03 novembre 2013

Il terrorismo nel Caucaso del Nord è una questione di DNA?

Nel Daghestan creano la banca del DNA dei guerriglieri

Le forze dell'ordine del Daghestan sono occupate nella raccolta del DNA delle familiari dei guerriglieri. Le autorità vedono in esse delle potenziali kamikaze e contano con l'aiuto di questa misura di facilitare il riconoscimento dei corpi in caso di compimento di un atto terroristico. Le azioni degli agenti delle strutture armate sono legate ai Giochi Olimpici, che si svolgeranno nel febbraio 2014 a Soči, notano i giornalisti.

La contraddizione tra legge e diritto

La notizia della raccolta del DNA è comparsa per la prima volta sul nastro dell'agenzia Reuters. Il comunicato è stato confermato dalla collaboratrice dell'organizzazione sociale "Difesa dei Diritti Umani" Gjul'nara Rustamova. A suo dire, nel corso della procedura gli agenti delle forze dell'ordine raccolgono campioni di DNA dalla saliva, dalle unghie e dal sangue. La misura, a suo dire, è volontaria e forzata: in caso di dissenso gli agenti delle strutture armate minacciano "spiacevolezze", a causa delle quali le donne potrebbero ritrovarsi alla ROVD [1] già sotto scorta.

Succede che delle daghestane, tra cui madri di figli di pochi anni, vengono portate con la forza alla polizia, dove vengono trattenute 5-6 ore. "Mi hanno costretta a consegnare delle analisi, tuttavia, sapendo che è illegale, mi sono rifiutata", – dice l'attivista per i diritti umani. A suo dire, la campagna per la raccolta del DNA è iniziata già in estate. Forse, pensa Rustamova, questa è legata all'appello di luglio del leader del cosiddetto "Emirato del Caucaso" [2] Doku Umarov, che invitò i propri sostenitori a far fallire l'Olimpiade che si avvicina.

Negli ultimi tempi l'attività degli agenti delle forze dell'ordine daghestane si è rafforzata: nei distretti e nelle città del Daghestan si dichiara il regime di KTO [3], nel corso del quale arrestano e portano alla polizia decine di persone. "Ogni giorno ci giungono denunce sull'operato degli agenti delle forze armate. Le persone vengono arrestate illegalmente, gli mettono addosso delle armi", – si lamenta la rappresentante di "Difesa dei Diritti Umani".

Le parole di Rustamova sono confermate dai fatti riferiti dall'agenzia Reuters. Come notano i giornalisti, il potere, pare, ha lasciato i tentativi di fare chiarezza con i seguaci della tendenza salafita dietro il tavolo delle trattative. Le madrase controllate dai salafiti e le società di beneficenza sono state per la maggior parte chiuse e i loro leader sono fuggiti all'estero o hanno preso le armi. "La cosa più importante per la nostra immagine è che la situazione (nel Daghestan) rimanga tranquilla fino agli stessi Giochi Olimpici", – dice il vice-premier della repubblica Ramazan Džafarov.

L'avvocato Konstantin Bubon ritiene che l'idea della responsabilità della famiglia, tra l'altro perfino la responsabilità materiale per le azioni di un terrorista sia un esempio di contraddizione tra legge e diritto: "Possono approvare tale legge, ma difficilmente sarà una legge secondo il diritto perché è ingiusta. Contraddice anche i principi fondamentali del diritto, la Costituzione e tutta la restante legislazione del paese, – dice Bubon. – La lotta alla criminalità tramite la moltiplicazione delle leggi non secondo il diritto è una strada senza uscita. Le minacce di pene mostruose non sostituiranno mai il semplice pattugliamento e l'attività degli agenti nell'ambito terroristico.

Si può minacciare di lanciare bombe su tutto un villaggio – i terroristi saranno solo contenti: c'è bisogno di tale possibilità di sortire un duplice effetto – far saltare in aria qualcosa a Mosca e contemporaneamente fare arrabbiate qualcuno nel Caucaso, infuriato per la reazione "tipo risposta" dei federali", – ritiene l'avvocato.

Perché sono colpevoli…

Oggi nel Daghestan una certa parte delle strutture armate lavora in modo che le conseguenze siano le più tristi. E non si tratta dei sequestri da parte di sconosciuti armati ai danni di giovani ragazzi, che in seguito vengono ritrovai uccisi o torturati. Una mente perversa può ancora spiegare una simile situazione: dice, non sappiamo niente, ma uccidiamo chi ha a che fare con la clandestinità armata. In precedenza gli agenti delle strutture armate praticavano abbastanza spesso la teoria del terrorismo "per carattere familiare". Prima dello svolgimento di una KTO nei villaggi, le persone provenienti dai quali costituiscono la maggioranza schiacciante degli islamisti radicali e dei partecipanti attivi alla clandestinità armata, abbastanza spesso erano sottoposti a perquisizioni su base selettiva.

Così, per esempio, nel villaggio di Gubden [4] praticamente ogni mese circa 150 persone che si trovano in lista vengono portate alla POM [5] locale e a familiari e alle persone vicine viene preso il sangue per l'analisi del DNA.

Le truppe delle VV [6] del Ministero degli Interni della Repubblica del Daghestan non lasciano Gubden dal marzo 2009, quando sul territorio del villaggio fu annunciata un'operazione di profilassi indirizzata alla scoperta e alla liquidazione dei membri del gruppo di Magomedali Vagabov. Dopo che gli agenti delle strutture armate ricevettero informazioni sul fatto che a Gubden potessero nascondersi dei guerriglieri che avrebbero deciso di svernare nel villaggio, l'introduzione del regime di KTO non fu annunciata, ma il regime fu sensibilmente rafforzato.

Secondo l'abitante di Gubden Gadži Ibragimov, agli abitanti proibiscono periodicamente di spostarsi per il villaggio in automobile e a volte "raccomandano" proprio di non uscire di casa. "Io chiedo: che succede? Nessun agente l'ha spiegato. Quando mi rivolsi alla procura della repubblica e volli denunciare la violazione dei diritti costituzionali, mi consigliarono di rivolgermi alla procura del distretto di Karabudachkent [7] e riattaccarono", – racconta Ibragimov.

Per chi non è scritta la legge [8]?

La raccolta di campioni di DNA, come pure la banca delle impronte digitali, come la banca dei tipi di armi e di cartucce praticamente equipara i familiari dei guerriglieri o le donne del "gruppo a rischio" a una forma vivente di distruzione di massa.

I blockbuster di Hollywood abbondano di soggetti sulla prevenzione dei crimini già prima del suo compimento, nel passato sono ritornati e fanno pronostici con l'aiuto di persone che prevedono il futuro. Forse a Machačkala [9] la creazione di una sezione particolare pre-crimine come nel film di Spielberg "Minority report" non è nota. Ricordiamo che là, sulla base di tecnologie psichiche veniva elaborato un programma sperimentale, con l'aiuto del quale i lavoratori della sezione potevano venire a sapere di un omicidio non ancora compiuto e arrestare il sospetto ancora prima che compisse il crimine. Ma pare che un simile dialogo tra presunto criminale e agente delle forze dell'ordine diventerà una cosa comune.

"Witwer: Voi arrestate chi non ha ancora commesso un crimine.

Anderton: Ma lo commetterà.

Witwer: Tuttavia ciò che viene impedito, in futuro non accadrà.

Anderton: Sì, è vero. Lei parla della predeterminazione. E' un fenomeno frequente.

(lancia una sfera, Witwer la afferra)

Anderton: Perché l'ha afferrata?

Witwer: Altrimenti sarebbe caduta.

Anderton: Ne è certo?

Witwer: Sì.

Anderton: Ma non è caduta. Lei l'ha afferrata. Ha previsto la sua caduta, altrimenti sarebbe avvenuta".

Gulja Arifmezova, "Kavkazskaja politika", http://kavpolit.com/v-dagestane-sozdayut-bank-dnk-boevikov/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Rajonnoe Otdelenie Vnutrennich Del (Sezione Distrettuale degli Affari Interni), in pratica la sede distrettuale della polizia.
[2] Stato islamico autoproclamato.
[3] KontrTerrorističeskaja Operacija (Operazione AntiTerroristica).
[4] Villaggio del Daghestan centro-meridionale.
[5] Posëlkovoe Otdelenie Milicii (Sezione di Polizia del Centro Abitato).
[6] Vnutrennie Vojska (Truppe Interne). La ripetizione è nell'originale.
[7] Villaggio del Daghestan centro-meridionale.
[8] Riferimento al proverbio russo "Per lo sciocco la legge non è scritta".
[9] Capitale del Daghestan.


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