milioni. Vicino a zero è il livello di schiavitù in Gran Bretagna, Irlanda e Spagna.

Perché la Russia resta come prima un paese di schiavi?

La schiavitù non è un problema solo della Russia, è il mal di testa di tutta l'Unione Europea, – nota il leader del movimento "Alternativa" Oleg Mel'nikov. – Se si prendono le ex repubbliche dell'URSS, la schiavitù è molto diffusa in Kazakistan e Uzbekistan.

Il problema è che nella legislazione penale russa manca una precisa definizione di schiavitù. Tra l'altro l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO [2]) rileva quattro suoi segni: l'asservimento per debiti, che si origina in seguito alla messa a disposizione del proprio lavoro personale da parte del debitore; lo stato di servitù della gleba, quando l'utente è obbligato a vivere e lavorare su una terra appartenente a un'altra persona; le usanze, secondo cui una donna può essere data forzatamente in moglie come risarcimento o essere lasciata in eredità; le usanze, secondo cui un adolescente sotto i 18 anni viene trasmesso dai genitori a un'altra persona come risarcimento.

Nel Codice Penale della Federazione Russa c'è l'articolo 127.1, "Commercio di persone", ma sulla base di questo è difficile raccogliere una base di prove e pochi sanno farlo. C'è un altro elemento. In Russia, se una persona scompare, non si avvia un procedimento penale – solo il cosiddetto procedimento di ricerca. Ma nessuno cerca lo scomparso, in quanto questo lavoro non influisce sulla statistica della polizia.

In alcune regioni russe, inoltre, si osserva uno stretto legame di corruzione tra schiavisti e agenti di polizia locali. Tale quadro è caratteristico della regione di Volgograd [3], del territorio di Stavropol' [4] e in parte del Daghestan. Nel complesso la schiavitù in Russia si incontra ovunque, è più facile dire dove non c'è – nella repubblica dei Komi [5].

"SP": – La situazione della schiavitù in Russia peggiora o migliora?

Un anno fa in Daghestan l'allora sindaco di Machačkala [6] Said Amirov (ora è stato arrestato) rispose al nostro segnale e chiuse tutte le fabbriche di mattoni della città e del distretto, dove si concentrava la maggior parte delle persone trattenute illegalmente. Ma il tutto non si limitò a questo. Ora, purtroppo, la situazione nel paese è diventata peggiore – lo giudico dalle numerose chiamate di vittime che arrivano alla nostra organizzazione.

"SP": – Mezzo milione di schiavi in Russia è una cifra realistica?

Evidentemente la "Walk Free Foundation" ha valutato la situazione in Russia a partire dagli standard internazionali. A partire dai concetti russi di schiavitù, la cifra sarà inferiore.

"SP": – Ma quali sono da noi i concetti di schiavitù?

Si ritiene schiavitù il trattenimento forzato di persone e la loro vendita per denaro. Oggi un uomo schiavo in Russia costa 15-20 mila rubli [7], una ragazza per servizi sessuali 70-150 mila [8], un bambino 100 mila [9], un invalido 30-50 mila. Un bambino costa caro perché con lui si può mendicare più facilmente.

"SP": – Gli schiavi in Russia chi sono?

Persone del tutto diverse tra loro. Una volta facevo l'errore di pensare che fossero fondamentalmente gente di provincia. Ma la pratica ha mostrato che tra gli schiavi ci sono anche molti moscoviti. Fondamentalmente sono persone attive, che volevano una vita migliore e cercavano un lavoro, ma per ignoranza delle leggi e ignoranza dei propri diritti sono finite in schiavitù.

"SP": – Come appare la schiavitù contemporanea? La persone viene chiusa a chiave in qualche edificio e non viene fatta uscire? Perché non può scappare?

In pratica a tutte le persone finite in schiavitù vengono tolti i documenti. Nel Caucaso del Nord dicono anche: se te ne vai, gli agenti di polizia ti prenderanno e ti riporteranno indietro. Le persone sono trattenute con la forza. Gli schiavi del quartiere moscovita di Goljanovo, per esempio, venivano regolarmente picchiati. La polizia spesso non fa nulla per questo. Una donna proveniente dall'Ucraina, che degli zingari avevano costretto ad accattonare nei dintorni di Mosca, si rivolse a tre sezioni di polizia, ma solo dalla quarta ci telefonarono e chiesero aiuto. I poliziotti non sanno semplicemente che fare con queste persone.

"SP": – Tra gli schiavi quanti sono cittadini della Federazione Russa e quanti immigrati?

Penso 50 e 50.

"SP": – Come avviene il reclutamento in schiavitù?

A Mosca una volta agivano cinque gruppi per il reclutamento di schiavi, che attiravano tanto bomži [11], quanto pure decenti cittadini. I membri dei gruppi facevano conoscenza con le potenziali vittime e gli proponevano di bere – birra o vodka. Negli alcolici mischiavano sostanze psicotrope e per circa 30 ora la vittima non capiva cosa le accadeva. In questo tempo si affrettavano a portare i futuri schiavi in autobus dal committente – per esempio in Daghestan. Nel complesso ci sono prezzi che si creano per gli schiavi, ma non c'è un'unica catena di reclutamento e di consegna.

"SP": – Ordinando schiavi il committente insiste per una qualche particolare selezione?

Non ci sono criteri particolari. Ma spesso li ordinano "più giovani" per fare i pastori di grandi greggi o "più forti" per togliere i mattoni dal nastro. Ecco tutto. E se uno porta uno schiavo per primo, lo comprano da lui. La richiesta di schiavi è grande, in quanto spesso scappano. Il 90% degli schiavi liberati sono proprio fuggitivi.

"SP": – Uno persona finita in schiavitù può essere rilasciata?

E' estremamente raro, forse se uno schiavo non può già più lavorare. In Daghestan ci fu un caso del genere: un uomo schiavo una volta fu picchiato così forte che restò cieco. Lo lasciarono presso una strada e in qualche modo miracoloso arrivò a un posto di polizia.

"SP": – Cos'è necessario fare prima di tutto per lottare con la schiavitù?

Cambiare il sistema di registrazione delle chiamate dei cittadini alla polizia, costringere i poliziotti a cercare le persone scomparse.

"SP": – Perché il problema della schiavitù non viene sollevato al livello della leadership del paese?

Ritengo che sia un problema politico. Il Cremlino non può ammettere che nelle condizioni della stabilità putiniana esiste la schiavitù. Questo contraddice l'attuale ideologia politica.

Il discorso sulla presenza in Russia di mezzo milione di schiavi può andare, se in questo numero si includono i detenuti, – è convinto il presidente del "Comitato contro la tortura" Igor' Kaljapin. – Nelle colonie penali le persone sono costrette a lavorare fuori orario, in violazione delle norme e dei diritti lavorativi e di fatto sono privati della possibilità di rifiutarsi di lavorare. Perciò non mi meraviglia che nel rating "The Global Slavery Index" occupiamo i primi posti. In più, certo, in Russia c'è un numero enorme di immigrati clandestini. Anche questi lavorano in condizioni orribili e dipendono integralmente dall'arbitrio dei padroni.

Penso che nella situazione della schiavitù in Russia non ci sia precisamente alcuna tendenza al miglioramento. Al contrario: la pratica di utilizzare il lavoro schiavile degli immigrati negli ultimi tempi cresce soltanto…

I 10 paesi più "schiavisti" del mondo

Mauritania – 140-160 mila schiavi su una popolazione di 3,8 milioni
Haiti – 200-220 mila su 10,2 milioni
Pakistan – 2-2,2 milioni su 179 milioni
India – 13,3-14,7 milioni su 1,2 miliardi
Nepal – 250-270 mila su 24,5 milioni
Moldavia – 32-35 mila su 3,6 milioni
Benin – 76-84 mila su 10 milioni
Costa d'Avorio – 150-160 mila su 20 milioni
Gambia – 13-15 mila su 1,8 milioni
Gabon – 13-14 mila su 1,6 milioni

I 10 paesi più liberi dalla schiavitù

Islanda – meno di 100 su una popolazione di 320 mila
Irlanda – 300-340 su 4,6 milioni
Gran Bretagna – 4200-4600 su 63 milioni
Nuova Zelanda – 470-520 su 4,4 milioni
Svizzera – 990-1100 su 8 milioni
Svezia – 1200-1300 su 9,5 milioni
Norvegia – 620-690 su 5 milioni
Lussemburgo – meno di 100 su 531 mila
Finlandia – 670-740 su 5,4 milioni
Danimarca – 700-760 su 5,6 milioni

Andrej Polunin, "Svobodnaja Pressa", http://svpressa.ru/society/article/75958/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Verso della poesia "Addio, Russi non lavata" di Michail Jur'evič Lermontov.
[2] Dalla dicitura inglese International Labour Organisation.
[3] Città della Russia meridionale, la ex Stalingrado.
[4] Città della Russia meridionale.
[5] Repubblica della parte settentrionale della Russia europea.
[6] Capitale del Daghestan.
[7] Circa 350-460 euro.
[8] Circa 1630-3490 euro.
[9] Circa 2320 euro.
[10] Circa 700-1160 euro.

[11] Bomž sta per Bez Opredelënnogo MestoŽitelstvo (Senza Fissa Dimora).

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